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L'ebanite è un materiale duro e fragile, molto resistente alla corrosione da parte degli acidi, e si ammorbidisce quando viene scaldato. E' un ottimo isolante elettrico. Risulta di facile lavorazione ed utilizzata in seguito come sostituto dell'ebano e come isolante elettrico. Deve il suo nome<ref>in inglese ''ebonite'', o più comunemente ''hard rubber'' dato che ''ebonite'' era un nome commerciale.</ref> all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano, la sue caratteristiche di resistenza chimica la han vista impiegare per molti anni come isolante, rivestimento di parti soggette a corrosione e come involucro delle batterie delle auto.
 
L'ebanite è un materiale duro e fragile, molto resistente alla corrosione da parte degli acidi, e si ammorbidisce quando viene scaldato. E' un ottimo isolante elettrico. Risulta di facile lavorazione ed utilizzata in seguito come sostituto dell'ebano e come isolante elettrico. Deve il suo nome<ref>in inglese ''ebonite'', o più comunemente ''hard rubber'' dato che ''ebonite'' era un nome commerciale.</ref> all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano, la sue caratteristiche di resistenza chimica la han vista impiegare per molti anni come isolante, rivestimento di parti soggette a corrosione e come involucro delle batterie delle auto.
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L'ebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800. Se anche alcuni oggetti considerati ''precursori'' della penna stilografica vennero realizzati in metallo, le prime stilografiche nacquero sostanzialmente in conseguenza della invenzione di questo materiale, che con le sue caratteristiche di lavorabilità, inerzia chimica (e conseguente resistenza alla corrosione), si rivelò ottimale per la costruzione del quel ''serbatoio'' di inchiostro che era in effetti il componente principale delle prime stilografiche.
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L'ebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800. Se anche alcuni oggetti considerati ''precursori'' della penna stilografica vennero realizzati in metallo, le prime stilografiche nacquero sostanzialmente in conseguenza della invenzione di questo materiale, che con le sue caratteristiche di lavorabilità, inerzia chimica (e conseguente resistenza alla corrosione), si rivelò ottimale per la costruzione del quel ''serbatoio'' di inchiostro che era in effetti il componente principale delle prime stilografiche, anche per le sue caratteristiche di isolante termico, che evitava la trasmissione del calore della mano all'aria del serbatoio, con conseguente aumento di pressione e perdita di inchiostro.  
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Il materiale soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende le penne in ebanite poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente. Inoltre con l'esposizione alla luce lo zolfo presente nel materiale tende ad ossidarsi, e ad affiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale. Questa patina è indice dell'età di una penna, e anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non la ritengono rispettosa dello stato della penna.
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Il materiale soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende le penne in ebanite poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente. Inoltre con l'esposizione alla luce, all'umidità ed al calore lo zolfo presente nel materiale tende ad ossidarsi, e ad affiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale. Questa patina è indice dell'età di una penna, e anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non la ritengono rispettosa dello stato della penna.
    
Oltre alla fragilità meccanica, l'altro difetto fondamentale dell'ebanite, almeno dal punto di vista dei produttori di stilografiche, è relativo alla sostanziale impossibilità di colorazione. Il colore naturale dell'ebanite infatti è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazi all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).<ref>per maggiori dettagli tecnici si può fare riferimento a [http://www.kamakurapens.com/Archive/TheRHRPen.html articolo.</ref> Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica [[RHR|ebanite rossa]], alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ([[Mottled]], [[Rippled]], ecc.) fino alla produzione, tentata solo dalla [[Waterman]] nella sua ostinazione a non abbandonare questo materiale, di colori come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa. Ma alla fine nessuno di questi colori poteva competere con la brillantezza offerta dai nuovi materiali, ed in particolare dalla celluloide, e l'ebanite è stata progressivamente abbandonata come materiale usato per il corpo della penna, restando impiegata però fino ai nostri giorni nella produzione degli alimentatori.<ref>anche se oggi questo avviene solo per le penne di maggior pregio, dato che questo materiale non può essere lavorato a stampo.</ref>  
 
Oltre alla fragilità meccanica, l'altro difetto fondamentale dell'ebanite, almeno dal punto di vista dei produttori di stilografiche, è relativo alla sostanziale impossibilità di colorazione. Il colore naturale dell'ebanite infatti è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazi all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).<ref>per maggiori dettagli tecnici si può fare riferimento a [http://www.kamakurapens.com/Archive/TheRHRPen.html articolo.</ref> Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica [[RHR|ebanite rossa]], alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ([[Mottled]], [[Rippled]], ecc.) fino alla produzione, tentata solo dalla [[Waterman]] nella sua ostinazione a non abbandonare questo materiale, di colori come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa. Ma alla fine nessuno di questi colori poteva competere con la brillantezza offerta dai nuovi materiali, ed in particolare dalla celluloide, e l'ebanite è stata progressivamente abbandonata come materiale usato per il corpo della penna, restando impiegata però fino ai nostri giorni nella produzione degli alimentatori.<ref>anche se oggi questo avviene solo per le penne di maggior pregio, dato che questo materiale non può essere lavorato a stampo.</ref>  
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Sono caratteristiche di questo materiale la facilità di colorazione, che consente di creare infinite variazioni ed imitare diversi materiali (tanto che veniva chiamato anche corno artificiale), basta infatti immergere le barre di galalite in bagni di colorazione per ottenere l'assorbimento dei pigmenti per la porosità del materiale. Venne utilizzato principalmente per la produzione di bottoni, dove viene impiegato ancora oggi, e per la sostituzione dell'avorio nella copertura dei tasti di pianoforte.
 
Sono caratteristiche di questo materiale la facilità di colorazione, che consente di creare infinite variazioni ed imitare diversi materiali (tanto che veniva chiamato anche corno artificiale), basta infatti immergere le barre di galalite in bagni di colorazione per ottenere l'assorbimento dei pigmenti per la porosità del materiale. Venne utilizzato principalmente per la produzione di bottoni, dove viene impiegato ancora oggi, e per la sostituzione dell'avorio nella copertura dei tasti di pianoforte.
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La galalite venne utilizzata nella produzione delle stilografiche da alcuni produttori intorno agli anni '20, quando iniziò una ricerca sui materiali che consentisse di sostituire l'ebanite. In particolare [[Sheaffer]] e soprattutto [[Parker]], con la produzione delle stilografiche della serie denominata [[Pastel]] utilizzarono questo materiale per la produzione di penne colorate.
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La galalite venne utilizzata nella produzione delle stilografiche da alcuni produttori intorno agli anni '20, quando iniziò una ricerca sui materiali che consentisse di sostituire l'ebanite. In particolare [[Sheaffer]] la utilizzò per alcuni modelli sperimentali e [[Parker]] la adottò per la produzione delle stilografiche della serie denominata [[Ivorine]], anche se l'utilizzo più esteso venne probabilmente fatto dalla [[Conway Stewart]] per la produzione di alcune delle sue più originali penne colorate.
    
Il materiale però, proprio per la sua porosità, e per la caratteristica di essere leggermente solubile in acqua, si dimostrò fragile, poco stabile e venne abbandonato quasi subito, cosa che rende le penne costruite con esso molto rare.  
 
Il materiale però, proprio per la sua porosità, e per la caratteristica di essere leggermente solubile in acqua, si dimostrò fragile, poco stabile e venne abbandonato quasi subito, cosa che rende le penne costruite con esso molto rare.  
      
== Metallo ==
 
== Metallo ==
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== Riferimenti Esterni ==
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* http://www.kamakurapens.com/Archive/TheRHRPen.html Articolo sull'ebanite rossa
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* http://materials.penandco.com/accueil_us.html Articolo sui materiali
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?ID=264 Primo articolo sulla caseina
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?ID=276 Secondo articolo sulla caseina
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?ID=279 Terzo articolo sulla caseina
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* http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?ID=296 Quarto articolo sulla caseina

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