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| Il nuovo materiale restava stabile e brillante anche dopo molti mesi di esposizione al sole, ed essendo molto duro risultava estremamente resistente rispetto ai graffi ed all'usura. Nel giro di un anno la [[Pilot]] riuscì a vendere più penne in ''[[Laccanite]]'' di quante ne avesse vendute in totale fino ad allora. Questo pose le basi per il successo dell'azienda, che si portò in vetta al mercato giapponese, fino ad allora dominato dalla [[Sailor]], dalla [[Swan]] e dalla [[San-essu]]. | | Il nuovo materiale restava stabile e brillante anche dopo molti mesi di esposizione al sole, ed essendo molto duro risultava estremamente resistente rispetto ai graffi ed all'usura. Nel giro di un anno la [[Pilot]] riuscì a vendere più penne in ''[[Laccanite]]'' di quante ne avesse vendute in totale fino ad allora. Questo pose le basi per il successo dell'azienda, che si portò in vetta al mercato giapponese, fino ad allora dominato dalla [[Sailor]], dalla [[Swan]] e dalla [[San-essu]]. |
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− | [[Image:Pilot-Maki-E-Pavone-Open.jpg|thumb|Una Pilot in ''[[Maki-e]]'' degli anni '20]] | + | [[File:Pilot-Flattop-MakiE-Lever-Pavone-Open.jpg|thumb|Una Pilot in ''[[Maki-e]]'' degli anni '20]] |
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| La [[Pilot]] cercò anche, grazie al nuovo materiale che era nettamente superiore all'ebanite, di espandersi sul mercato internazionale ottenendo brevetti sia negli Stati Uniti che in Inghilterra,<ref>la data del brevetto è il 21 settembre [[1926]], con {{Cite patent|US|1600293}} che viene riportato sul corpo della penna, cosa che può aiutare a mettere un punto fermo nella datazione (se ritrovato indica che la penna è posteriore alla data indicata)</ref> ma si dovette scontrare con l'avvento della [[celluloide]] che nello stesso periodo venne adottata dai principali produttori americani, per cui il nuovo materiale non ebbe il successo che avrebbe potuto ottenere solo pochi anni prima.<ref>ancorché non nel mondo delle penne, [http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=294&tname=Ron+Dutcher+on+Pens viene riportato] che il materiale riscosse l'interesse, per le sue migliori caratteristiche di isolante elettrico, della General Electric</ref> | | La [[Pilot]] cercò anche, grazie al nuovo materiale che era nettamente superiore all'ebanite, di espandersi sul mercato internazionale ottenendo brevetti sia negli Stati Uniti che in Inghilterra,<ref>la data del brevetto è il 21 settembre [[1926]], con {{Cite patent|US|1600293}} che viene riportato sul corpo della penna, cosa che può aiutare a mettere un punto fermo nella datazione (se ritrovato indica che la penna è posteriore alla data indicata)</ref> ma si dovette scontrare con l'avvento della [[celluloide]] che nello stesso periodo venne adottata dai principali produttori americani, per cui il nuovo materiale non ebbe il successo che avrebbe potuto ottenere solo pochi anni prima.<ref>ancorché non nel mondo delle penne, [http://www.pentrace.net/penbase/Data_Returns/full_article.asp?id=294&tname=Ron+Dutcher+on+Pens viene riportato] che il materiale riscosse l'interesse, per le sue migliori caratteristiche di isolante elettrico, della General Electric</ref> |
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| Gli anni '60 e '70 sono forse fra i più significativi nella produzione dell'azienda, la quale, pur muovendosi con successo nel mercato della penna a sfera usa e getta, continuò a distinguersi per la produzione di stilografiche di notevole interesse. Nel 1964, in coincidenza con le Olimpiadi di Tokyo, vennero introdotti sul mercato due modelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia più recente della penna stilografica. | | Gli anni '60 e '70 sono forse fra i più significativi nella produzione dell'azienda, la quale, pur muovendosi con successo nel mercato della penna a sfera usa e getta, continuò a distinguersi per la produzione di stilografiche di notevole interesse. Nel 1964, in coincidenza con le Olimpiadi di Tokyo, vennero introdotti sul mercato due modelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia più recente della penna stilografica. |
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− | La [[Elite]], riprendeva, riportandolo in chiave moderna, l'idea stilistica apparsa in alcune penne degli anni XXX come YYY, con un cappuccio di grande dimensione che va a coprire quasi interamente il corpo della penna, che così, quando viene chiusa, assume dimensioni molto ridotte. Una volta inserito il cappuccio sul fondo questo invece viene a costituire una estensione del corpo, riportando la penna ad una dimensione e maneggevolezza tipica di una penna normale. | + | La [[Elite]], riprendeva, riportandolo in chiave moderna, l'idea stilistica apparsa in alcune penne degli anni '20 e -30 come la [[Barrel in the cap]] o la [[Sport]], con un cappuccio di grande dimensione che va a coprire quasi interamente il corpo della penna, che così, quando viene chiusa, assume dimensioni molto ridotte. Una volta inserito il cappuccio sul fondo questo invece viene a costituire una estensione del corpo, riportando la penna ad una dimensione e maneggevolezza tipica di una penna normale. |
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| Ancor più rivoluzionaria era però la [[Capless]], con un pennino ritraibile all'interno del corpo della penna tramite un meccanismo azionato da un pulsante analogo a quello diventato comune sulle penne a sfera. Benché esistessero precursori come la [[Asterope]] della [[Aurora]] o la [[Pullman]] della [[Météore]], la penna resta unica nel suo genere, e, sia pure con variazioni nello stile e nella forma, viene prodotta ancora oggi restando uno dei modelli simbolo dell'azienda. | | Ancor più rivoluzionaria era però la [[Capless]], con un pennino ritraibile all'interno del corpo della penna tramite un meccanismo azionato da un pulsante analogo a quello diventato comune sulle penne a sfera. Benché esistessero precursori come la [[Asterope]] della [[Aurora]] o la [[Pullman]] della [[Météore]], la penna resta unica nel suo genere, e, sia pure con variazioni nello stile e nella forma, viene prodotta ancora oggi restando uno dei modelli simbolo dell'azienda. |