Una Etiopia

Storia

 
Una Etiopia in versione da signora

L'Etiopia viene spesso citata come il più raro e pregiato fra i modelli prodotti dall'Aurora. A lungo infatti fra i collezionisti è stata narrata una storia, del tutto falsa, per cui questa penna sarebbe stata prodotta dall'azienda su esplicita richiesta del governo fascista per essere fornita in dotazione agli ufficiali in occasione della guerra d'Abissinia.

La storia, le cui origini sono ignote, è completamente inventata, la penna infatti venne commercializzata normalmente, e compare nei cataloghi a partire dalla data del 1936, quando la guerra era già finita (la proclamazione dell'Impero è del maggio 1936), e vi rimase almeno fino al 1938. Pertanto è abbastanza evidente che la penna non era stata prodotta per essere consegnata agli ufficiali inviati in guerra. Essa risulta inoltre commercializzata dai punti di vendita Aurora, come riscontrato in varie locandine, e realizzata anche in versione da signora, come nell'esempio precedente.

Più realisticamente si è trattato di una abile manovra commerciale posta in atto dall'Aurora che produsse questo modello per sfruttare la propaganda del regime e l'ondata di entusiasmo da questa indotto creando una penna celebrativa per la costituzione dell'impero.[1] Benché sia stata considerata una penna rarissima, in realtà la sua versione più famosa, quella bianco avorio, è tutto sommato abbastanza comune, sono invece estremamente rari i colori grigio e verde, mentre paiono esistere solo due esemplari in viola.

In particolare si presume che le versioni colorate siano state prodotte in un secondo momento (compaiono in un catalogo del 1938 e non in quello più antico del 1936) quando l'effetto promozionale legato alla campagna d'Abissinia si era probabilmente esaurito, e siano anche per questo molto più rare. Nonostante si tratti di una penna poco comune, la Etiopia bianca è assai meno rara di quanto si pensi, ed è abbastanza comune trovarla nei pen show, anche se a prezzi spesso proibitivi.

Caratteristiche tecniche

La Etiopia è una penna estremamente semplice con caricamento a contagocce e dal punto di vista tecnico risulta essere totalmente arretrata rispetto ai suoi tempi, ma essendo stata realizzata come penna celebrativa della campagna di Abissinia e del raggiungimento dell'Impero, proclamava di essere in grado di funzionare nel deserto, e le sue caratteristiche tecniche erano dettate non tanto da ragioni funzionali o di innovazione, quanto promozionali.

La scelta del caricamento a contagocce e della riserva di inchiostro in pillole del fondello rispondevano pertanto alla necessità di poter scrivere anche in condizioni estreme, in cui non fossero disponibili boccette di inchiostro, come nel deserto africano.

Materiali

L'Etiopia venne realizzata in celluloide, la clip e le finiture erano in metallo dorato, mentre il pennino era realizzato in oro a 14 carati.

Sistema di riempimento

L'Etiopia è dotata di un banale sistema di riempimento a contagocce, assolutamente inconsueto (anche perché totalmente antiquato) per l'epoca, la cui sola caratteristica distintiva, comunque già riscontrata nei classici modelli di trench pen destinati ai militari della prima guerra mondiale prodotte da aziende come la Parker o la Swan, era quella di essere dotata di una riserva di pastiglie di inchiostro poste in un serbatoio accessibile svitando il fondello.

Versioni

La più comune versione della Etiopia era quella realizzata completamente (sezione compresa) in celluloide bianco avorio, contraddistinta da una ampia vera grecata sul cappuccio posta fra due anelli dorati. Il cappuccio stesso era decorato con una incisione dell'aquila imperiale fascista sotto la quale era riportato il nome della penna: Etiopia. Inoltre il logo dell'Aurora era inciso verticalmente sulla sezione del pennino.

 
Logo Aurora

Il fermaglio presenta la stessa forma affusolata con terminazione a punta di cravatta usata sulla Superna, ma è montato direttamente sulla testa del cappuccio che ha una copertura in metallo dorato. Esiste anche una versione da signora, con anellino posto in testa al cappuccio. Il fondello è piatto a forma di tronco di cono, e svitabile per accedere al serbatoio delle pastiglie di inchiostro. E' realizzato nello stesso materiale del corpo della penna per la versione bianca, ed in celluloide nera per gli altri colori.

Di questa prima versione esistono diverse varianti, a parte le versioni colorate, fatte risalire all'incirca al 1938; è nota una versione con sezione nera e caricamento a pulsante, che si ipotizza sia stata realizzata a scopi promozionali. Infine ci sono delle versioni che presentano l'incisione "Colonial Sand and Stone Co." e la dicitura "Made in Italy" sulla confezione e sul cappuccio delle pasticche di inchiostro; queste vennero prodotte su commissione di tale Generoso Pope, proprietario della azienda di esportazione omonima, che le usava come penne promozionali.[2]

Infine esiste il cosiddetto modello Etiopia Tropical, sostanzialmente identico alla normale Etiopia se non per il fatto che l'incisione dell'aquila imperiale era sostituita dal disegno di una palma.

Colori

L'Etiopia venne prodotta in soli quattro colori. Di questi il più comune, forse anche perché introdotto per primo, è il bianco avorio. Sono invece molto rari il grigio ed il verde marmorizzato, e del viola si conoscono solo un paio di esemplari. I quattro colori compaiono in un catalogo del 1938, mentre il modello bianco compare in quello del 1936.

Pennini

 
Una rara versione del pennino di una Etiopia

La misura più comune ritrovata sui modelli di Etiopia è quella di un pennino Aurora marcato 2 e mezzo. Esiste però una versione dotata di un pennino contraddistinto dall'incisione di un'aquila, marcato con la caratura 585 in un rombo, sovrastante la scritta 14 KT, che sembra nettamente più rara (al momento è stata ritrovata soltanto su due esemplari), e le cui origini sono incerte.

Misure

Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.

Versione Lunghezza Altre misure: lunghezze, diametri, pesi
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Riepilogo delle informazioni disponibili

Si riportano di seguito tutte le informazioni raccolte in riferimento ai modelli trattati in questa pagina, a partire dai relativi dati di cronologia, i vari riferimenti attinenti gli stessi trovati sul web e le immagini pubblicate sul wiki (fotografie, scansioni di pubblicità, di foglietti di istruzioni e garanzia, di documenti correlati, ecc.) disponibili al riguardo.

Cronologia

Anno Avvenimento
1936 l'azienda introduce le Etiopia
1937 Isaia Levi fonda la Sapem, Società anonima penne e matite, e gli conferisce la Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora
1937 l'azienda introduce le Etiopia colorate (data incerta, successiva a quella di introduzione)
1938 l'azienda dismette le Etiopia (data incerta)

Riferimenti esterni

  • [1] Una discussione su FPN con molte informazioni interessanti
  • [2] Articolo per Stylophiles che trasmette acriticamente il mito della rarità dell'Etiopia (di cui esistono senz'altro molti più che dieci esemplari)
  • [3] Articolo di analisi della bufala sulla Etiopia

Note

  1. come del resto testimoniato dalla produzione di una medaglietta commemorativa associata alla penna che citava il 9 maggio del 16° anno dell'era fascista.
  2. come riportato su questa discussione del forum.

Materiale disponibile

Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.