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| [[Image:LeverSchema.svg|center|500px|Schema di una penna con [[caricamento a levetta]] ]] | | [[Image:LeverSchema.svg|center|500px|Schema di una penna con [[caricamento a levetta]] ]] |
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− | In realtà la progenitura della [[Sheaffer]] è posta seriamente in discussione; esistono infatti versioni precedenti di questo sistema di caricamento (un brevetto dello svedese Johansson del 1898 ed uno dell'americano Barnes del 1903) la presenza delle quali ha poi consentito ad altre aziende, come la [[Waterman]], di utilizzare delle varianti dello stesso sistema. E' comunque senz'altro attribuibile ai massicci investimenti della [[Sheaffer]] il successo del sistema e la sua enorme diffusione. | + | In realtà la progenitura della [[Sheaffer]] è posta seriamente in discussione; esistono infatti versioni precedenti di questo sistema di caricamento, un brevetto dello svedese Johansson del 1898 ed uno dell'americano Barnes ({{Cite patent|US|726495}}) del 1903, la presenza delle quali ha poi consentito ad altre aziende, come la [[Waterman]], di utilizzare delle varianti dello stesso sistema. E' comunque senz'altro attribuibile ai massicci investimenti della [[Sheaffer]] il successo del sistema e la sua enorme diffusione. |
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| Nel caso del brevetto della [[Sheaffer]] il meccanismo prevede l'applicazione della pressione al sacchetto utilizzando una leva che va a premere su una barretta metallica elastica (la cosiddetta ''spring bar'') sagomata forma di "J", questa viene inserita nel corpo della penna con la parte curva verso il fondo in modo da fare aderire la parte diritta sul fusto della penna, in corrispondenza della levetta. In molti casi la pressione sul sacchetto non viene esercitata direttamente dalla ''spring bar'', ma a questa viene agganciata ad una ''[[pressure bar]]'' che è quella che viene premuta contro il sacchetto. | | Nel caso del brevetto della [[Sheaffer]] il meccanismo prevede l'applicazione della pressione al sacchetto utilizzando una leva che va a premere su una barretta metallica elastica (la cosiddetta ''spring bar'') sagomata forma di "J", questa viene inserita nel corpo della penna con la parte curva verso il fondo in modo da fare aderire la parte diritta sul fusto della penna, in corrispondenza della levetta. In molti casi la pressione sul sacchetto non viene esercitata direttamente dalla ''spring bar'', ma a questa viene agganciata ad una ''[[pressure bar]]'' che è quella che viene premuta contro il sacchetto. |
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| In posizione di riposo la levetta viene alloggiata orizzontalmente in una fessura praticata lateralmente nel corpo della penna. Nella versione originale di [[Sheaffer]] essa veniva mantenuta in posizione tramite un sottile perno metallico che la attraversava centralmente, inserito direttamente nel fusto della penna, che veniva traforato per l'occorrenza. Sollevando la levetta da un lato l'altro lato spinge verso il basso la barretta di pressione, che così comprime il sacchetto. | | In posizione di riposo la levetta viene alloggiata orizzontalmente in una fessura praticata lateralmente nel corpo della penna. Nella versione originale di [[Sheaffer]] essa veniva mantenuta in posizione tramite un sottile perno metallico che la attraversava centralmente, inserito direttamente nel fusto della penna, che veniva traforato per l'occorrenza. Sollevando la levetta da un lato l'altro lato spinge verso il basso la barretta di pressione, che così comprime il sacchetto. |
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− | Come accennato esistono numerose versioni diverse di questo meccanismo. La [[Waterman]] ad esempio, per eludere il brevetto della [[Sheaffer]], introdusse, basandosi su un altro brevetto, una leva imperniata direttamente all'interno di una gabbietta metallica che conteneva tutto il meccanismo. Questa a sua volta veniva fissata con delle alette alla penna, utilizzando come alloggiamento una apposita fessura laterale creata nel fusto. | + | Come accennato esistono numerose versioni diverse di questo meccanismo. La [[Waterman]] ad esempio, per eludere il brevetto della [[Sheaffer]], introdusse, basandosi sul brevetto di Barnes, una leva imperniata direttamente all'interno di una gabbietta metallica che conteneva tutto il meccanismo. Questa a sua volta veniva fissata con delle alette alla penna, utilizzando come alloggiamento una apposita fessura laterale creata nel fusto. |
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| Un sistema più efficiente, utilizzato in seguito da altri produttori compresa la stessa [[Sheaffer]], prevede invece che la levetta sia mantenuta nella sua posizione tramite un anello metallico che la attraversa. Questo viene inserito all'interno della penna e mantenuto in posizione tramite una apposita scanalatura praticata internamente sul fusto, in corrispondenza dell'apertura laterale da cui alloggia la levetta stessa. Questo sistema presenta il notevole vantaggio di una maggiore robustezza meccanica, dato che non necessita di praticare fori per il perno nel materiale del fusto, che nelle penne in ebanite risultava spesso piuttosto fragile. | | Un sistema più efficiente, utilizzato in seguito da altri produttori compresa la stessa [[Sheaffer]], prevede invece che la levetta sia mantenuta nella sua posizione tramite un anello metallico che la attraversa. Questo viene inserito all'interno della penna e mantenuto in posizione tramite una apposita scanalatura praticata internamente sul fusto, in corrispondenza dell'apertura laterale da cui alloggia la levetta stessa. Questo sistema presenta il notevole vantaggio di una maggiore robustezza meccanica, dato che non necessita di praticare fori per il perno nel materiale del fusto, che nelle penne in ebanite risultava spesso piuttosto fragile. |