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[[Immagine:Logo-Columbus.svg|center|500px|Logo Columbus]]

La [[Columbus]] è stata fondata nel [[1918]], ed è stato uno dei primi produttori di penne stilografiche nato in Italia. Le penne della [[Columbus]], come molte altre analoghe produzioni italiane, erano delle imitazioni dei modelli prodotti delle più famose ditte americane; erano però di buona qualità, e di ottima realizzazione stilistica, cosa che fa rientrare l'azienda fra le più significative del panorama italiano.{{Infobox_Marca|Columbus}}{{BrandData|Founder=Eugenio Verga, Alfredo Verga|Date=1918|Place=Milano|Country=IT|Fullname=Alfredo Verga dei Fratelli Verga Snc}}

== Storia ==

Il 19 maggio del [[1918]] i fratelli Eugenio ed Alfredo Verga fondarono a Milano la ''Alfredo Verga dei Fratelli Verga Snc'', società a nome collettivo, con sede in Corso di Porta Romana n.80. Alfredo Verga già operava come rivenditore per la [[Conway Stewart]], mentre Eugenio era stato commesso viaggiatore per la ''[[Uhlmann's Eterno]]''. Lo scopo della nuova società era quello di dedicarsi alla produzione e commercio di penne stilografiche, pennini, inchiostro e cancelleria. Eugenio scelse il nome dei prodotti, [[Columbus]], mentre Alfredo diede il suo nome all'azienda; lo stesso anno venne prodotta la prima penna, denominata ''Columbus Safety Pen nr. 1''.

[[Image:Columbus-Extra-98-Flattop-Mottled-Capped.jpg|thumb|Una [[Columbus]] in stile ''[[Flat top]]'']]

La [[Modelli iniziali Columbus|prima serie]] prodotta era costituita da [[rientranti]] in ebanite nera, realizzate in sei diverse misure, dalla 1 alla 6 ed in versione lunga o corta. Lo stile ricalcava quello dei produttori tedeschi dell'epoca (come [[Montblanc]] o [[Kaweco]]) con testa del cappuccio e fondello arrotondati, cappuccio lungo e incisione della misura sul fondello. Le penne venivano infatti prodotte con tutte le parti esterne acquistate in Germania, mentre in Italia veniva realizzato il meccanismo interno, l'assemblaggio e la rifinitura.

Come per gli altri produttori italiani le penne della [[Columbus]] erano delle imitazioni dei più noti modelli dell'epoca, ma essendo prodotte localmente potevano essere vendute a prezzi molto più bassi. La gran parte della produzione iniziale della [[Columbus]] era costituita da penne di tipo ''[[safety]]'' rivestite in metallo decorato (le cosiddette ''[[overlay]]'') placcato in oro a 18 o 14 carati. Le penne erano di buona qualità tecnica, e le decorazioni utilizzate erano molto raffinate, in assoluto fra le migliori dell'epoca (e nettamente superiori a quelle dei modelli esteri che imitavano).

L'attività ebbe un buon successo e nel [[1924]] il marchio [[Columbus]] venne registrato ufficialmente al {{Marchio|26261}}<ref>Letizia Jacopini riporta su "La storia della stilografica in Italia" il numero 23247, trascritto su molte penne, che presumibilmente fa riferimento al fatto che il marchio è registrato al Vol.247, N.23 del registro dei marchi, anche se il numero progressivo è diverso.</ref> presso il ministero dell'economia. Da questa data le penne riportarono una iscrizione estesa (rispetto al precedente nome ''Columbus'') riportante anche il numero di registrazione e la dicitura ''sicurezza garantita''. Nello stesso periodo l'azienda ampliò la produzione, con l'introduzione di nuove versioni in metallo laminato in oro.

In questo periodo, posto nella prima metà degli anni '20, si assiste anche ad un cambiamento di stile, passato dall'imitazione dei modelli tedeschi a quella dei modelli americani. Il cambiamento viene indicato da taluni come conseguenza della nascita, nel [[1927]], della nuova [[Columbus]] di Eugenio Verga, ma esistono<ref>sulla [http://www.columbuspenne.it/Columbus/carte_storiche.html sezione storica] è presente una lettera del [[1926]] che indica chiaramente un modello con il nuovo stile a estremità piatte analogo a quello delle rientranti [[Waterman]].</ref> chiari riferimenti a penne con questo stile prodotte nel periodo precedente la separazione dei fratelli Verga, ed in [[:Categoria:Columbus-Catalogo-Safety-192x|questo catalogo]] sicuramente precedente la divisione essi compaiono insieme.

Nella prima metà degli anni '20 venne introdotta la [[Columbus 670]] un nuovo modello di [[rientranti|rientrante]] molto simile alla [[Waterman 42]],<ref>nella [http://www.columbuspenne.it/Columbus/1918-1930.html sezione storica] del sito dell'azienda dedicata alle penne della produzione più antica una [[Columbus 670]] viene datata al [[1924]].</ref> prodotto in sole tre versioni, normale, sottile, e da signore. Queste vennero prodotte in ebanite nera, rossa o fiammata, e venne inoltre ampliata la gamma dei [[overlay|rivestimenti]] disponibili; alle semplici incisioni a macchina si aggiunsero decorazioni a bassorilievo o a galleria e questa lavorazione diventò uno dei punti di forza dell'azienda, tanto che essa commercializzava anche penne [[Waterman]] e [[Montblanc]] con rivestimenti proprio.<ref>come inequivocabilmente dimostrato da [[:Categoria:Columbus-Catalogo-Safety-192x|questo catalogo]].</ref> E' degna di nota la produzione di questa penna con una incisione della stella di Davide sul corpo della penna (riportata anche sulle confezioni) come frutto di un accordo fra la [[Columbus]] ed il ghetto di Milano. Lo stesso simbolo si trova comunque anche su altri modelli.

Nel [[1927]], la produzione di [[rientranti]] incominciò a subire gli effetti dell'evoluzione del mercato, orientato verso sistemi di caricamento più funzionali. Di fronte alle difficoltà l'azienda si sciolse e le attività dei due fratelli si separarono, Alfredo si mise in proprio dando vita alla ''[[Omega A.V.M.]]'' mentre Eugenio, restato titolare del marchio [[Columbus]], decise di proseguire le sue attività da solo, dando vita ad una ditta individuale con il suo nome.

[[Image:ColumbusSpoonFiller.jpg|thumb|Estratto dal brevetto del nuovo sistema di caricamento]]

Pur mantenendo la produzione dei precedenti modelli, la nuova [[Columbus]] iniziò da subito a porre l'attenzione non solo sulla produzione ma anche sull'evoluzione tecnica: venne realizzato un nuovo alimentatore a doppia scanalatura, utilizzato sui modelli di punta fino agli anni '40, ed iniziò la sperimentazione dell'uso della [[celluloide]]. L'azienda poi cercò di posizionarsi sul mercato mirando alla produzione di penne che fossero di buona qualità generale ma vendute ai prezzi più bassi possibili. Nel [[1929]] venne poi brevettato (sul meccanismo è riportato il {{Cite patent|IT|268327}}, che non compare negli archivi, ma vi compare il {{Cite patent|GB|334913}}) un nuovo sistema di caricamento, sostanzialmente una propria versione dello [[spoon filler]]. Questo brevetto ha inoltre una storia molto interessante, esiste infatti una sua variante del [[1931]], il {{Cite patent|CA|327288}}, assegnato alla [[Swan|Mabie Todd]] che in quel periodo stava per lanciare il suo caricamento [[leverless]], che crea un inaspettato legame fra queste due aziende.

[[File:1935-Columbus-Extra-Tigre.jpg|thumb|left|Un modello [[Columbus Extra|Extra]] in stile ''[[Flat top]]'']]

Sempre nel [[1929]] venne introdotta la nuova linea [[Columbus Extra]] con il nuovo sistema di caricamento, da allora la denominazione ''Columbus Extra'' venne adoperata per indicare la produzione di fascia alta dell'azienda, pertanto sotto questo nome è compresa una grande varietà di modelli diversi. In genere questi venivano ulteriormente identificati da un codice numerico o letterale, ma questa prima linea, con la stessa numerazione dei modelli, restò in produzione per circa un decennio, pur subendo moltissime variazioni stilistiche e tecniche, ed è pertanto assai problematico classificare con lo stesso nome una produzione che può risultare estremamente differenziata.

La penne della prima serie ''[[Columbus Extra]]'' erano delle ''[[Flat top]]'' chiara imitazione della [[Duofold]] della [[Parker]], esse vennero prodotte in quattro versioni diverse, numerate rispettivamente [[Columbus Extra 98|98]], [[Columbus Extra 96|96]], [[Columbus Extra 94|94]] ed [[Columbus Extra 80|80]] corrispondenti rispettivamente alle dimensioni grande, media, piccola, e da signora (stessa dimensione della piccola ma con anellino sul cappuccio al posto della clip). Già nel [[1931]] questi modelli vennero ristilizzati con delle forme affusolate ed una diversa veretta a decorare il cappuccio. Queste penne, nonostante si trattasse di evidenti imitazioni, erano però di buona qualità e molto eleganti; il modello [[Columbus Extra 98|98]] resta una delle migliori penne realizzate in quel periodo.

[[Image:1936-11-Columbus-Extra.jpg|thumb|Un modello [[Columbus Extra|Extra]] del 1936]]

All'incirca nel [[1935]] venne introdotta una nuova versione faccettata della [[Columbus Extra Faccettata|Columbus Extra]] che rimase in produzione fino alla fine degli anni '30. La nuova linea venne prodotta in tre misure, grande, media e piccola, identificate dalle rispettive iniziali come [[Columbus Extra G]], [[Columbus Extra M]] e [[Columbus Extra P]], ed in due diverse finiture, con tre anellini sul cappuccio, o con una vera grecata. La penna era dotata di [[caricamento a levetta]], e di una clip a rotellina, molto simile a quella della [[Doric]] ed ancor più all'[[Omas Extra|omonimo]] modello della [[Omas]].<ref>benché non esistano riferimenti documentali precisi, è un fatto noto che ''Eugenio Verga'' conoscesse bene e fosse in rapporti di amicizia con ''Armando Simoni'', le penne prodotte dalla [[Columbus]] e dalla [[Omas]] hanno infatti in moltissimi casi materiali e finiture praticamente identici: su questo sono state avanzate numerose ipotesi, come il fatto che la [[Omas]] possa aver prodotto in certi periodi alcuni modelli per la [[Columbus]], o che le due aziende abbiano effettuato acquisti congiunti dagli stessi fornitori.</ref>

Sempre intorno al [[1935]] la [[Columbus]] introdusse una nuova clip a freccia, evidente imitazione di quella usata da [[Parker]] sulla [[Vacumatic]], la nuova clip venne progressivamente utilizzata sui vari modelli prodotti dall'azienda, restando applicata però prevalentemente sui modelli di pregio marchiati ''Extra''. Nel [[1936]] circa,<ref>questo è l'anno citato nel libro di Letizia Jacopini, ma [[:File:1935-Columbus-Extra-Torre.jpg|questa pubblicità]] del 1935 cita già la nuova sede.</ref> in conseguenza del buon successo commerciale ottenuto dalle sue penne, le attività dell'azienda si spostarono nella nuova sede di Via Lamarmora a Milano, dove i maggiori spazi consentirono di rispondere alle aumentate esigenze produttive.

Oltre alla linea di maggior pregio costituita dalle varie serie marcate ''Columbus Extra'' l'azienda produsse anche delle penne di prezzo inferiore denominate semplicemente ''Columbus'', identificate anch'esse da un codice numerico. Nella produzione della seconda metà degli anni '30 spiccano fra queste la serie delle [[Columbus 3x|30]] e la [[Columbus 55]]. All'incirca nel [[1940]], anche se c'è chi ne riporta le origini alla seconda metà degli anni '30, venne introdotta la [[Columbus 25]] una stilografica di forma compatta con una clip sagomata a forma di lancia stilizzata e con caricamento a [[pulsante di fondo]]. Pur non essendo marcata come tale, la penna era fornita con decorazioni con vera sul cappuccio molto eleganti, analoghe a quelle presenti sui modelli di pregio delle serie ''[[Columbus Extra]]''.

[[File:Columbus-25-MarbledBrown-Capped.jpg|thumb|left|Una [[Columbus 25]]]]

Sempre nella seconda metà degli anni '30 venne dato inizio alla produzione di modelli in celluloide trasparente che consentissero di visualizzare il livello di inchiostro, secondo la nuova tendenza inaugurata dalla [[Vacumatic]], ed è di questo periodo la nascita della [[Columbus 112]] a [[siringa rovesciata]]. Nel [[1938]] l'azienda ottenne un brevetto per uno stantuffo a vite,<ref>Letizia Jacopini nel suo libro riporta il n° 288327, ma questo numero è troppo simile al precedente {{Cite patent|IT|268327}}, la cui data sarebbe di quasi 10 anni prima, cosa che rende molto dubbia la numerazione, l'unico altro noto è il {{Cite patent|IT|102094}}, rinvenuto su modelli a pennino coperto del dopoguerra (marcati [[Columbus Extra 148]] e [[Columbus Extra 150]].</ref> che ebbe come conseguenza la realizzazione della serie [[Columbus 10x|100]] dotata di [[caricamento a stantuffo]].

Nel periodo a cavallo fra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40, l'azienda risentì, come tutti gli altri produttori europei, degli effetti dell'economia di guerra, ed a causa delle difficoltà economiche e di approvvigionamento venne effettuata una drastica semplificazione della produzione, utilizzando un unico sistema caricamento a [[pulsante di fondo]] e la clip a freccia su tutti i modelli. Nel [[1941]] l'azienda lanciò un modello destinato ai militari, la [[Columbus 29]] in seguito immesso anche sul mercato generale.

Nel [[1942]] durante un bombardamento la fabbrica di Milano di Via Lamarmora venne quasi completamente distrutta,<ref>questo è anche il motivo per cui ci sono forti incertezze su molte date, essendo andati persi nell'occasione tutti gli archivi dell'azienda.</ref> la produzione venne spostata a Lesa, sul Lago Maggiore, con notevoli difficoltà logistiche essendo gli stabilimenti suddivisi in quattro diversi capannoni alquanto lontani fra loro. In questo periodo l'azienda si limitò a proseguire una limitata produzione dei modelli esistenti senza nessuna variazione o innovazione e solo nel [[1946]], quando l'azienda poté tornare a Milano, venne ripresa la produzione a pieno regime.

[[File:Columbus-134-Red-Open.jpg|thumb|left|Una [[Columbus 13x|Columbus 134]]]]

A metà degli anni '40 la [[Columbus]] e introdusse sul mercato la [[Columbus 13x|134]] con [[caricamento a levetta]] e di grandi dimensioni, una chiara imitazione della [[Skyline]] della [[Eversharp]]. Dello stesso modello vengono prodotte anche la versione [[Columbus 13x|132]] di dimensioni medie, e la [[Columbus 13x|130]], piccola, per signore. Sempre negli anni '40 viene prodotta una penna stilografica con [[caricamento a stantuffo]], la [[Columbus 40|40]] ed una ristilizzazione del modello [[Columbus 55|55]] che diventa una intera linea di penne.

Negli anni '50, seguendo sempre le tendenze di oltreoceano trainate dal grande successo della [[Parker 51]], la [[Columbus]] introdusse il nuovo modello [[Columbus 70|70]] a pennino coperto, in questo caso però la penna non è una imitazione pedissequa, la penna è realizzata in celluloide e con [[caricamento a stantuffo]], inoltre il cappuccio era a vite, ed il pennino solo parzialmente coperto per consentire una scrittura flessibile. Come per altre imitazioni italiane, come l'[[Aurora 88]] o la [[Omas 361]] anche in questo caso la penna è probabilmente più interessante dell'originale.

L'ultima serie prodotta in celluloide è stata la [[Columbus 90]] introdotta all'incirca nel [[1951]], e realizzata sia con [[caricamento a stantuffo]] che con un particolare [[pulsante di fondo]] a fondello non rimovibile, simile al ''[[push-knob]]'' della [[Montblanc]]. La produzione degli anni '50 vide l'abbandono della celluloide per l'uso della più economica plastica a stampo, e la produzione di [[Columbus Anni '50|modelli]] con pennino carenato e cappuccio in plastica o metallo o penne scolastiche.

Nel [[1957]] il fondatore morì lasciando l'azienda in mano al figlio Enrico, ma ormai il mercato delle penne stilografiche era in completo declino a causa della diffusione della penna a sfera, la scelta fu quella di rivolgersi alla produzione di penne di fascia medio bassa e per il mercato scolastico, ma l'azienda subì un inesorabile declino. Nel 1992 i resti dell'azienda ed il marchio [[Columbus]] vennero venduti alla ''Santara Srl'' che ancora oggi produce penne moderne con questo nome.

{{CronoMarca|Columbus}}

==Riferimenti esterni==
* [http://web.archive.org/web/20101128025934/http://pentrace.net/article092801120.html] Un articolo da ''Pen Trace''
* [http://columbuspenne.it/storia-it.html] Il sito dell'attuale proprietario del marchio, all'interno ci sono varie informazioni storiche interessanti
==Note==
<references/>

{{CategorizeBrand|Italia}}
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