Differenze tra le versioni di "Lamy"
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Avendo sempre investito in ricerca e sviluppo l'azienda ha saputo superare brillantemente il periodo di crisi seguito all'introduzione della penna a sfera, restando al passo con i tempi ed adeguandosi alle nuove richieste del mercato, su cui è rimasta continuamente presente. A tutt'oggi la [[Lamy]] si contraddistingue come produttore di stilografiche di fascia media, e di strumenti di scrittura destinati all'uso quotidiano. Nonostante l'azienda non produca modelli di lusso le sue penne sono di ottima qualità e mantengono quella particolare attenzione all'innovazione stilistica che le rende sempre attuali ed interessanti. | Avendo sempre investito in ricerca e sviluppo l'azienda ha saputo superare brillantemente il periodo di crisi seguito all'introduzione della penna a sfera, restando al passo con i tempi ed adeguandosi alle nuove richieste del mercato, su cui è rimasta continuamente presente. A tutt'oggi la [[Lamy]] si contraddistingue come produttore di stilografiche di fascia media, e di strumenti di scrittura destinati all'uso quotidiano. Nonostante l'azienda non produca modelli di lusso le sue penne sono di ottima qualità e mantengono quella particolare attenzione all'innovazione stilistica che le rende sempre attuali ed interessanti. | ||
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Alla fine del 1929, più o meno in contemporanea con la fuoriuscita della [[Parker]] dalla [[Osmia]] ''Joseph Lamy'' si licenziò per creare la sua azienda. Si trasferì a Berlino ed iniziò la produzione di stilografiche in celluloide marchiate [[Orthos]], molto simili alla [[Duofold]] (che in quel periodo era molto imitata) prodotte in due misure ed una ampia gamma di colori. | Alla fine del 1929, più o meno in contemporanea con la fuoriuscita della [[Parker]] dalla [[Osmia]] ''Joseph Lamy'' si licenziò per creare la sua azienda. Si trasferì a Berlino ed iniziò la produzione di stilografiche in celluloide marchiate [[Orthos]], molto simili alla [[Duofold]] (che in quel periodo era molto imitata) prodotte in due misure ed una ampia gamma di colori. | ||
− | Nel 1933 la [[Lamy]] acquisì un primo brevetto per una combinazione penna/matita, e mise in produzione una penna di grandi dimensioni, pensata per fare concorrenza alla [[Duofold]]. Di questi anni si hanno poche notizie, e non sono noti modelli specifici, le penne venivano commercializzate | + | Nel 1933 la [[Lamy]] acquisì un primo brevetto per una combinazione penna/matita, e mise in produzione una penna di grandi dimensioni, pensata per fare concorrenza alla [[Duofold]]. Di questi anni si hanno poche notizie, e non sono noti modelli specifici, le penne venivano commercializzate semplicemente con il marchio [[Orthos]]. |
Nel primo dopoguerra ''Joseph Lamy'' seppe presagire i tempi intuendo le potenzialità della plastica, ed acquisì la ''Artus Fullaltergesellschaft Kaufmann und Co'' iniziando, per primo in Europa, a produrre penne in plastica a iniezione. Il primo modello era realizzato con un nuovo meccanismo a [[stantuffo]] brevettato e pur restando commercializzato con il marchio [[Artus]] si distingueva chiaramente dai precessori. | Nel primo dopoguerra ''Joseph Lamy'' seppe presagire i tempi intuendo le potenzialità della plastica, ed acquisì la ''Artus Fullaltergesellschaft Kaufmann und Co'' iniziando, per primo in Europa, a produrre penne in plastica a iniezione. Il primo modello era realizzato con un nuovo meccanismo a [[stantuffo]] brevettato e pur restando commercializzato con il marchio [[Artus]] si distingueva chiaramente dai precessori. | ||
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Nel 1966 l'azienda creò quello che viene considerato il suo capolavoro, la [[Lamy 2000]]. Per la realizzazione di questa penna la [[Lamy]] si rivolse a ''Gerd A. Müller'' un famoso designer industriale che seguiva i dettami stilistici della [http://it.wikipedia.org/wiki/Bauhaus Bauhaus], per cui la forma segue dalla funzione. La penna venne realizzata in Makrolon, una resina plastica di policarbonato rinforzata con fibre di vetro, un materiale per l'epoca rivoluzionario. Dotata di [[caricamento a stantuffo]] la penna viene considerata uno dei migliori esempi di design moderno per la semplicità delle linee e la funzionalità della realizzazione. | Nel 1966 l'azienda creò quello che viene considerato il suo capolavoro, la [[Lamy 2000]]. Per la realizzazione di questa penna la [[Lamy]] si rivolse a ''Gerd A. Müller'' un famoso designer industriale che seguiva i dettami stilistici della [http://it.wikipedia.org/wiki/Bauhaus Bauhaus], per cui la forma segue dalla funzione. La penna venne realizzata in Makrolon, una resina plastica di policarbonato rinforzata con fibre di vetro, un materiale per l'epoca rivoluzionario. Dotata di [[caricamento a stantuffo]] la penna viene considerata uno dei migliori esempi di design moderno per la semplicità delle linee e la funzionalità della realizzazione. |
Versione delle 00:41, 26 mar 2008
Benché la Lamy, essendo stata fondata nel 1930, risulti essere uno dei produttori storici tedeschi, viene spesso considerata come un'azienda di fondazione recente. Fin dagli anni '60 infatti i suoi modelli si sono caratterizzati per l'attenzione al design e alla ricerca stilistica, in cui ha prodotto modelli di grande pregio come la Lamy 2000 che, per il loro stile futuristico e minimalista, han garantito all'azienda una immagine di modernità.
Avendo sempre investito in ricerca e sviluppo l'azienda ha saputo superare brillantemente il periodo di crisi seguito all'introduzione della penna a sfera, restando al passo con i tempi ed adeguandosi alle nuove richieste del mercato, su cui è rimasta continuamente presente. A tutt'oggi la Lamy si contraddistingue come produttore di stilografiche di fascia media, e di strumenti di scrittura destinati all'uso quotidiano. Nonostante l'azienda non produca modelli di lusso le sue penne sono di ottima qualità e mantengono quella particolare attenzione all'innovazione stilistica che le rende sempre attuali ed interessanti.
Storia
La Lamy nacque nel 1930 ad Heidelberg, con il nome di Orthos Fullhalterfabrik C. J. Lamy ad opera di Joseph Lamy. Joseph Lamy era stato direttore del settore esportazioni della Parker fin dagli '20. Nel 1927 era tornato ad Heidelberg come direttore generale della Parker Germany nel periodo in cui questa aveva acquisito la Osmia per la produzione in Germania della Duofold.
Alla fine del 1929, più o meno in contemporanea con la fuoriuscita della Parker dalla Osmia Joseph Lamy si licenziò per creare la sua azienda. Si trasferì a Berlino ed iniziò la produzione di stilografiche in celluloide marchiate Orthos, molto simili alla Duofold (che in quel periodo era molto imitata) prodotte in due misure ed una ampia gamma di colori.
Nel 1933 la Lamy acquisì un primo brevetto per una combinazione penna/matita, e mise in produzione una penna di grandi dimensioni, pensata per fare concorrenza alla Duofold. Di questi anni si hanno poche notizie, e non sono noti modelli specifici, le penne venivano commercializzate semplicemente con il marchio Orthos.
Nel primo dopoguerra Joseph Lamy seppe presagire i tempi intuendo le potenzialità della plastica, ed acquisì la Artus Fullaltergesellschaft Kaufmann und Co iniziando, per primo in Europa, a produrre penne in plastica a iniezione. Il primo modello era realizzato con un nuovo meccanismo a stantuffo brevettato e pur restando commercializzato con il marchio Artus si distingueva chiaramente dai precessori.
Negli anni successivi la gamma venne ampliata con nuovi modelli come le Artus Rekord, Artus Favorit e Artus Ballit. L'azienda si concentrò nella produzione di penne economiche e funzionali, con una attenzione al mercato studentesco; seppe inoltre spaziare in tutto l'arco degli strumenti da scrittura.
Solo nel 1952 l'azienda immise sul mercato la prima penna marcata Lamy, il modello Lamy 27, con caricamento a stantuffo e pennino semi-coperto, di forme affusolate con uno stile che richiama quello della Parker 51, che in quel periodo vedeva innumerevoli imitatori. Nonostante la somiglianza la Lamy 27 era una penna con una sua chiara personalità, e presentava notevoli innovazioni tecniche, ed in particolare il sistema di alimentazione, denominato Tintomatic, che viene usato ancora oggi per la sua caratteristica di garantire un flusso costante di inchiostro nonostante le variazioni di temperatura e pressione, grazie a dei micro intarsi intorno all'alimentatore.
Nel 1966 l'azienda creò quello che viene considerato il suo capolavoro, la Lamy 2000. Per la realizzazione di questa penna la Lamy si rivolse a Gerd A. Müller un famoso designer industriale che seguiva i dettami stilistici della Bauhaus, per cui la forma segue dalla funzione. La penna venne realizzata in Makrolon, una resina plastica di policarbonato rinforzata con fibre di vetro, un materiale per l'epoca rivoluzionario. Dotata di caricamento a stantuffo la penna viene considerata uno dei migliori esempi di design moderno per la semplicità delle linee e la funzionalità della realizzazione.
Negli anni successivi la Lamy ha sempre mantenuto una costante ricerca nello stile e nella realizzazione penne funzionali e robuste. Senza puntare alla ricerca dell'oggetto di lusso esclusivo (dal costo proibitivo), ma senza neanche scadere nella cultura dell'usa e getta al minimo costo (e valore) possibile, la Lamy è riuscita a restare sul mercato degli strumenti di scrittura proprio grazie alla sua capacità di creare penne di design moderno e di elevata qualità costruttiva.
Template:CronoMarche |- | 1930 || nascita della Lamy come Orthos Fullhalterfabrik C. J. Lamy |- | 1952 || introdotto il modello Lamy 27 |- | 1966 || introdotto il modello Lamy 2000 |- |}
Template:LegendaModelli |- | Lamy 2000 || 1966 || XX, ? |- |}
Riferimenti esterni
- http://www.rickconner.net/penspotters/lamy.html
- http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?showtopic=33160
- http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?showtopic=26083