Differenze tra le versioni di "Alimentatore"
Riga 1: | Riga 1: | ||
[[File:400-Green-Feed.jpg|thumb|L'alimentatore di una [[Pelikan 400]]]] | [[File:400-Green-Feed.jpg|thumb|L'alimentatore di una [[Pelikan 400]]]] | ||
− | Benché sia probabilmente la parte di minor rilievo nell'aspetto estetico di una penna, l'alimentatore (''feeder'' nel mondo anglosassone) è in realtà il cuore del [[funzionamento]] di una stilografica, e sul piano tecnico è probabilmente la componente più importante della stessa. E' infatti l'alimentatore a realizzare il delicato equilibrio di forze che consente il corretto passaggio dell'inchiostro dal serbatoio al pennino che lo deposita sul foglio di carta, ed una penna stilografica scrive bene proprio in quanto il suo alimentatore svolge correttamente il proprio compito. | + | Benché sia probabilmente la parte di minor rilievo nell'aspetto estetico di una penna, l'alimentatore (chiamato anche ''conduttore'', e ''feeder'' nel mondo anglosassone) è in realtà il cuore del [[funzionamento]] di una stilografica, e sul piano tecnico è probabilmente la componente più importante della stessa. E' infatti l'alimentatore a realizzare il delicato equilibrio di forze che consente il corretto passaggio dell'inchiostro dal serbatoio al pennino che lo deposita sul foglio di carta, ed una penna stilografica scrive bene proprio in quanto il suo alimentatore svolge correttamente il proprio compito. |
L'importanza che ha questo componente emerge con ancora più evidenza dal fatto che la più importante invenzione di ''Lewis Edson Waterman'', quella che porta molti a ritenerlo (con una certa esagerazione) il padre della stilografica, è proprio relativa alla costruzione dell'alimentatore. Certo è che ben prima di concentrarsi su [[materiali]] e [[sistemi di caricamento]] alla fine del 1800 i produttori competevano (ed investivano i loro sforzi di ricerca) proprio su questo elemento, che caratterizzava le loro penne (si pensi ad esempio al ''[[Lucky Curve]]'' della [[Parker]] o allo ''[[Spoon feed]]'' della [[Waterman]]) dato che un alimentatore ben funzionante era allora quello che poteva fare portare al successo o al fallimento. | L'importanza che ha questo componente emerge con ancora più evidenza dal fatto che la più importante invenzione di ''Lewis Edson Waterman'', quella che porta molti a ritenerlo (con una certa esagerazione) il padre della stilografica, è proprio relativa alla costruzione dell'alimentatore. Certo è che ben prima di concentrarsi su [[materiali]] e [[sistemi di caricamento]] alla fine del 1800 i produttori competevano (ed investivano i loro sforzi di ricerca) proprio su questo elemento, che caratterizzava le loro penne (si pensi ad esempio al ''[[Lucky Curve]]'' della [[Parker]] o allo ''[[Spoon feed]]'' della [[Waterman]]) dato che un alimentatore ben funzionante era allora quello che poteva fare portare al successo o al fallimento. |
Versione delle 17:15, 13 giu 2011
Benché sia probabilmente la parte di minor rilievo nell'aspetto estetico di una penna, l'alimentatore (chiamato anche conduttore, e feeder nel mondo anglosassone) è in realtà il cuore del funzionamento di una stilografica, e sul piano tecnico è probabilmente la componente più importante della stessa. E' infatti l'alimentatore a realizzare il delicato equilibrio di forze che consente il corretto passaggio dell'inchiostro dal serbatoio al pennino che lo deposita sul foglio di carta, ed una penna stilografica scrive bene proprio in quanto il suo alimentatore svolge correttamente il proprio compito.
L'importanza che ha questo componente emerge con ancora più evidenza dal fatto che la più importante invenzione di Lewis Edson Waterman, quella che porta molti a ritenerlo (con una certa esagerazione) il padre della stilografica, è proprio relativa alla costruzione dell'alimentatore. Certo è che ben prima di concentrarsi su materiali e sistemi di caricamento alla fine del 1800 i produttori competevano (ed investivano i loro sforzi di ricerca) proprio su questo elemento, che caratterizzava le loro penne (si pensi ad esempio al Lucky Curve della Parker o allo Spoon feed della Waterman) dato che un alimentatore ben funzionante era allora quello che poteva fare portare al successo o al fallimento.
E benché in seguito il rilievo dell'alimentatore, almeno nel materiale promozionale, sia diminuito a scapito di altre parti e caratteristiche tecniche (e soprattutto rispetto a quelle stilistiche) esso resta comunque una delle parti essenziali, ripreso in più casi dai produttori (come per il Magic Feed della Eversharp o il tintomatic della Lamy).
A parte le costruzioni ancora molto primitive presenti fino ai primi anni del 1900, che prevedevano ancora per alcune aziende (come Swan e Onoto) la presenza del cosiddetto alimentatore superiore la forma canonica dell'alimentatore come elemento posto al di sotto del pennino si è andata sviluppando in maniera abbastanza rapida.
Inizialmente si trattava semplicemente di un cilindro di ebanite opportunamente smussato nella parte anteriore posta sotto il pennino per lasciare spazio per la scrittura, dotato sulla parte superiore del canale di alimentazione attraverso il quale l'inchiostro arriva dal serbatio al pennino. Le prime variazioni si ebbero proprio nella costruzione del canale (e nella aggiunta di ulteriori scanalature all'interno per favorire il passaggio dell'inchiostro per capillarità.
Le prime variazioni avvennero per risolvere il problema, allora molto pressante, ma che si ripresenta anche oggi, del riassorbimento dell'afflusso di inchiostro quando la penna non viene usata. Per questo vennero adottate diverse soluzioni, con altrettanti brevetti come il famoso Lucky Curve della Parker, in cui la parte posteriore dell'alimentatore veniva curvata fino a farle toccare la parete del serbatoio, favorendo così (almeno secondo le rivendicazioni del progetto) il riassorbimento dell'inchiostro.
Per lo stesso tipo di problema vennero prodotte altre soluzioni, come la creazione di opportune tasche laterali a fianco del canale (come nello Spoon feed di Waterman) o con la presenza di incisioni in forme più o meno frastagliate della parte esterna (come nello Spear-head di Parker), o con la realizzazione alette, sacche, incisioni, canali ed altre configurazioni che consentissero all'inchiostro in eccesso di accumularsi opportunamente nelle varie pieghe, ed evitare accumuli pericolosi.