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| == Storia == | | == Storia == |
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− | Nel 1832 ''Carl Hornemann'', un chimico figlio di un incisore di targhe e insegnante d'arte, fondò nei pressi Gross-Munzel una sua fabbrica di vernici e colori da pittura, la nascita ufficiale della ''Hornemann's Paint and Ink Factory'' è però normalmente fatta risalire al 1838,<ref>questo è anche quello riconosciuto come anno ufficiale di fondazione dall'azienda stessa.</ref> data di pubblicazione del primo catalogo dell'azienda. Dieci anni dopo, dovendo affrontare difficoltà di distribuzione, l'azienda si trasferì nei pressi di Hannover. Nel 1863 ''Günther Wagner'' si associò ad Hornemann, e nel 1871, con il ritiro di questi, acquisì l'azienda reintestandola a suo nome. | + | Nel [[1832]] ''Carl Hornemann'', un chimico figlio di un incisore di targhe e insegnante d'arte, fondò nei pressi Gross-Munzel una sua fabbrica di vernici e colori da pittura, la nascita ufficiale della ''Hornemann's Paint and Ink Factory'' è però normalmente fatta risalire al [[1838]],<ref>questo è anche quello riconosciuto come anno ufficiale di fondazione dall'azienda stessa.</ref> data di pubblicazione del primo catalogo dell'azienda. Dieci anni dopo, dovendo affrontare difficoltà di distribuzione, l'azienda si trasferì nei pressi di Hannover. Nel [[1863]] ''Günther Wagner'' si associò ad Hornemann, e nel [[1871]], con il ritiro di questi, acquisì l'azienda reintestandola a suo nome. |
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− | E' dalle attività di ''Günther Wagner'' che ha origine la crescita dell'azienda, questi nel 1878 è fra i primi a registrare l'azienda sotto il marchio [[Pelikan]], ancor prima che esistesse una legislazione sui marchi di fabbrica. L'azienda assunse lo stemma di famiglia di come logo; questo rappresentava un pellicano che nutre i suoi piccoli, a simbolizzare la cura che l'azienda avrebbe avuto per i suoi dipendenti. Negli anni successivi l'azienda si espanse nel mercato europeo (a partire dall'Austria) ed allargò la sua linea di produzione. | + | E' dalle attività di ''Günther Wagner'' che ha origine la crescita dell'azienda, questi nel [[1878]] è fra i primi a registrare l'azienda sotto il marchio [[Pelikan]], ancor prima che esistesse una legislazione sui marchi di fabbrica. L'azienda assunse lo stemma di famiglia di come logo; questo rappresentava un pellicano che nutre i suoi piccoli, a simbolizzare la cura che l'azienda avrebbe avuto per i suoi dipendenti. Negli anni successivi l'azienda si espanse nel mercato europeo (a partire dall'Austria) ed allargò la sua linea di produzione. |
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− | A partire dal 1895, e per oltre sessanta anni, l'azienda venne diretta da ''Fritz Beindroff'', genero di ''Günther Wagner'', che dopo aver lavorato come rappresentante per la ditta ne assunse il controllo. Iniziò una espansione internazionale, con sedi aperte a Londra, Zurigo, Parigi e New York. Nel 1898 venne lanciata sul mercato la serie di inchiostri ''Pelikan 4001'',<ref>nel sito dell'azienda viene riportato il 1901, ma Jürghen Ditter e Martin Lehmann nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', riportano la citazione in un catalogo del 1898.</ref> ad oggi ancora in produzione, e nel 1904 una colla per carta (la ''Pelikanol'') di grande successo. Nel 1906 a causa dell'espansione degli affari l'azienda dovette acquistare una nuova sede di 25000 mq che dopo sette anni dovette essere ingrandita fino a 43000 mq per ospitare oltre 1000 dipendenti. In questo periodo la [[Pelikan]] produceva colori per artisti, oltre 160 varietà di inchiostro, carta assorbente, carta carbone, colla ed una grande varietà di articoli di cancelleria. | + | A partire dal [[1895]], e per oltre sessanta anni, l'azienda venne diretta da ''Fritz Beindroff'', genero di ''Günther Wagner'', che dopo aver lavorato come rappresentante per la ditta ne assunse il controllo. Iniziò una espansione internazionale, con sedi aperte a Londra, Zurigo, Parigi e New York. Nel [[1898]] venne lanciata sul mercato la serie di inchiostri ''Pelikan 4001'',<ref>nel sito dell'azienda viene riportato il [[1901]], ma Jürghen Ditter e Martin Lehmann nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', riportano la citazione in un catalogo del [[1898]].</ref> ad oggi ancora in produzione, e nel 1904 una colla per carta (la ''Pelikanol'') di grande successo. Nel [[1906]] a causa dell'espansione degli affari l'azienda dovette acquistare una nuova sede di 25000 mq che dopo sette anni dovette essere ingrandita fino a 43000 mq per ospitare oltre 1000 dipendenti. In questo periodo la [[Pelikan]] produceva colori per artisti, oltre 160 varietà di inchiostro, carta assorbente, carta carbone, colla ed una grande varietà di articoli di cancelleria. |
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| [[Image:Pelikan-112-Capped.jpg|thumb|Una [[Pelikan 112]].]] | | [[Image:Pelikan-112-Capped.jpg|thumb|Una [[Pelikan 112]].]] |
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− | L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel 1929 essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. | + | L'azienda subì un pesante arresto a causa della prima guerra mondiale, dato che oltre il 40% della sua produzione era diretto al mercato estero, ma si riprese, ritornando ad essere uno dei principali produttori di inchiostri e cancelleria del mondo. Ma l'azienda cercò da subito di ampliare la sua produzione, e sia pure molto tardivamente nel [[1929]] essa fece un ingresso eclatante sul mercato delle penne stilografiche, introducendo il primo modello con [[caricamento a stantuffo]], di cui aveva acquisito il brevetto due anni prima. |
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− | Il [[caricamento a stantuffo]] infatti è una invenzione di ''Theodor Kovacs'', un ingegnere che lo brevettò nel 1923 insieme ad uno strumento per il disegno tecnico che poi diventò il ''[[Graphos]]''. Inizialmente Kovacs si associò per metterlo in produzione con i fratelli ''Edmund'' e ''Mavro Moster'', proprietari della ditta croata ''[[Penkala]]''. Questi però si trovarono in difficoltà finanziarie e non riuscirono mai a metterlo in produzione, per cui riottenuta la disponibilità dello stesso, Kovacs nel 1927 vendette il brevetto alla [[Pelikan]].<ref>in realtà alla ''[[Penkala]]'' restò la disponibilità del brevetto per la Jugoslavia ed altri paesi (Grecia, Turchia, Egitto) fino al 1939, Kovacs inoltre contattò diversi produttori, fra cui [[Montblanc]] e [[Soennecken]] ma solo la [[Pelikan]] si dimostrò interessata anche al futuro ''[[Graphos]]''.</ref> Dopo due anni di accurate ricerche nacque la prima stilografica della [[Pelikan]], la [[Pelikan 100|100]], una vera rivoluzione nel mondo della stilografica europea, che fino ad allora era rimasto sostanzialmente legato al caricamento [[safety]]. | + | Il [[caricamento a stantuffo]] infatti è una invenzione di ''Theodor Kovacs'', un ingegnere che lo brevettò nel 1923 insieme ad uno strumento per il disegno tecnico che poi diventò il ''[[Graphos]]''. Inizialmente Kovacs si associò per metterlo in produzione con i fratelli ''Edmund'' e ''Mavro Moster'', proprietari della ditta croata ''[[Penkala]]''. Questi però si trovarono in difficoltà finanziarie e non riuscirono mai a metterlo in produzione, per cui riottenuta la disponibilità dello stesso, Kovacs nel [[1927]] vendette il brevetto alla [[Pelikan]].<ref>in realtà alla ''[[Penkala]]'' restò la disponibilità del brevetto per la Jugoslavia ed altri paesi (Grecia, Turchia, Egitto) fino al [[1939]], Kovacs inoltre contattò diversi produttori, fra cui [[Montblanc]] e [[Soennecken]] ma solo la [[Pelikan]] si dimostrò interessata anche al futuro ''[[Graphos]]''.</ref> Dopo due anni di accurate ricerche nacque la prima stilografica della [[Pelikan]], la [[Pelikan 100|100]], una vera rivoluzione nel mondo della stilografica europea, che fino ad allora era rimasto sostanzialmente legato al caricamento [[safety]]. |
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| [[Image:1931-Pelikan-100.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan 100]] degli anni '30.]] | | [[Image:1931-Pelikan-100.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan 100]] degli anni '30.]] |
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| La [[Pelikan 100|100]] era realizzata in maniera impeccabile in tutte le sue parti, e non solo nel nuovo sistema di caricamento. Era dotata di sezione trasparente per la visualizzazione dell'inchiostro ben tre anni prima che i prototipi della [[Vacumatic]] iniziassero ad introdurre questa nuova tendenza nel mercato americano, aveva un alimentatore brevettato ben funzionante, una funzionale ''[[washer clip|clip ad anello]]'' che ricordava il becco di un pellicano ed era dotata di un ottimo pennino flessibile. La [[Pelikan]] organizzò una grande campagna promozionale per la nuova penna, e per superare le barriere doganali creò impianti produttivi in tutta Europa (Bucarest, Zurigo, Sofia, Parigi, Zagabria, Varsavia, Barcellona, Milano...) e pure in America Latina. | | La [[Pelikan 100|100]] era realizzata in maniera impeccabile in tutte le sue parti, e non solo nel nuovo sistema di caricamento. Era dotata di sezione trasparente per la visualizzazione dell'inchiostro ben tre anni prima che i prototipi della [[Vacumatic]] iniziassero ad introdurre questa nuova tendenza nel mercato americano, aveva un alimentatore brevettato ben funzionante, una funzionale ''[[washer clip|clip ad anello]]'' che ricordava il becco di un pellicano ed era dotata di un ottimo pennino flessibile. La [[Pelikan]] organizzò una grande campagna promozionale per la nuova penna, e per superare le barriere doganali creò impianti produttivi in tutta Europa (Bucarest, Zurigo, Sofia, Parigi, Zagabria, Varsavia, Barcellona, Milano...) e pure in America Latina. |
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− | I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel 1930 (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotto il modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. | + | I modelli iniziali subirono diverse evoluzioni nelle caratteristiche costruttive, il corpo era realizzato inizialmente in [[bachelite]] trasparente rivestito per buona parte da una banda di [[celluloide]] (la cosiddetta ''[[binde]]'') a scopo decorativo e protettivo, versioni successive videro il passaggio alla celluloide anche per il corpo. Inizialmente la banda era prodotta solo nei due colori verde o nero. Nel [[1930]] (anche se taluni riportano il 1931) venne introdotto il modello [[Pelikan 111|111]] in cui la banda era realizzata in oro 14k con decorazione ''[[guilloché]]'' e due verette sul cappuccio. Anche le versioni normali, prodotte inizialmente con un cappuccio liscio senza decorazioni, vennero ristilizzate prima inserendo anche su di esse le due verette sul cappuccio, e l'anno successivo rendendo la testina dello stesso più affusolata ed effettuando diverse modifiche sull'intera penna. |
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− | A partire dal 1931 (ma c'è chi riporta la data del 1932) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[Pelikan 100|100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[100|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. | + | A partire dal [[1931]] (ma c'è chi riporta la data del [[1932]]) apparvero nuove versioni e nuovi colori. Alla [[Pelikan 100|100]] si aggiunsero bande prodotte in nuovi colori come grigio, rosso e giallo (in ordine di rarità crescente) marmorizzati, il blu lapislazzulo, il marmorizzato nero/grigio/rosso, altri colori più rari, come il marrone o grigio a pelle di lucertola ed il tartaruga sono di introduzione successiva e sono restati in produzione per periodi di tempo più brevi. Infine vennero introdotti nuovi modelli di lusso, la [[100|110]], con corpo e cappuccio in metallo placcato oro, e la [[Pelikan 112|112]] con corpo e cappuccio in oro 14k. |
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| Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. | | Infine in questo stesso anno venne introdotto quello che viene considerato uno dei capolavori della azienda, il modello [[Pelikan T111|T111]], noto come ''[[Toledo]]'', caratterizzato da una banda in acciaio<ref>e non argento, come riporta qualcuno, ingannato forse dal materiale usato dai modelli recenti.</ref> inciso a mano con il logo ed altri motivi moreschi, e placcato in oro con uno stile che ricorda quello delle incisioni praticate a Toledo, da cui deriva il nome, in realtà sostanzialmente errato, della penna. |
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− | Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal 1932 venne introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, commercializzata in seguito con questo nome quando già era presente la [[Ibis]], con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]]. Nel 1934 la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta. | + | Per coprire le fasce più basse del mercato a partire dal [[1932]] venne introdotto il modello [[Rappen]], con forma più affusolata ed una sola vera sul cappuccio, realizzato inizialmente con la parte inferiore del corpo in materiale trasparente di colore blu a cui era fissato direttamente un serbatoio di gomma coperto da un fondello in ebanite, rimosso il quale si poteva riempire direttamente la penna. Una seconda versione, commercializzata in seguito con questo nome quando già era presente la [[Ibis]], con la sezione trasparente di colore verde, venne equipaggiata con il classico [[caricamento a stantuffo]]. Nel [[1934]] la [[Pelikan]] iniziò ad abbinare alle sue penne una matita meccanica, la ''Auch Pelikan'', contraddistinta dai numeri ''200'' per la versione normale e ''210'' per la più rara versione corta. |
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− | Colori analoghi a quelli presenti nel modello base vennero usati anche per il modello [[Pelikan 100|101]] introdotto nel 1935 circa, caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello stesso materiale della banda e prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola. Di questo modello vennero prodotte anche delle versioni con la testina del cappuccio ribassata (in stile [[military clip|militare]]), diffusi solo per il mercato estero. Questi colori sono piuttosto rari in quanto non riscontrarono il gradimento del pubblico tedesco, molto tradizionalista, che non gradiva le penne colorate, propendendo per le versioni nere o verde e nero. | + | Colori analoghi a quelli presenti nel modello base vennero usati anche per il modello [[Pelikan 100|101]] introdotto nel [[1935]] circa, caratterizzato per avere il cappuccio realizzato nello stesso materiale della banda e prodotto, oltre ai precedenti anche nei colori verde giada, arancio e blu marmorizzato. A questi colori, abbinati al classico cappuccio nero, si aggiunsero versioni nere ma con testina del cappuccio e manopola dello stantuffo in ebanite rossa, o con il corpo nero ed il tubo del cappuccio lucertola. Di questo modello vennero prodotte anche delle versioni con la testina del cappuccio ribassata (in stile [[military clip|militare]]), diffusi solo per il mercato estero. Questi colori sono piuttosto rari in quanto non riscontrarono il gradimento del pubblico tedesco, molto tradizionalista, che non gradiva le penne colorate, propendendo per le versioni nere o verde e nero. |
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| [[Image:194x-Pelikan-100N.jpg|thumb|Pubblicità della [[Pelikan 100N]] degli anni '40.]] | | [[Image:194x-Pelikan-100N.jpg|thumb|Pubblicità della [[Pelikan 100N]] degli anni '40.]] |
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− | In questi anni i materiali subirono diversi cambiamenti, con una progressiva conversione dall'ebanite alla celluloide, prima per i cappucci, poi per il corpo ed infine anche per parti del meccanismo, ed in particolare per il fondello, che nel 1936 divenne liscio, dando origine a quella che alcuni chiamano la [[100|100C]]. Lo stesso anno il modello [[Rappen]] venne sostituito dalla [[Ibis 130]]. | + | In questi anni i materiali subirono diversi cambiamenti, con una progressiva conversione dall'ebanite alla celluloide, prima per i cappucci, poi per il corpo ed infine anche per parti del meccanismo, ed in particolare per il fondello, che nel [[1936]] divenne liscio, dando origine a quella che alcuni chiamano la [[100|100C]]. Lo stesso anno il modello [[Rappen]] venne sostituito dalla [[Ibis 130]]. |
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− | Il 1937 vide la nascita della [[Pelikan 100N]],<ref>c'è chi riporta il 1938, in cui pare la penna sia stata lanciata sul mercato tedesco, ma la data corretta per l'introduzione sul mercato internazionale dovrebbe essere questa, secondo quanto riportato da Dittmer e Lehman.</ref> una completa ristilizzazione della [[100]]. La nuova penna aveva un fondello affusolato e corpo e cappuccio di maggiori dimensioni. La testa del cappuccio portava un nuovo marchio più stilizzato, e la penna era realizzata quasi totalmente in celluloide, anche se i primi modelli possono essere trovati con parti in ebanite e con il vecchio logo. La vecchia [[100]] comunque restò in produzione fino alla interruzione totale della produzione a causa della guerra avvenuta nel 1944. | + | Il [[1937]] vide la nascita della [[Pelikan 100N]],<ref>c'è chi riporta il [[1938]], in cui pare la penna sia stata lanciata sul mercato tedesco, ma la data corretta per l'introduzione sul mercato internazionale dovrebbe essere questa, secondo quanto riportato da Dittmer e Lehman.</ref> una completa ristilizzazione della [[100]]. La nuova penna aveva un fondello affusolato e corpo e cappuccio di maggiori dimensioni. La testa del cappuccio portava un nuovo marchio più stilizzato, e la penna era realizzata quasi totalmente in celluloide, anche se i primi modelli possono essere trovati con parti in ebanite e con il vecchio logo. La vecchia [[100]] comunque restò in produzione fino alla interruzione totale della produzione a causa della guerra avvenuta nel [[1944]]. |
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| [[Image:Pelikan101N-Tortoise-OpenTop.jpg|thumb|left|Una [[Pelikan 101N]].]] | | [[Image:Pelikan101N-Tortoise-OpenTop.jpg|thumb|left|Una [[Pelikan 101N]].]] |
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− | Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[100]] (e con la [[100|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal 1939 vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''[[Emegè]]'' dal nome del distributore locale che stanco di effettuare riparazioni su modelli non venduti da lui iniziò a incidere il suo nome sulle penne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la ''Magnum'', una versione di grandi dimensioni della [[100N]]. | + | Nella realizzazione del nuovo modello alcune delle colorazioni più inusuali presenti con la [[100]] (e con la [[100|101]]) non vennero più prodotte, mantenendo solo i colori nero, verde, grigio e tartaruga, questo almeno per quanto riguarda la produzione tedesca, che dal [[1939]] vide anche la scomparsa dei pennini in oro, a causa delle restrizioni imposte dalla guerra, sostituiti da pennini in cromo-nichel (marcati ''CN'') o in palladio (marcati ''Pd''). Nel periodo travagliato della guerra infatti vennero prodotti, dai vari stabilimenti posti al di fuori della Germania, diversi modelli fra cui spiccano quelli portoghesi, marcati ''[[Emegè]]'' dal nome del distributore locale che stanco di effettuare riparazioni su modelli non venduti da lui iniziò a incidere il suo nome sulle penne. Questi commercializzò anche alcuni modelli peculiari, come la ''Magnum'', una versione di grandi dimensioni della [[100N]]. |
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− | Nel 1942 la produzione della [[Ibis]] venne fermata, e dal 1944 al 1947 la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La [[Pelikan]] non subì danni significativi ma produzione dopo la guerra ripartì molto lentamente, le fabbriche estere o vennero chiuse o furono espropriate, ci sono comunque tracce di tentativi di creare una produzione autonoma da parte della filiale svizzera. Nel 1946 ancora le linee di produzione non erano state ristabilite ed i macchinari dovevano essere finiti di riparare,<ref>Dittmer e Lehman accennano al fatto che la direzione dell'azienda stava contemplando il passaggio all'uso della plastica ad iniezione, passaggio bloccato da Kovacs che vi vedeva un ulteriore ritardo nella ripresa della produzione (e nella riscossione dei relativi diritti di brevetto).</ref> ed è solo l'anno successivo che ricominciarono le consegne. | + | Nel [[1942]] la produzione della [[Ibis]] venne fermata, e dal [[1944]] al [[1947]] la produzione venne completamente interrotta per la guerra. La [[Pelikan]] non subì danni significativi ma produzione dopo la guerra ripartì molto lentamente, le fabbriche estere o vennero chiuse o furono espropriate, ci sono comunque tracce di tentativi di creare una produzione autonoma da parte della filiale svizzera. Nel 1946 ancora le linee di produzione non erano state ristabilite ed i macchinari dovevano essere finiti di riparare,<ref>Dittmer e Lehman accennano al fatto che la direzione dell'azienda stava contemplando il passaggio all'uso della plastica ad iniezione, passaggio bloccato da Kovacs che vi vedeva un ulteriore ritardo nella ripresa della produzione (e nella riscossione dei relativi diritti di brevetto).</ref> ed è solo l'anno successivo che ricominciarono le consegne. |
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− | Nel 1947 la produzione venne ripresa con l'introduzione di una nuova versione della [[100N]] di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato, e dotata anche di pennini in oro, ora nuovamente disponibili. La penna era ormai prodotta completamente in celluloide o materiale plastico con una eccezione, la produzione italiana dello stabilimento di Milano che per un breve tempo continuò ad usare, prima di essere interrotta, vecchi materiali, che rende tali penne molto rare. Nel 1948 venne ripresa anche la produzione della [[Ibis|Ibis 130]]. | + | Nel [[1947]] la produzione venne ripresa con l'introduzione di una nuova versione della [[100N]] di forma sostanzialmente identica alla precedente, ma dotata di una sola vera sul cappuccio e di un fermaglio rigato, e dotata anche di pennini in oro, ora nuovamente disponibili. La penna era ormai prodotta completamente in celluloide o materiale plastico con una eccezione, la produzione italiana dello stabilimento di Milano che per un breve tempo continuò ad usare, prima di essere interrotta, vecchi materiali, che rende tali penne molto rare. Nel [[1948]] venne ripresa anche la produzione della [[Ibis|Ibis 130]]. |
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| [[Image:1952-Pelikan-400.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan]] del 1952.]] | | [[Image:1952-Pelikan-400.jpg|thumb|left|Pubblicità della [[Pelikan]] del 1952.]] |
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− | Nel 1950 la [[Pelikan]] effettuò una completa revisione di tutti i modelli, introducendo un altro capolavoro, la [[400]]. Benché il modello fosse completamente nuovo sul piano stilistico,<ref>pare però che esistano negli archivi della [[Pelikan]] delle foto di disegni preliminari di un modello sostanzialmente identico alla [[400]] antecedenti il periodo bellico.</ref> la parte tecnica riprendeva il progetto classico delle precedenti penne, con il [[caricamento a stantuffo]], un serbatoio trasparente coperto da una fascia decorativa (stavolta in celluloide striata) e la ''[[washer clip|clip a rondella]]'' bloccata da una testina realizzata in metallo dorato, ma con un inserto in celluloide con inciso il logo dell'azienda. La penna, con la nuova clip a forma di becco di pellicano e le striature verticali del corpo divenne uno dei simboli dello stile modernista del dopoguerra, ottenendo un enorme successo. | + | Nel [[1950]] la [[Pelikan]] effettuò una completa revisione di tutti i modelli, introducendo un altro capolavoro, la [[400]]. Benché il modello fosse completamente nuovo sul piano stilistico,<ref>pare però che esistano negli archivi della [[Pelikan]] delle foto di disegni preliminari di un modello sostanzialmente identico alla [[400]] antecedenti il periodo bellico.</ref> la parte tecnica riprendeva il progetto classico delle precedenti penne, con il [[caricamento a stantuffo]], un serbatoio trasparente coperto da una fascia decorativa (stavolta in celluloide striata) e la ''[[washer clip|clip a rondella]]'' bloccata da una testina realizzata in metallo dorato, ma con un inserto in celluloide con inciso il logo dell'azienda. La penna, con la nuova clip a forma di becco di pellicano e le striature verticali del corpo divenne uno dei simboli dello stile modernista del dopoguerra, ottenendo un enorme successo. |
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| La [[400]] venne realizzata in diversi colori, i principali dei quali sono lo striato verde, lo striato nero e lo striato grigio con cappuccio, fondello e sezione neri e lo striato tartaruga con cappuccio, fondello e sezione marroni. A questi si aggiunge anche un più raro striato verde con cappuccio, sezione e fondello color verde scuro. Di questi colori di gran lunga il più comune è il verde e nero, che riprende la tradizionale combinazione di colori che contraddistingue la [[Pelikan]] almeno quanto il suo logo. Sono noti poi altri colori, per lo più per cappuccio e fondello, ma anche per la sommità del cappuccio che reca il logo. | | La [[400]] venne realizzata in diversi colori, i principali dei quali sono lo striato verde, lo striato nero e lo striato grigio con cappuccio, fondello e sezione neri e lo striato tartaruga con cappuccio, fondello e sezione marroni. A questi si aggiunge anche un più raro striato verde con cappuccio, sezione e fondello color verde scuro. Di questi colori di gran lunga il più comune è il verde e nero, che riprende la tradizionale combinazione di colori che contraddistingue la [[Pelikan]] almeno quanto il suo logo. Sono noti poi altri colori, per lo più per cappuccio e fondello, ma anche per la sommità del cappuccio che reca il logo. |
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| Insieme alla [[400]] vennero introdotte anche delle versioni di lusso della stessa penna, come la [[400|500]] con il cappuccio in metallo placcato oro, la [[400|520]] con cappuccio e corpo placcato oro, la [[400|600]] con il cappuccio in oro e la [[400|700]] completamente in oro. | | Insieme alla [[400]] vennero introdotte anche delle versioni di lusso della stessa penna, come la [[400|500]] con il cappuccio in metallo placcato oro, la [[400|520]] con cappuccio e corpo placcato oro, la [[400|600]] con il cappuccio in oro e la [[400|700]] completamente in oro. |
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− | Nel 1953 la [[Ibis]] venne sostituita da un nuovo modello economico denominato [[Pelikan 140|140]], di forma più affusolata e dimensioni leggermente inferiori, con la stessa clip della [[400]]. La penna venne prodotta sia in celluloide nel tradizionale striato verde e nero, che in una serie di versioni in resina plastica a tinta unita, le più comuni delle quali sono il nero ed il verde scuro. A queste si aggiungono il rosso bordeaux, il grigio scuro e il blu scuro ed altre versioni molto rare con cappuccio tartaruga o madreperla. | + | Nel [[1953]] la [[Ibis]] venne sostituita da un nuovo modello economico denominato [[Pelikan 140|140]], di forma più affusolata e dimensioni leggermente inferiori, con la stessa clip della [[400]]. La penna venne prodotta sia in celluloide nel tradizionale striato verde e nero, che in una serie di versioni in resina plastica a tinta unita, le più comuni delle quali sono il nero ed il verde scuro. A queste si aggiungono il rosso bordeaux, il grigio scuro e il blu scuro ed altre versioni molto rare con cappuccio tartaruga o madreperla. |
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− | Alla fine del 1955 la [[400]] subì una leggera ristilizzazione, la penna venne leggermente allungata ed il fondello reso più affusolato, dando vita al modello [[400|400N]], i colori e le varianti di lusso ([[400|500N]], | + | Alla fine del [[1955]] la [[400]] subì una leggera ristilizzazione, la penna venne leggermente allungata ed il fondello reso più affusolato, dando vita al modello [[400|400N]], i colori e le varianti di lusso ([[400|500N]], |
| [[400|520N]], [[400|600N]] e [[400|700N]]) restarono comunque gli stessi.<ref>di nuovo per questa data e per quella dell'introduzione della [[400|400NN]] si fa riferimento a quanto riportato da Dittmer e Lehman nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', vedi anche [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?s=c211becf70d7be67c8b792ecb6d8a459&showtopic=59368].</ref> Lo stesso anno venne introdotto anche il modello per studenti [[120]], una versione meno rifinita della [[140]] con pennino in acciaio nelle sole misure F, B e M e prodotta esclusivamente in plastica verde con cappuccio e fondello neri. | | [[400|520N]], [[400|600N]] e [[400|700N]]) restarono comunque gli stessi.<ref>di nuovo per questa data e per quella dell'introduzione della [[400|400NN]] si fa riferimento a quanto riportato da Dittmer e Lehman nel libro ''Pelikan Schreibgeräte 1929-2004'', vedi anche [http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?s=c211becf70d7be67c8b792ecb6d8a459&showtopic=59368].</ref> Lo stesso anno venne introdotto anche il modello per studenti [[120]], una versione meno rifinita della [[140]] con pennino in acciaio nelle sole misure F, B e M e prodotta esclusivamente in plastica verde con cappuccio e fondello neri. |
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− | Nel 1956, dopo poco neanche un anno, la [[400|400N]] subì un ulteriore aggiornamento e la [[Pelikan]] introdusse la nuova [[400|400NN]], il corpo era sempre lo stesso ma la penna diventò più lunga e più snella, con una forma affusolata simile a quella della [[140]] per cappuccio e fondello (il fondello è sostanzialmente identico). La clip inoltre diventò un blocco unico con la testa del cappuccio. Anche in questo caso oltre al modello base vennero aggiornate anche le versioni di lusso ([[400|500NN]], [[400|520NN]], [[400|600NN]] e [[400|700NN]]). | + | Nel [[1956]], dopo poco neanche un anno, la [[400|400N]] subì un ulteriore aggiornamento e la [[Pelikan]] introdusse la nuova [[400|400NN]], il corpo era sempre lo stesso ma la penna diventò più lunga e più snella, con una forma affusolata simile a quella della [[140]] per cappuccio e fondello (il fondello è sostanzialmente identico). La clip inoltre diventò un blocco unico con la testa del cappuccio. Anche in questo caso oltre al modello base vennero aggiornate anche le versioni di lusso ([[400|500NN]], [[400|520NN]], [[400|600NN]] e [[400|700NN]]). |
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− | Alla fine degli anni '50 la diffusione delle penne a sfera iniziò a pesare sul mercato, insieme alle nuove tendenze stilistiche lanciate dalla [[Parker]] con la [[51]], la risposta della [[Pelikan]] fu la [[P1]] introdotta nel 1957, un modello realizzato in plastica a stampo molto simile nelle forme alla [[61]] ma con [[caricamento a stantuffo]] ed oblò trasparenti sul corpo per la visualizzazione dell'inchiostro. La penna però non ebbe in gran successo e venne ritirata dopo pochi anni. Nel 1960 (o 1959) venne introdotto il modello [[Pelikano]], una penna per studenti con cappuccio in metallo leggero (chiamato ''Silvexa'') e con pennino coperto o semicoperto in acciaio e corpo blu o rosso. | + | Alla fine degli anni '50 la diffusione delle penne a sfera iniziò a pesare sul mercato, insieme alle nuove tendenze stilistiche lanciate dalla [[Parker]] con la [[51]], la risposta della [[Pelikan]] fu la [[P1]] introdotta nel [[1957]], un modello realizzato in plastica a stampo molto simile nelle forme alla [[61]] ma con [[caricamento a stantuffo]] ed oblò trasparenti sul corpo per la visualizzazione dell'inchiostro. La penna però non ebbe in gran successo e venne ritirata dopo pochi anni. Nel [[1960]] (o [[1959]]) venne introdotto il modello [[Pelikano]], una penna per studenti con cappuccio in metallo leggero (chiamato ''Silvexa'') e con pennino coperto o semicoperto in acciaio e corpo blu o rosso. |
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| Negli anni '60 come tutti gli altri produttori la [[Pelikan]] iniziò a subire un periodo di forti difficoltà, e ci fu un cambio al vertice con il controllo che passò dalla famiglia Beindorff ad una gestione esterna. L'azienda cerco di espandersi differenziando i prodotti e cercando nuovi mercati, senza grossi successi, trovandosi in gravi difficoltà finanziarie a partire dagli anni '80, in seguito l'azienda venne trasformata in società per azioni vedendo diversi cambi di gestione. In quel periodo la [[Pelikan]] cercò di concentrarsi sul suo mercato tradizionale riprendendo la produzione della [[400]] che nonostante tutti gli anni passati ebbe un buon successo. Da allora l'azienda ha continuato a produrre stilografiche, sia nella forma di riedizioni dei modelli del passato e penne di lusso, che con nuovi modelli anche di fascia economica. | | Negli anni '60 come tutti gli altri produttori la [[Pelikan]] iniziò a subire un periodo di forti difficoltà, e ci fu un cambio al vertice con il controllo che passò dalla famiglia Beindorff ad una gestione esterna. L'azienda cerco di espandersi differenziando i prodotti e cercando nuovi mercati, senza grossi successi, trovandosi in gravi difficoltà finanziarie a partire dagli anni '80, in seguito l'azienda venne trasformata in società per azioni vedendo diversi cambi di gestione. In quel periodo la [[Pelikan]] cercò di concentrarsi sul suo mercato tradizionale riprendendo la produzione della [[400]] che nonostante tutti gli anni passati ebbe un buon successo. Da allora l'azienda ha continuato a produrre stilografiche, sia nella forma di riedizioni dei modelli del passato e penne di lusso, che con nuovi modelli anche di fascia economica. |
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| | 1832 || ''Carl Hornemann'' fonda una fabbrica di vernici, è l'inizio della [[Pelikan]] | | | 1832 || ''Carl Hornemann'' fonda una fabbrica di vernici, è l'inizio della [[Pelikan]] |
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| * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/IT/storia_pelikan.pdf Una storia] dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in italiano | | * [http://www.pelikan.com/pulse/vfs-public/pdf/IT/storia_pelikan.pdf Una storia] dell'azienda, fatta dall'azienda stessa, in italiano |
| * [http://www.levenger.com/levenger/PenHistories/History1_PEL.asp Un'altra storia] della [[Pelikan]] | | * [http://www.levenger.com/levenger/PenHistories/History1_PEL.asp Un'altra storia] della [[Pelikan]] |
| + | ==Note== |
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