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| [[Image:1938-10-Waterman-Cartridge.jpg|thumb|left|Pubblicità del caricamento a cartuccia]] | | [[Image:1938-10-Waterman-Cartridge.jpg|thumb|left|Pubblicità del caricamento a cartuccia]] |
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− | E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio ''Waterman''. Nel [[1936]] venne sviluppata una prima versione pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel [[1954]] l'ultimo modello storico di grande successo della ''Waterman'', la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per ''Cartridge Filler'') che di nuovo venne prodotta in Francia. Gli stabilimenti americani infatti erano ormai allo sfascio e vengono chiusi quello stesso anno. | + | E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio ''Waterman''. Nel [[1936]] venne sviluppata una prima versione pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel [[1954]] l'ultimo modello storico di grande successo della ''Waterman'', la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per ''Cartridge Filler'') che di nuovo venne prodotta in Francia. Gli stabilimenti americani infatti erano ormai allo sfascio e vennero chiusi quello stesso anno. |
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− | Ma la produzione comunque prosegue negli stabolimenti inglesi, dove nel [[1955]] viene lanciata la linea ''"[[Waterman Wx|W]"'' ed in quello francesi. Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta (in realtà a livello di brevetti il primato spetterebbe alla [[Duo-Cart]], ma sul mercato internazionale questo ruolo lo prese la [[Waterman CF|CF]]) venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione, ma questo non bastò a risollevare un'azienda ormai morente.
| + | Con il lancio sul mercato internazionale della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta (in realtà a livello di brevetti il primato della creazione spetterebbe alla [[Duo-Cart]]) ma questo ruolo lo prese la [[Waterman CF|CF]]) venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione, ma questo non bastò a risollevare un'azienda ormai morente. |
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− | La produzione proseguì negli anni successivi fuori dagli Stati Uniti con la [[X-pen]], una imitazione (ma più semplice e destinata alla produzione economica) della [[Parker 61]], ma nonostante il successo della [[Waterman CF|CF]] l'azienda non riuscì a rialzarsi e fallì nel [[1957]].<ref>le notizie relative agli anni finali della ''Waterman'' sono tratte da [http://dirck.delint.ca/beta/?page_id=630 questo articolo].</ref> Nel [[1959]] la BIC rilevò tutti gli assetti dell'azienda. La produzione negli stabilimenti inglesi proseguì fino ai primi anni '70. | + | La produzione proseguì negli anni successivi fuori dagli Stati Uniti: negli stabilimenti inglesi, dove nel [[1955]] venne lanciata la linea ''"[[Waterman Serie W|W]"'', ed in quelli francesi della ''[[JiF]]-Waterman''. Sempre in quegli anni venne lanciata la [[X-pen]], una imitazione (ma più semplice e destinata alla produzione economica) della [[Parker 61]]. Ma nonostante tutti gli sforzo ed il successo della [[Waterman CF|CF]], l'azienda non riuscì a rialzarsi e fallì nel [[1957]].<ref>le notizie relative agli anni finali della ''Waterman'' sono tratte da [http://dirck.delint.ca/beta/?page_id=630 questo articolo].</ref> Nel [[1959]] la BIC rilevò tutti gli assetti dell'azienda. La produzione negli stabilimenti inglesi proseguì fino ai primi anni '70. |
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− | In questi stessi anni la ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di ''Jules Fagard'', ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel [[1971]] la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio ''Waterman'', e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca. | + | In questi stessi anni però la ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di ''Jules Fagard'', ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '50 e '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel [[1971]] la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio ''Waterman'' e tutti i resti dell'azienda originale, e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca. |
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