Differenze tra le versioni di "Sigillante per penne"
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Versione delle 13:53, 6 gen 2019
Benché in vari libri e nella pratica di molti riparatori si consigli l'uso della gommalacca per sigillare meglio le filettature su cui si avvitano le varie parti di una penna, questo è assolutamente da evitare. La gommalacca infatti non garantisce una buona tenuta in caso di giunzioni in contatto con i liquidi. Inoltre con il tempo tende a cristallizzare, e la temperatura a cui si ammorbidisce è pericolosamente vicina a quella in cui si ha lo stesso effetto sui materiali delle penne con il risultato di rendere una riapertura molto difficile.
La ricetta di sigillante illustrata in questa pagina ha funzionato sulle Sheaffer's 1250 con pennino conico dell'autore (User:ottorino), laddove gommalacca e cera solida, usate in precedenza, avevano fallito. La ricetta deriva dalle informazioni trovate in un manuale di riparazione della Sheaffer, dove erano citati gli ingredienti, sono state poi messe a punto le proporzioni.
Il materiale necessario è un panetto di pece da violino e dell'olio di ricino. Nella prima realizzazione della stessa 17.39 g di pece mescolati con 6.26 g di olio di ricino. rapporto olio/pece 36 % in peso circa. Il panetto era 4.5x1.5x3 cm circa e l'olio di ricino 7-9 ml. Il tutto deve essere tenuto a una temperatura fra i 60 e gli 80 °C fino a che non si ottiene un materiale che fluisce come il miele (a 60-80 °C).
Meglio essere parsimoniosi con l'olio di ricino in fase di partenza, è più agevole aggiungerlo dopo se il materiale dovesse risultare troppo solido. L'eterogeneità dei materiali naturali e il loro stato di conservazione è un elemento da tenere in considerazione.
Quando il sigillante raffredda ha la consistenza dello zucchero caramellato, tipo quello dei croccanti, non vetroso, ma molto, molto appiccicoso e viscoso. Sembra quasi quella roba che usano le donne per depilarsi. E' bene mettere gli ingredienti direttamente nel barattolo/flacone in cui poi lo conserverete, perché la viscosità impedisce un facile trasferimento.
Forse con queste dosi è un pelo troppo "sodo" ma funziona egregiamente. Va applicato a caldo. Si preleva una piccola quantità con uno stuzzicadenti e la si scalda anche col fornello a gas. In questo caso non è necessario porre troppa attenzione come nell'uso del calore per smontare una stilografica. Invece è importante porre attenzione a non farla cadere su superfici "sensibili". La sua rimozione non è agevolissima se non con solventi aggressivi che potrebbero danneggiare le superfici.
Note
La pece per strumenti musicali viene anche detta colofonia e si trova nei colorifici forniti. Stiamo provando formulazioni con resina di pino. La colofonia viene anche usata come lubrificante per piste da ballo.
Dopo qualche anno, il sigillante tende a cristallizzare, producendo dei piccoli cristalli bianchi. Non sono facili da ri-solubilizzare, ma con un po' di forno a microonde e più interventi si riesce a riportare il sigillante alla trasparenza originaria.
Se avete accesso a un forno a microonde e non rischiate l'incidente internazionale in famiglia, la preparazione può essere fatta facendo attenzione alla temperatura, ovvero alla potenza che userete. Meglio usare basse e bassissime potenze, tenendo d'occhio cosa succede all'interno del recipiente.
A un certo punto la preparazione bollirà e svilupperà tante bollicine, che in un mezzo così viscoso hanno l'aspetto di una schiuma. La schiuma tende a salire nel recipiente e se insistete con il microonde o il recipiente stesso è alto e stretto, finirà che il sigillante straborderà sul piatto del forno. I residui non sono proprio facilissimi da togliere. Almeno non con materiali sani dal punto di vista alimentare. Evitate recipienti plastici se non siete assolutamente sicuri della loro resistenza al calore.
Un'alternativa è usare un comune pentolino per mescolare i due componenti. Attenzione alle fiamme libere. La colofonia è infiammabile.