Differenze tra le versioni di "Chilton"

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Nel 1923 il figlio di ''Seth Sears Crocker'', ''Seth Chilton Crocker'' rientrò sul mercato delle penne stilografiche fondando la  ''Chilton Pen Company'', l'anno successivo lanciò sul mercato il primo modello della nuova ditta, basato su un ingegnoso [[caricamento#caricamento pneumatico|sistema di riempimento pneumatico]], evoluzione del ''[[blow filler]]'' inventato dal padre, realizzando quello che in sostanza è un precursore del ''touchdown'' che la [[Sheaffer]] introdurrà sul mercato solo più di 20 anni dopo.
 
Nel 1923 il figlio di ''Seth Sears Crocker'', ''Seth Chilton Crocker'' rientrò sul mercato delle penne stilografiche fondando la  ''Chilton Pen Company'', l'anno successivo lanciò sul mercato il primo modello della nuova ditta, basato su un ingegnoso [[caricamento#caricamento pneumatico|sistema di riempimento pneumatico]], evoluzione del ''[[blow filler]]'' inventato dal padre, realizzando quello che in sostanza è un precursore del ''touchdown'' che la [[Sheaffer]] introdurrà sul mercato solo più di 20 anni dopo.
  
Il [[caricamento pneumatico|sistema di riempimento pneumatico]]
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Il [[caricamento pneumatico|sistema di riempimento pneumatico]] della [[Chilton]] era basato sul comprimere il sacchetto facendo scorrere il fusto esterno della penna su un cilindro metallico che racchiudeva il sacchetto. Il fusto era dotato di un foro sul fondo da tenere chiuso col dito in fase di compressione, che rilasciato consentiva l'espansione del sacchetto ed il conseguente caricamento. Il sistema era semplice, funzionale e robusto, e consentiva di utilizzare sacchetti di dimensioni molto superiori rispetto a quelli delle penne, tanto che le penne venivano promosse con lo slogan ''Twice the ink'', a causa però della maggiore lunghezza del gruppo pennino, necessaria per poter operare il riempimento, le forme delle penne erano poco proporzionate per la corrisponte maggior lunghezza dei cappucci.
  
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Le prime penne vennero prodotte in ebanite nera o fiammata, mentre a partire dal 1926 viene introdotto l'uso della celluloide.  Nei primi anni la produzione della [[Chilton]] proveniva dagli impianti di Boston, ed i modelli di questo periodo sono spesso indicati con il nome di questa città.
  
Il sistema di riempimento si basava sul fatto di rendere il corpo della penna scorrevole intorno ad un tubo metallico avvitato sul gruppo pennino cui era montato il classico sacchetto di gomma da comprimere. Per eseguire questa azione il fusto esterno della penna poteva scorrere sul fusto interno e la tenuta stagna fra i due era realizzate da un filo incerato posto in coda al cilindro metallico interno. Il fusto esterno della penna aveva, come per il ''[[blow filler]]'' un foro di areazione sul fondo. Il riempimento si otteneva facendo scorrere indietro il corpo della per poi riportarlo in posizione tenendo chiuso con un dito il foro sul fondo. In questo modo la pressione generata sul sacchetto ne causa la compressione, una volta lasciato libero il foro di areazione la successiva espansione del sacchetto causa la suzione dell'inchiostro.  
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Nel 1926 la ditta si trasferisce a Long Island a New York, in questo periodo vengono prodotti nuovi modelli in celluloide con nuovi colori, e viene sviluppata una seconda versione del sistema di caricamento, in cui non è più il fusto esterno ad essere usato per comprimere il sacchetto, ma un controcappuccio metallico azionato tramite il fondello. In questo modo le dimensioni del cappuccio possono tornare ad essere più proporzionate. All'inizio degli anni '30 vengono poi, adottate, seguendo lo stile ''[[streamlined]]'' introdotto dalla [[Balance]], forme affusolate.  I modelli di questo periodo, prodotti in 15 variazioni di colore ed 8 dimensioni diverse vengono comunemente chiamati ''Long Island''.
  
Il sistema era semplice, funzionale e robusto, tutto lo spazio compreso nel fusto interno era utilizzabile per il sacchetto (senza necessità di una barra di pressione come per il caricamento a levetta) che permetteva alla [[Chilton]] di avere una autonomia nettamente superiore alle concorrenti. Inoltre questo semplice meccanismo era molto semplice da riparare, basta svitare il fusto interno per sostituire il sacchetto. Inoltre la presenza del foro di areazione permetteva di mantenere bilanciata la pressione interna della penna, così che essa non presentava problemi di perdite o di assenza di inchiostro in caso di variazioni di pressione o temperatura.
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Nel 1935 la [[Chilton]] introduce quello che è probabilmente il suo capolavoro, il modello [[Wingflow]],  
  
La semplicità era un punto di forza della [[Chilton]], il fusto esterno non era neanche ancorato al gruppo pennino, dato che questo non era necessario poiché per la precisione meccanica della lavorazione non scorreva durante l'uso. L'unico svantaggio era che per funzionare la penna richiedeva una maggiore lunghezza del gruppo pennino per poter maneggiare la penna una volta ritratto il corpo per il caricamento, che doveva essere effettuato con due mani. Dato che la filettatura per il cappuccio era posta sul fusto esterno della penna, (in modo che questo fosse bloccato quando la penna veniva chiusa), la cosa comportava anche una maggiore lunghezza del cappuccio, e quindi un aspetto poco proporzionato.
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Nel 1939 la [[Chilton]] produsse la sua ultima penna di qualità, la [[Golden Quill]], introdotta sul mercato in occasione della Fiera Mondiale di New York. La nuova penna è contraddistinta da uno stile semplice ed austero, in netto contrasto con la ricchezza stilistica della [[Wingflow]]. La qualità è come sempre impeccabile, ma l'azienda è ormai in crisi e la nuova penna non viene pubblicizzata a sufficienza: le vendite sono scarse (tanto che la penna è molto rara ed oggi ricercatissima dai collezionisti).  
  
Per questo motivo nel 1927 venne creata una seconda versione del sistema di caricamento, in cui il fusto esterno era ancorato in maniera convenzionale al gruppo pennino, ed al suo posto veniva utilizzato per generare la depressione un secondo tubo metallico posto fra questo ed il fusto interno. Il sistema di depressione era ancorato al fondello della penna che costiuiva un cappuccio cieco, in questo modo era sufficiente svitare il fondello della penna per effettuare il caricamento, che a questo punto poteva essere eseguito anche con una sola mano.
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Nel 1941, dopo aver introdotto sul mercato penne economiche di bassa qualità (le Chiltonian, vendute per lo più per corrispondenza), la [[Chilton]], incapace di generare vendite sufficienti, chiude i battenti uscendo definitivamente dal mercato.
  
 
== Cronologia ==
 
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| 1927 || Introdotto il secondo modello di riempimento pneumatico
 
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Versione delle 02:14, 2 nov 2007

I nomi della Chilton e della Crocker rientrano fra quelli delle tante aziende nate nel periodo d'oro della stilografica americana e poi scomparse con le difficoltà incontrate negli anni successivi. La prima venne creata dal figlio del fondatore della seconda, che venne in essa assorbita. Passato il periodo d'oro degli anni '20 la Chilton come la gran parte degli altri produttori dell'epoca subì pesantemente la grande depressione del '29. Negli anni '30 le vendite peggiorarano e la produzione continuò a ridursi, fino alla definitiva uscita dal mercato nel 1941.

Nonostante la grande qualità delle sue penne, senz'altro al pari delle ben più famose Waterman e Parker, la Chilton non brillò mai per una particolare attenzione agli aspetti legati alla commercializzazione, la diffusione delle sue penne non uscì mai dagli Stati Uniti, ed a lungo la distribuzione restò locale. Le penne della Chilton erano belle e funzionali, ma a causa della loro scarsa diffusione non ebbero il successo che meritavano; per questo motivo sono piuttosto rare e molto ricercate dai collezionisti.

Storia

Nel 1902 Seth Sears Crocker fondò a Boston la Crocker Pen Company, in quegli anni le aziende venivano fondate intorno ad una innovazione tecnica, che nel caso della Crocker era un nuovo sistema di riempimento, denominato blow filler in quanto basato sulla compressione di un sacchetto di gomma da effettuarsi soffiando con forza nel corpo della penna da un apposito foro praticato sul fondo.

Le penne prodotte dalla Crocker erano di buona qualità, ed il sistema di caricamento funzionale, anche se piuttosto scomodo, per questo ben presto venne sostituito dal cosiddetto hatchet filler, un caricamento tramite una leva agganciata al fondello della penna, realizzato in questa maniera per aggirare il brevetto della Sheaffer. Seth Crocker lasciò gli affari nel 1920, anche se la ditta proseguì la produzione per alcuni anni.

Nel 1923 il figlio di Seth Sears Crocker, Seth Chilton Crocker rientrò sul mercato delle penne stilografiche fondando la Chilton Pen Company, l'anno successivo lanciò sul mercato il primo modello della nuova ditta, basato su un ingegnoso sistema di riempimento pneumatico, evoluzione del blow filler inventato dal padre, realizzando quello che in sostanza è un precursore del touchdown che la Sheaffer introdurrà sul mercato solo più di 20 anni dopo.

Il sistema di riempimento pneumatico della Chilton era basato sul comprimere il sacchetto facendo scorrere il fusto esterno della penna su un cilindro metallico che racchiudeva il sacchetto. Il fusto era dotato di un foro sul fondo da tenere chiuso col dito in fase di compressione, che rilasciato consentiva l'espansione del sacchetto ed il conseguente caricamento. Il sistema era semplice, funzionale e robusto, e consentiva di utilizzare sacchetti di dimensioni molto superiori rispetto a quelli delle penne, tanto che le penne venivano promosse con lo slogan Twice the ink, a causa però della maggiore lunghezza del gruppo pennino, necessaria per poter operare il riempimento, le forme delle penne erano poco proporzionate per la corrisponte maggior lunghezza dei cappucci.

Le prime penne vennero prodotte in ebanite nera o fiammata, mentre a partire dal 1926 viene introdotto l'uso della celluloide. Nei primi anni la produzione della Chilton proveniva dagli impianti di Boston, ed i modelli di questo periodo sono spesso indicati con il nome di questa città.

Nel 1926 la ditta si trasferisce a Long Island a New York, in questo periodo vengono prodotti nuovi modelli in celluloide con nuovi colori, e viene sviluppata una seconda versione del sistema di caricamento, in cui non è più il fusto esterno ad essere usato per comprimere il sacchetto, ma un controcappuccio metallico azionato tramite il fondello. In questo modo le dimensioni del cappuccio possono tornare ad essere più proporzionate. All'inizio degli anni '30 vengono poi, adottate, seguendo lo stile streamlined introdotto dalla Balance, forme affusolate. I modelli di questo periodo, prodotti in 15 variazioni di colore ed 8 dimensioni diverse vengono comunemente chiamati Long Island.

Nel 1935 la Chilton introduce quello che è probabilmente il suo capolavoro, il modello Wingflow,

Nel 1939 la Chilton produsse la sua ultima penna di qualità, la Golden Quill, introdotta sul mercato in occasione della Fiera Mondiale di New York. La nuova penna è contraddistinta da uno stile semplice ed austero, in netto contrasto con la ricchezza stilistica della Wingflow. La qualità è come sempre impeccabile, ma l'azienda è ormai in crisi e la nuova penna non viene pubblicizzata a sufficienza: le vendite sono scarse (tanto che la penna è molto rara ed oggi ricercatissima dai collezionisti).

Nel 1941, dopo aver introdotto sul mercato penne economiche di bassa qualità (le Chiltonian, vendute per lo più per corrispondenza), la Chilton, incapace di generare vendite sufficienti, chiude i battenti uscendo definitivamente dal mercato.

Cronologia

Anno Avvenimenti
1902 Nascita della Crocker Pen Company
1923 Nascita della Chilton Pen Company
1924 Lanciato il primo modello di Chilton a riempimento pneumatico
1926 La Chilton si sposta da Boston a Long Island a New York
1926 Introduzione di modelli in celluloide
1927 Introdotto il secondo modello di riempimento pneumatico
1935 Introdotto il modello Wingflow
1935 La Chilton si sposta a Summit, nel New Jersey
1939 Introdotto il modello Golden Quill
1941 Chiusura della Chilton

Modelli

Modello Anni Dimensioni/Versioni
Wingflow 1935 XX, ?
Golden Quill 1939 XX, ?


Riferimenti esterni