− | L'[[ebanite]] è un materiale inventato<ref>si vedano le voci [http://it.wikipedia.org/wiki/Ebanite italiana] e [http://en.wikipedia.org/wiki/Ebonite inglese] di Wikipedia, che presentano però delle discordanze, in particolare sull'attribuzione dell'invenzione a O. Meyer e a T. Hancock per la prima e a ''Charles Goodyear'' per la seconda.</ref> nel 1843 e prodotto con un procedimento di vulcanizzazione della gomma in cui la gomma naturale viene mescolata ad una percentuale variabile (dal 20 al 50%) di zolfo, ed indurita mantenendola ad alta temperatura per un tempo prolungato (alcune ore intorno ai 150°). L'ebanite viene generalmente prodotta in fogli, barre o lastre, che devono essere successivamente lavorati, non è infatti possibile una realizzazione a stampo. | + | L'ebanite è un materiale inventato<ref>si vedano le voci [http://it.wikipedia.org/wiki/Ebanite italiana] e [http://en.wikipedia.org/wiki/Ebonite inglese] di Wikipedia, che presentano però delle discordanze, in particolare sull'attribuzione dell'invenzione a O. Meyer e a T. Hancock per la prima e a ''Charles Goodyear'' per la seconda.</ref> nel 1843 e prodotto con un procedimento di vulcanizzazione della gomma in cui la gomma naturale viene mescolata ad una percentuale variabile (dal 20 al 50%) di zolfo, ed indurita mantenendola ad alta temperatura per un tempo prolungato (alcune ore intorno ai 150°). L'ebanite viene generalmente prodotta in fogli, barre o lastre, che devono essere successivamente lavorati, non è infatti possibile una realizzazione a stampo. |
| L'ebanite è un materiale duro e fragile, molto resistente alla corrosione da parte degli acidi, e si ammorbidisce quando viene scaldato. E' un ottimo isolante elettrico. Risulta di facile lavorazione ed è stata utilizzata sia per la costruzione di oggetti che come isolante elettrico (uso che mantiene ancora oggi). Deve il suo nome<ref>in inglese ''ebonite'', o più comunemente ''hard rubber'' dato che ''ebonite'' era un nome commerciale.</ref> all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano. La sue caratteristiche di resistenza agli agenti chimici la han vista impiegare per molti anni come isolante, rivestimento di parti soggette a corrosione e come involucro delle batterie delle auto. | | L'ebanite è un materiale duro e fragile, molto resistente alla corrosione da parte degli acidi, e si ammorbidisce quando viene scaldato. E' un ottimo isolante elettrico. Risulta di facile lavorazione ed è stata utilizzata sia per la costruzione di oggetti che come isolante elettrico (uso che mantiene ancora oggi). Deve il suo nome<ref>in inglese ''ebonite'', o più comunemente ''hard rubber'' dato che ''ebonite'' era un nome commerciale.</ref> all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano. La sue caratteristiche di resistenza agli agenti chimici la han vista impiegare per molti anni come isolante, rivestimento di parti soggette a corrosione e come involucro delle batterie delle auto. |
| Il materiale soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende le penne in ebanite poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente. Inoltre con l'esposizione alla luce, all'umidità ed al calore lo zolfo presente nel materiale tende ad ossidarsi, e ad affiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale. Questa patina è indice dell'età di una penna, e anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non la ritengono rispettosa dello stato della penna. | | Il materiale soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende le penne in ebanite poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente. Inoltre con l'esposizione alla luce, all'umidità ed al calore lo zolfo presente nel materiale tende ad ossidarsi, e ad affiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale. Questa patina è indice dell'età di una penna, e anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non la ritengono rispettosa dello stato della penna. |
− | Oltre alla fragilità meccanica, l'altro difetto fondamentale dell'ebanite, almeno dal punto di vista dei produttori di stilografiche, è relativo alla sostanziale impossibilità di colorazione. Il colore naturale dell'ebanite infatti è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazie all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).<ref>per maggiori dettagli tecnici si può fare riferimento a questo [http://www.kamakurapens.com/Archive/TheRHRPen.html articolo].</ref> Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica [[RHR|ebanite rossa]], alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ([[Mottled]], [[Rippled]], ecc.) fino alla produzione, portata avanti sostanzialmente dalla sola [[Waterman]]<ref>anche se sono noti [[Tibaldi Flattop|modelli]] [[Tibaldi]] in ebanite colorata.</ref> nella sua ostinazione a non abbandonare questo materiale, di colori come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa. Ma alla fine nessuno di questi colori poteva competere con la brillantezza offerta dai nuovi materiali, ed in particolare dalla celluloide, e l'ebanite è stata progressivamente abbandonata come materiale usato per il corpo della penna, restando impiegata però fino ai nostri giorni nella produzione degli alimentatori.<ref>anche se oggi questo avviene solo per le penne di maggior pregio, dato che questo materiale non può essere lavorato a stampo.</ref> | + | Oltre alla fragilità meccanica, l'altro difetto fondamentale dell'ebanite, almeno dal punto di vista dei produttori di stilografiche, è relativo alla sostanziale impossibilità di colorazione. Il colore naturale dell'ebanite infatti è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazie all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).<ref>per maggiori dettagli tecnici si può fare riferimento a questo [http://www.kamakurapens.com/Archive/TheRHRPen.html articolo].</ref> Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica [[RHR|ebanite rossa]], alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ([[Mottled]], [[Rippled]], ecc.) fino alla produzione, portata avanti sostanzialmente dalla sola [[Waterman]]<ref>anche se sono noti [[Tibaldi Flattop|modelli]] [[Tibaldi]] in ebanite colorata.</ref> nella sua ostinazione a non abbandonare questo materiale, di colori come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa. Ma alla fine nessuno di questi colori poteva competere con la brillantezza offerta dai nuovi materiali, ed in particolare dalla [[celluloide]], e l'ebanite è stata progressivamente abbandonata come materiale usato per il corpo della penna, restando impiegata però fino ai nostri giorni nella produzione degli alimentatori.<ref>anche se oggi questo avviene solo per le penne di maggior pregio, dato che questo materiale non può essere lavorato a stampo.</ref> |