Lavaggio di una penna stilografica

Una penna in ammollo

Il lavaggio di una penna stilografica è una delle più comuni operazioni di manutenzione, ma nonostante sia concettualmente semplice, è anche una delle operazioni sulle quali esistono tante e diverse opinioni, metodologie, e ... talvolta anche idiosincrasie.

Il primo punto da chiarire allora è che se si usa una stilografica con continuità e mantenendo lo stesso tipo di inchiostro, il lavaggio (almeno quello interno) può tranquillamente non essere necessario. Se proprio ci si sente a disagio si può dare una sciacquata al pennino sotto il rubinetto o in una bacinella, ma si tenga conto che la frenesia della pulizia (spesso con materiali o metodologie inappropriate) è una delle cause più comuni di danneggiamento delle stilografiche.

Il secondo punto da tenere ben presente è che un conto è dover lavare una penna per un cambio di inchiostro o per riporla, un altro è metterla a bagno per rimediare ad una incrostazione. Ci concentreremo sul primo caso, per il secondo si rimanda alla pagina sulla pulizia del sistema di alimentazione. Normalmente per il lavaggio si utilizza solo dell'acqua a temperatura ambiente, e non è assolutamente necessario ricorrere agli ausili chimici di pulizia, che servono solo in casi particolari. Ma su alcune penne antiche occorre stare attenti anche all'uso dell'acqua, che danneggia la galalite. Da evitare in maniera assoluta l'uso solventi come l'alcol (derivato presumibilmente dall'impiego che se ne fa per sciogliere l'inchiostro delle penne a sfera) che danneggia quasi tutti i materiali di cui son fatte le pnne. Per un normale lavaggio le variabili da tenere in considerazione solitamente sono:

  • il tempo di ammollo,
  • la temperatura dell'acqua,
  • gli eventuali "detersivi" da usare.

Il tempo di ammollo è il più importante delle tre variabili e dipende dalla situazione. Se la penna è rimasta ferma e si deve rimediare ad una incrostazione o ad un intasamento è solitamente molto lungo, infatti l'inchiostro, soprattutto quando si secca e resta in quello stato per molto tempo, non è facilmente solubile. In questo caso però più che di manutenzione si tratta di ripristino, e come detto per queste problematiche si rimanda alla pagina sulla pulizia del sistema di alimentazione.

Se invece si vuole semplicemente fare un lavaggio un po' più approfondito può bastare un ammollo fino a che la penna non disperde più inchiostro nell'acqua. In generale non è necessario immergere l'intera penna, basta la punta, o, nel caso sia facilmente smontabile, come per una penna con caricamento a cartuccia, l'intera sezione; immergere l'intera penna, oltre che essere inutile nella gran parte dei casi, può risultare fatale se la penna è in galalite, con risultati disastrosi come questo.

Una volta immersa la parte da lavare è opportuno cambiare periodicamente l'acqua, diciamo un paio di volte al giorno. Di nuovo non conviene farsi prendere dalla frenesia e prosciugare l'acquedotto cambiando l'acqua non appena si nota un po' di diffusione d'inchiostro. La presenza di inchiostro già sciolto non varia significativamente la velocità di scioglimento di quello mancante, di certo non in maniera sufficiente a recuperare il tempo perso nel togliere e rimettere l'acqua.

Si possono comunque velocizzare alcune fasi ricorrendo a degli opportuni ausili di lavaggio, ma si tenga comunque presente che per una pulizia completa ed approfondita si deve dar tempo all'inchiostro residuo contenuto nell'alimentatore di sciogliersi, e per semplice diffusione questo tempo può essere molto lungo, per cui in caso di tali esigenze si può pensare di usare una apparecchiatura specifica come la lavatrice inventata per gioco dal reparto tecnico del forum.

Per quanto riguarda la temperatura dell'acqua quella consigliata è quella ambiente, ma anche se si usa acqua tiepida (fino a 30-40 °C) non si dovrebbero presentare problemi di deformazioni con i vari materiali. Resta comunque da considerare il fatto che, a meno di non avere una vasca termica termostata, anche se inizialmente tiepida, l'acqua tenderà inevitabilmente a portarsi alla temperatura ambiente in tempi relativamente brevi. Per questo motivo si consiglia l'uso di acqua a temperatura ambiente in tutti quei casi in cui si debba tenere la penna a bagno per periodi di tempo superiori alla decina di minuti.

Il punto più controverso resta quello sugli eventuali detersivi da utilizzare. A qualcuno sembra impossibile ottenere una vera pulizia se non aggiunge un qualche tipo di detergente al lavaggio. Si deve però tenere conto che i tensioattivi in genere servono a rimuovere i grassi, e l'inchiostro stilografico non è fatto di grassi. Infatti gli inchiostri stilografici sono normalmente delle soluzioni, il che significa che i relativi pigmenti sono "solubili" in acqua. Non è affatto detto che lo siano altrettanto, o di più, in sapone, alcool, varechina o ammoniaca, tutte sostanze che potrebbero invece essere aggressive sul materiale della penna.

Conoscendo il tipo di resina plastica della vostra stilografica potete cercare (per esempio in rete) una tabella di compatibilità del materiale rispetto alle altre sostanze, e provare ad utilizzarle. Ma per la manutenzione ordinaria non ci risultano evidenze significative di una maggiore pulizia con l'uso di detersivi di varia natura, per cui l'uso della sola acqua resta comunque l'opzione più sicura e potrà al massimo (nel caso davvero un detergente possa essere più efficace) richiedere un po' più di tempo.

Altro accorgimento motivato da ragioni più psicologiche che reali è quello dell'uso di acqua distillata, dettato da remore nei confronti di immaginifici depositi calcarei per l'evaporazione dell'acqua una volta finito il lavaggio. Un rapido calcolo sul deposito di calcare probabile e atteso, dimostra che per depositare un grammo di carbonato di calcio sono necessari numeri dell'ordine di 30000 asciugature ed evaporazioni, anche con acqua molto calcarea.