Differenze tra le versioni di "Pulitoreidrodinamicoaflussocontrollato"
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* Di costruzione più complessa, con "respiratore", affidabile nell'uso (mancanza di foro sul fondo), efficiente (flusso lento), un po' meno pratico nell'uso del modello precedente | * Di costruzione più complessa, con "respiratore", affidabile nell'uso (mancanza di foro sul fondo), efficiente (flusso lento), un po' meno pratico nell'uso del modello precedente | ||
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Versione delle 15:09, 31 ott 2012
Introduzione
Una delle domande più frequenti riguardanti la manutenzione delle stilografiche è quella relativa alle modalità in cui queste debbano essere lavate per ripulirle dai residui di inchiostro. Gran parte di queste domande scaturiscono dalla mancanza di un ingrediente fondamentale per l'ottenimento di un buon risultato: la pazienza.
Infatti un alimentatore di una stilografica è fatto per trattenere l'inchiostro in modo che questo esca nella maniera più controllata possibile solo attraverso il pennino durante la scrittura. Quindi la sua pulizia è un compito meno semplice di quanto possa apparire, dato che l'obiettivo va esattamente contro lo scopo per cui è stato costruito.
E' abbastanza semplice ottenere una pulizia superficiale utilizzando gli ausili di lavaggio, con i quali si può forzare il passaggio di acqua pulita. Bisogna però considerare che il passaggio veloce di acqua non sempre consente una pulizia approfondita, soprattutto in presenza di incrostazioni tenaci di inchiostro. Infatti l'acqua forzata passa preferibilmente e velocemente solo da certi punti dell'alimentatore e non ha abbastanza tempo per sciogliere e asportare l'inchiostro che si trova ovunque nell'alimentatore.
Volendo quindi una pulizia completa, spesso siamo costretti a sottoporre la penna ad ammolli piuttosto lunghi e a frequenti rinnovamenti dell'acqua. Oltre ai lunghi tempi di attesa, bisogna anche mettere in conto gli inconvenienti dovuti ad una immersione prolungata di parti non sempre progettate per stare a contatto con l'acqua, come le decorazioni metalliche esterne. Inoltre, siccome l'acqua all'interno dell'alimentatore non è troppo mobile, l'inchiostro rimane ancora una volta all'interno e non migra all'esterno.
Si descriverà pertanto in questa pagina una lavatrice per stilografiche la cui caratteristica principale è il lento flusso d'acqua e il suo continuo rinnovamento e allontanamento dal gruppo pennino/alimentatore.
Purtroppo si applica facilmente solo alle penne a cartuccia, mentre per le altre non rimane che lo smontaggio del gruppo sezione/pennino e poi l'uso della lavatrice. Oppure il sempre valido metodo tradizionale di un bicchier d'acqua e un po' di pazienza.
Il progetto è nato per gioco da un imbuto e una sezione Sheaffer che combaciavano come diametri. Il suo sviluppo ha avuto come vincolo una realizzazione con materiali domestici prontamente disponibili, senza che sia necessario l'acquisto di attrezzi o pezzi di difficile reperibilità. Comunque con un po' di comune attrezzatura da "bricoleur", si possono apportare notevoli miglioramenti.
Materiali
- Una bottiglia di plastica. Vanno bene le bottiglie sia da mezzo litro che da litro: sconsigliate quelle da un litro e mezzo per la troppa pressione e la scarsa manegevolezza
- Una cartuccia adatta alla penna/e che intendete lavare.
- Aghi da siringa. Quelli da insulina, più sottili rallentano un po' il flusso, e risultano più adatti allo scopo.
- Spago per realizzare l'imbracatura dell'attrezzo.
Avvertenze
Prima di cominciare è doveroso avvertire che si ha a che fare con aghi da siringa che vanno infilati con una certa forza in materiali abbastanza duri.
Il rischio di ferirsi è reale e non va sottovalutato.
Ricordatevi che gli aghi da siringa sono strumenti molto affilati.
Tenetelo sempre in mente e non operate con l'ago che spinge verso una parte qualsiasi del vostro corpo o quello di altri.
Tipica la tentazione di appoggiare le cose al corpo e premere oppure di tenere in mano l'oggetto da forare con una mano mentre l'altra spinge l'ago.
Il rischio è di infilarsi un'ago dentro una mano o sotto le unghie.
PONETE ATTENZIONE A QUELLO CHE FATE !!!
Costruzione modello base
Passo 1: Imbracatura
Cominciate con l'imbracatura della bottiglia. Lasciate lo spago lungo (molto lungo) sul retro per potere regolare l'altezza della bottiglia dal lavandino sul quale la sospenderete. La seguente galleria di immagini mostra la sequenza della legatura.
Passo 2: Bottiglia
Come secondo passo tagliate il fondo della bottiglia di plastica, come illustrato nella foto a fianco. Dal foro largo sarà possibile versare direttamente l'acqua da una brocca, da una bottiglia o direttamente dal rubinetto.
Passo 3: Tappo
Prendete un ago e segnatelo in modo da poterlo riconoscere. Con l'ago segnato forate il tappo della bottiglia spingendolo dall'interno verso l'esterno. Durante la foratura, l'ago fustella la plastica e si ottura parzialmente. Questo è un bene in quanto rallenta il flusso, mentre è un male se vi scordate quale ago avete usato. Reiterando i fori dopo un po' l'ago si intasa del tutto e non si riesce più a capire se è intasata la penna o l'ago.
Se avete scordato quale sia l'ago per forare, potete usare un filo di rame per scovolare l'interno.
ATTENZIONE che viene naturale di spingere il filo di rame dentro l'ago.
La situazione che si crea è pericolosa; avete notato che state praticamente spingendo l'ago dentro un dito o una mano ??
Passo 4: Cartucce
Forate le cartucce sul retro con l'ago che avete segnato e inseritele nella sede della penna e poi, mantenendo un dito nella parte posteriore dell'ago, innestate l'insieme penna più cartuccia nell'ago.
E' necessario inserire penna e cartuccia prima di avvitare il tappo alla bottiglia. Farlo dopo, a tappo avvitato in sede, vi sarà impossibile o molto difficoltoso perché l'ago tende a scivolare dentro la bottiglia. Una soluzione può essere la colla a caldo oppure l'uso di una molletta da panni per trattenere l'ago in posizione anche col tappo montato. In questo caso l'ago è nudo e aumentate la probabilità di ferirvi o di ferire qualcun altro.
Passo 5: Assemblaggio e messa in funzione
Avvitate il tappo con il pendaglio ago-cartuccia-penna e appendete la bottiglia cosi composta su un lavandino (si, sembra una flebo !!).
Tenete lo spago lungo: caso volesse che la penna si sfili dalla cartuccia o dall'ago, meno strada fa e meglio è.
Inoltre tenendo la lavatrice vicino alla superficie del lavandino, la goccia che cade dalla penna schizza meno inchiostro.
Riempite la lavatrice con acqua, acqua saponata o acqua saponata e un pelo d'ammoniaca e andate a fare qualche altra cosa. Al vostro ritorno la penna sarà finalmente pulite (Nota del revisore: mettere il tempo che ci può volere, indicativo).
Varianti
Il modello base sopra descritto è di costruzione rapida e molto pratico per l'uso, essendo simile al riempimento di un imbuto. La larga apertura posteriore permette di non dimenticarsi che non è più una bottiglia, ma ha lo svantaggio di fornire in uscita un flusso piuttosto veloce e quindi meno efficiente nel lavaggio.
Più efficiente, flusso più lento, con regolazione sperimentale
Invece di praticare una larga apertura come nel modello base, è sufficiente inserire sul fondo della bottiglia un ago, meglio se quello segnato, meglio se di quelli da insulina che sono più sottili. Sia sul tappo che sul fondo potete sperimentare l'uso di aghi sottili e parzialmente intasati dalla plastica, fino ad ottenere un flusso lentissimo ed ultra efficiente.
La maggior efficienza si paga col tempo necessario alla regolazione e con una minor praticità d'uso. La sequenza apri-riempi-richiudi-capovolgi non è il massimo della praticità, soprattutto se si tiene conto del foro posteriore dal quale fuoriesce acqua.
Col foro minuscolo vi scorderete che la bottiglia in realtà ha il fondo che perde e farete un lago da qualche parte. Basta che suoni il telefono e la lascerete in giro a far danno.
Oppure vi troverete degli indumenti bagnati, (che dopo una certa eta' fa anche dispiacere).
Più efficiente, flusso più lento, affidabile
Questa variante è caratterizzata dall'uso di una bottiglia integra, senza fori, che permette di non causare inavvertiti allagamenti dovuti a disattenzione. L'ingresso dell'aria avviene tramite un "respiratore", ovvero un tubicino di plastica che può venir recuperato da un vaporizzatore per prodotti per la pulizia domestica. Non è necessario tagliarlo a misura, in quanto può essere arrotolato a spirale dentro la bottiglia.
Il diametro esterno del tubicino dovrebbe essere uguale a quello interno della parte plastica dell'ago.
Rispetto al modello base a "imbuto" è un po' meno agevole nell'uso. C'è sempre la sequenza apri-riempi-chiudi-capovolgi, ma non versa dal fondo.
La presenza del tubicino che regola/rallenta il flusso dell'aria in ingresso, ne limita l'uso a versioni con una o due penne.
Qualora lo si voglia adattare alla variante "porcospino", bisognerà tenere conto della diversa pervietà delle diverse penne: l'acqua tenderà a passare dalle penne più libere e non da quelle più intasate o con alimentatori costituzionalmente più chiusi. In altre parole alcune penne verranno lavate molto e altre meno o per niente.
- 1 spruzzino.jpg
- 2 tubetto nel tappo.jpg
- 3 tubetto nel tappo panoramica.jpg
- 4 tubetto e ago nel tappo.jpg
- 5 valvola per l'aria.jpg
- 6 colla a caldo.jpg
- 7 cartuccia inserita nell'ago.jpg
- 8 snorkel inserito.jpg
- 9 pisciolamento.jpg
- 10 ambaradan di Ottorino fatto a Torino.jpg
Porcospino/Fachiro/Mitragliatrice
Questa variante è pensata per chi ha un negozio e a fine giornata vuole lavare molte penne inchiostrate, in modo da ritrovarle pulite il mattino seguente. In questo caso è necessario avere una o più bottiglie con un tappo più ampio che permette l'inserzione di più aghi. Tappi larghi (3.5 cm di diamtero) si trovano nelle bottiglie di latte o in certe bevande zuccherate. Nelle foto è mostrata una versione sperimentale. Un po' di colla a caldo permette di fissare gli aghi in modo stabile. Questa variante funziona bene se il foro posteriore è largo, e d'altro canto non è pensata per incrostazioni tenaci e resistenti.
Penne non a cartuccia
Con un po' d'inventiva e qualche tubicino di gomma/silicone, si possono lavare anche parti di penne non a cartuccia.
Nella foto un esempio con una sezione di una vecchia Aurora 88.
Non sono stati provati pennini smontabili (Es. Pelikan), ma dovrebbe essere possibile lavarli.