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| Nel primo dopoguerra vennero prodotti modelli in celluloide fra i quali si distinguono in particolare quelli in colore marmorizzato rosso perla, denominati ''XXX'' per la somiglianza del colore a quello delle carpe ornamentali che vengono allevate nei laghetti dei giardini giapponesi. | | Nel primo dopoguerra vennero prodotti modelli in celluloide fra i quali si distinguono in particolare quelli in colore marmorizzato rosso perla, denominati ''XXX'' per la somiglianza del colore a quello delle carpe ornamentali che vengono allevate nei laghetti dei giardini giapponesi. |
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− | Nel [[1955]] venne introdotta la serie [[Pilot Super|Super]], caratterizzata da un pennino a forma di unghia e da un particolare sistema di caricamento, detto ''[[switch filler]]'' (dal giapponese "nokku"), un meccanismo dotato si una specie di interruttore sulla sommità del meccanismo interno, azionabile in alcuni modelli anche dall'esterno. | + | Nel [[1955]]<ref>l'anno viene citato nella [https://www.pilot.co.jp/100th/en/history/ storia] dei primi cento anni dell'azienda.</ref> venne introdotta la serie [[Pilot Super|Super]], caratterizzata da un pennino a forma di unghia e da un particolare sistema di caricamento, detto ''[[switch filler]]'' (dal giapponese "nokku"), un meccanismo dotato si una specie di interruttore sulla sommità del meccanismo interno, azionabile in alcuni modelli anche dall'esterno. |
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− | Gli anni '60 e '70 sono forse fra i più significativi nella produzione dell'azienda, la quale, pur muovendosi con successo nel mercato della penna a sfera usa e getta, continuò a distinguersi per la produzione di stilografiche di notevole interesse. Nel 1963, in coincidenza con le Olimpiadi di Tokyo, vennero introdotti sul mercato due modelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia più recente della penna stilografica. | + | Gli anni '60 e '70 sono forse fra i più significativi nella produzione dell'azienda, la quale, pur muovendosi con successo nel mercato della penna a sfera usa e getta, continuò a distinguersi per la produzione di stilografiche di notevole interesse. In questo periodo vennero introdotti sul mercato due modelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia più recente della penna stilografica. |
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− | La [[Pilot Elite|Elite]], riprendeva, riportandolo in chiave moderna, l'idea stilistica apparsa in alcune penne degli anni '20 e '30 come la [[Longshort]], la [[Barrel in the Cap]] o la [[Sport]], con un cappuccio di grande dimensione che va a coprire quasi interamente il corpo della penna, che così, quando viene chiusa, assume dimensioni molto ridotte. Una volta inserito il cappuccio sul fondo questo invece viene a costituire una estensione del corpo, riportando la penna ad una dimensione e maneggevolezza tipica di una penna normale.
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− | Ancor più rivoluzionaria era però la [[Capless]], con un pennino ritraibile all'interno del corpo della penna tramite un meccanismo azionato da un pulsante analogo a quello diventato comune sulle penne a sfera. Benché esistessero precursori come la [[Asterope]] della [[Aurora]] o la [[Pullman]] della [[Météore]], la penna resta unica nel suo genere, e, sia pure con variazioni nello stile e nella forma, viene prodotta ancora oggi restando uno dei modelli simbolo dell'azienda.
| + | Nel [[1963]]<ref>questo è l'anno che viene indicato nella [https://www.pilot.co.jp/100th/en/history/ storia] dei primi cento anni dell'azienda.</ref> venne lanciato un modello rivoluzionario, la [[Capless]], con un pennino ritraibile all'interno del corpo della penna tramite un meccanismo azionato da un pulsante analogo a quello diventato comune sulle penne a sfera. Benché esistessero precursori come la [[Asterope]] della [[Aurora]] o la [[Pullman]] della [[Météore]], la penna resta unica nel suo genere per l'imbattibile praticità del meccanismo e, sia pure con variazioni nello stile e nella forma, viene prodotta ancora oggi restando uno dei modelli simbolo dell'azienda. |
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− | Un ultimo modello storico, nonostante la sue recenti origini, è la [[Murex]], caratterizzata come la [[Parker T1]] di cui è sostanzialmente contemporanea, da un pennino costruito come estensione del corpo della penna. Al contrario della [[T1]], che nonostante il titanio risultò essere una penna delicata, la [[Murex]] era caratterizzata di una robustezza eccezionale, essendo interamente realizzata in uno speciale acciaio usato per la produzione di ferri chirurgici. | + | Nel [[1968]]<ref>anche in questo caso si è fatto riferimento a quanto viene indicato nella [https://www.pilot.co.jp/100th/en/history/ storia] dei primi cento anni dell'azienda.</ref> venne prodotta, come parte della serie [[Pilot Elite|Elite]], la [[Pilot Elite|Elite S]] che riprendeva, riportandolo in chiave moderna, l'idea stilistica apparsa in alcune penne degli anni '20 e '30 come la [[Longshort]], la [[Barrel in the Cap]] o la [[Sport]], con un cappuccio di grande dimensione che va a coprire quasi interamente il corpo della penna, che così, quando viene chiusa, assume dimensioni molto ridotte. Una volta inserito il cappuccio sul fondo questo invece viene a costituire una estensione del corpo, riportando la penna ad una dimensione e maneggevolezza tipica di una penna normale. |
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| + | Un ultimo modello di grande rilevanza, nonostante la sue recenti origini, è la [[Murex]], caratterizzata come la [[Parker T1]] di cui è sostanzialmente contemporanea, da un pennino costruito come estensione del corpo della penna. Al contrario della [[Parker T1|T1]], che nonostante il titanio risultò essere una penna delicata, la [[Murex]] era caratterizzata di una robustezza eccezionale, essendo interamente realizzata in uno speciale acciaio usato per la produzione di ferri chirurgici. |
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