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| Solo nel 1929, con l'introduzione della [[Patrician]], la [[Waterman]] si decise a produrre una penna in [[celluloide]], ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'''Onyx'' o il ''Moss Agathe''. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla [[Waterman]]) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione. | | Solo nel 1929, con l'introduzione della [[Patrician]], la [[Waterman]] si decise a produrre una penna in [[celluloide]], ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'''Onyx'' o il ''Moss Agathe''. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla [[Waterman]]) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione. |
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− | Negli anni successivi la produzione di penne proseguì sempre seguendo l'approccio tradizionalista dell'azienda, che vide la nascita di nuovi modelli in [[celluloide]] come la serie [[Waterman 94]] o la [[Lady Patricia]], versione per signore della [[Patrician]] non dotati di particolari innovazioni. L'azienda restò sempre legata al sistema di [[caricamento a levetta]], e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo delle penne trasparenti, avviato dalla [[Vacumatic]] della [[Parker]], rispose solo nel 1936 introducendo il modello [[Ink-Vue]]. Allo stile ''[[Streamlined]]'' introdotto dalla [[Balance]] della [[Sheaffer]] rispose nel 1939 con la [[Hundred Year]]. Al [[pennino coperto]] della [[Parker]] [[51]] ripose nel 1945 con la [[Taperite]]. | + | Negli anni successivi la produzione di penne proseguì sempre seguendo l'approccio tradizionalista dell'azienda, che vide la nascita di nuovi modelli in [[celluloide]] come la serie [[Waterman 94]] o la [[Lady Patricia]], versione per signore della [[Patrician]] non dotati di particolari innovazioni. Nel 1933 anche i modelli [[Ripple]] vennero prodotti in celluloide (in questo caso nera) e ad essi venne affiancata anche una nuova serie economica [[Waterman 32|32]] in celluloide colorata. |
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− | A causa della sua incapacità di rinnovarsi il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi fino alla seconda guerra mondiale, ed essa subì, come tutti gli altri principali produttori dell'epoca, la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel 1954, e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel 1959 per produrre penne a sfera.
| + | L'azienda restò sempre molto legata al sistema di [[caricamento a levetta]], e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo dei nuovi sistemi di caricamento che consentivano di realizzare delle penne trasparenti, avviato dalla [[Vacumatic]] della [[Parker]], rispose solo nel 1935 introducendo il modello [[Ink-Vue]], che resta praticamente l'unico modello storico di rilievo ad adottare un caricamento diverso dalla classica levetta. Di questo stesso periodo è la produzione dei modelli economici [[Junior]] (molto simili alla [[Waterman 32|32]]). |
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− | La [[Waterman]] sarebbe così del tutto scomparsa se non fosse stata per le capacità imprenditoriali di ''Jules Fagard'', che fin dal 1926 aveva creato una filiale francese sostanzialmente autonoma. Fagard, titolare della produzione delle matite meccaniche marchiate ''[[JiF]]'' non solo aveva commercializzato con successo i prodotti dell'azienda abbinandole alle proprie matite, ma aveva creato stabilimenti di produzione in Francia e realizzato versioni specifiche per il mercato europeo (sono di particolare interesse collezionistico le ''[[Safety]]'' realizzate con [[overlay|rivestimenti]] ornamentali in metalli preziosi). Per questo motivo in Francia la produzione [[Waterman]] era diffusa principalmente con il marchio ''[[JiF]]-Waterman''.
| + | Una delle poche innovazioni della azienda fu l'introduzione, nel 1939 della [[Hundred Year]], caratterizzata dall'uso della [[lucite]] come nuovo materiale e da linee molto più moderne (realizzate dal disegnatore industriale [http://en.wikipedia.org/wiki/John_Vassos John Vassos]), ma la penna rimase ancorata al [[caricamento a levetta]]. Per quanto interessante la penna arrivò forse in anticipo sui tempi e venne completamente oscurata dall'enorme successo della [[Parker 51]] di due anni dopo. Di nuovo l'azienda seguì in ritardo la nuova tendenza del [[pennino coperto]], cui ripose solo nel 1945 con la [[Taperite]]. |
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− | E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima grande innovazione legata al marchio [[Waterman]]. Nel 1936 venne sviluppata la prima versione realmente pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel 1953 l'ultimo modello storico di grande successo della [[Waterman]], la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per ''Cartridge Filler''). Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, così la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio [[Waterman]] all'apice dell'innovazione.
| + | Il passaggio alla produzione in plastica proseguì con una serie di varianti della serie [[Taperite]] realizzate negli anni successivi, ma senza raggiungere nessun risultato significativo; il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi, ed essa subì, come tutti gli altri principali produttori dell'epoca, la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel 1954, e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel 1959 per produrre penne a sfera. |
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− | La ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di Jules Fagard, ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e continuò la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre stessa. Nel 1971 la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio [[Waterman]], e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne di buona qualità in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca. | + | Con la chiusura degli impianti produttivi americani, restarono comunque in piedi le filiali inglesi e francesi, e la [[Waterman]] sarebbe così del tutto scomparsa se non fosse stata per le capacità imprenditoriali di ''Jules Fagard'', che fin dal 1926 aveva creato una filiale francese sostanzialmente autonoma. Fagard, titolare della produzione delle matite meccaniche marchiate ''[[JiF]]'' non solo aveva commercializzato con successo le penne della [[Waterman]] abbinandole alle proprie matite, ma aveva creato stabilimenti di produzione in Francia e realizzato versioni specifiche per il mercato europeo (sono di particolare interesse collezionistico le ''[[Safety]]'' realizzate con [[overlay|rivestimenti]] ornamentali in metalli preziosi). Per questo motivo in Francia la produzione [[Waterman]] era diffusa principalmente con il marchio ''[[JiF]]-Waterman''. |
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| + | E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio [[Waterman]]. Nel 1936 venne sviluppata la prima versione realmente pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con [[Waterman Cartridge|versioni modificate]] delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel 1953 l'ultimo modello storico di grande successo della [[Waterman]], la [[Waterman CF|CF]] (sigla che sta appunto per ''Cartridge Filler'')che di nuovo venne prodotta in Francia. Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la ''[[JiF]]-Waterman'', dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione. |
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| + | La produzione proseguì negli anni successivi con la [[X-pen]], una imitazione (ma più semplice) della [[Parker 61]]. La ''[[JiF]]-Waterman'' (oggi divisione della [http://en.wikipedia.org/wiki/Newell_Rubbermaid Newell Rubbermaid]) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di Jules Fagard, ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel 1971 la ''[[JiF]]-Waterman'' acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio [[Waterman]], e continua ad operare ancora oggi come '''Waterman S.A.''', producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca. |
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