Sigillatura delle penne e materiali

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Spesso, facendo manutenzione alle nostre penne (e soprattutto se datate) ci troviamo di fronte alla necessità di sigillare alcuni accoppiamenti. Tipicamente il fusto con la sezione. I materiali che normalmente vengono usati sono molteplici. Vediamo i principali e le loro caratteristiche:

Sigillante per penne

Il Sigillante per penne riproposto da Ottorino è il sigillante per eccellenza in quanto ricavato direttamente da un documento della Sheaffer. Questo sigillante sicuramente garantisce una ottima tenuta e non crea problemi ai materiali. Può essere ammorbidito per un eventuale smontaggio riscaldando le parti. Per contro non è facilmente pulibile e richiede una preparazione un poco laboriosa. Nell'ottica della preparazione per un uso futuro è sicuramente consigliabile. In caso di bisogno immediato si può dirottare su altri sigillanti più facilmente reperibili

  • [1] una discussione con ricetta alternativa

Gommalacca (shellac)

La gommalacca è il sigillante che fino a qualche anno or sono è stato usato dalla maggior parte di noi. Garantisce una buona tenuta, è facile da realizzare e può essere ammorbidito per un eventuale smontaggio riscaldando le parti ( a circa 60°C). I lati negativi sono che la resina nel tempo tende a cristallizzare e che la pulizia delle parti non è agevole ( ma possibile) e come per il Sigillante per penne occorre prepararlo prima, quindi, anche in questo caso, se serve un sigillante nell'immediato occorre rivolgersi altrove

Cere

Tra le cere abbiamo due categorie: le cere naturali e le cere minerali.

Le cere naturali (cera d'api o cera carnauba) possono essere utilizzate per sigillare gli accoppiamenti. Le cere naturali presentano le seguenti caratteristiche: malleabilità a temperatura ambiente; punto di fusione sui 45°C (quindi con acqua calda o d un fon); una volta fusa presenta una elevata viscosità (quindi non cola) ed è insolubile in acqua. Il fatto che sia malleabile a temperatura ambiente e che possa essere fusa con l'ausilio di un fon ci permette di utilizzarla facilmente sui filetti di accoppiamento tra una sezione ed un fusto. Per contro, data la relativa bassa temperatura di fusione occorre fare attenzione dove lasceremo la nostra penna. Per esempio, d'estate l'abitacolo di una auto al sole può raggiungere i 60-65°C e quindi la tenuta potrebbe risentirne (inoltre a quelle temperature parecchie resine plastiche cominciano a deformarsi sotto carico)

Tra le cere minerali, forse la più nota è la paraffina ch'è una miscela semisolida di idrocarburi. Le caratteristiche e le metodologie d'uso sono analoghe a quelle delle cere naturali. Unica variazione di nota è la temperatura di fusione che, in funzione del tipo di paraffina, varia da 45 a 65°C. Occorre tenere presente le paraffine industriali (ovvero le paraffine non bianche), se usate spesso e senza protezioni (es. guanti), possono essere rischiose per la salute:

"Diversamente dalle frazioni più raffinate (petrolato bianco) impiegate nei preparati cosmetici e farmaceutici, le frazioni meno raffinate (petrolato giallo, ambrato, marrone) destinate a impieghi industriali possono contenere residui cancerogeni come gli idrocarburi policiclici aromatici, e pertanto solo a queste frazioni industriali l'Unione europea ha applicato la frase di rischio R45 con la nota N specifica delle sostanze che possono provocare il cancro" ( https://it.wikipedia.org/wiki/Paraffina)

Catrame (puro)

Bitume

Grasso siliconico