Differenze tra le versioni di "Ancora"
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La collaborazione con Clerici continuò fino al 1924, quando Zanini fondò una sua attività personale, con ragione sociale ''Fabbrica di penne stilografiche e commercio, stampe in genere e riproduzioni opere d'arte''. Nel 1925 l'attività, fino allora riferita all'abitazione personale di Zanini, venne trasferita a Sesto Calende. Nel 1929 con la morte del fondatore, il figlio Alfredo subentrò nella gestione fino al 1975, quando l'azienda chiuse. Nel 1938 la sede venne spostata ad Arona, dove furono creati gli stabilimenti veri e propri. | La collaborazione con Clerici continuò fino al 1924, quando Zanini fondò una sua attività personale, con ragione sociale ''Fabbrica di penne stilografiche e commercio, stampe in genere e riproduzioni opere d'arte''. Nel 1925 l'attività, fino allora riferita all'abitazione personale di Zanini, venne trasferita a Sesto Calende. Nel 1929 con la morte del fondatore, il figlio Alfredo subentrò nella gestione fino al 1975, quando l'azienda chiuse. Nel 1938 la sede venne spostata ad Arona, dove furono creati gli stabilimenti veri e propri. | ||
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Versione delle 21:26, 22 nov 2008
La Ancora benché non sia altrettanto famosa di Aurora e Omas, è stata una delle più importanti marche storiche di stilografiche italiane. Benché non siano mai state introdotte invenzioni tecniche di grande rilevanza, e lo stile delle penne Ancora non si sia mai distinto per originalità ed innovazione, con modelli spesso chiaramente ispirati a quelli delle marche più note le penne dell'azienda erano di ottima qualità, in particolare per la lavorazione della celluloide, proposta in colori belli ed originali.
Come tutti gli altri produttori di penne stilografiche essa ha subito la grande crisi dovuta all'avvento della penna a sfera usa e getta, subendo un progressivo declino fino alla chiusura definitiva avvenuta nel 1975. Anche se il marchio, come per altre ditte storiche, è stato risuscitato nel 1988 per la produzione di stilografiche moderne.
Storia
La Ancora venne fondata (secondo quanto riportato da A. Lambrou) da Giuseppe Zanini,[1] a Sesto Calende, sulle rive del Lago Maggiore, nel 1909. Questo la renderebbe la prima marca italiana di stilografiche, ma la data è poco verosimile dato che all'epoca Zanini avrebbe avuto circa 12 anni, per cui l'origine è più probabilmente riportabile al 1920. Zanini iniziò le sue attività nel campo degli oggetti da scrittura a Bologna, dove pare fosse in contatto con Armando Simoni (fondatore della OMAS), per poi fondare una propria azienda con un socio, tale Clerici. La produzione di questi primi anni non era ancora chiaramente identificata dal marchio Ancora.
La collaborazione con Clerici continuò fino al 1924, quando Zanini fondò una sua attività personale, con ragione sociale Fabbrica di penne stilografiche e commercio, stampe in genere e riproduzioni opere d'arte. Nel 1925 l'attività, fino allora riferita all'abitazione personale di Zanini, venne trasferita a Sesto Calende. Nel 1929 con la morte del fondatore, il figlio Alfredo subentrò nella gestione fino al 1975, quando l'azienda chiuse. Nel 1938 la sede venne spostata ad Arona, dove furono creati gli stabilimenti veri e propri.
La produzione iniziale era costituita da penne realizzate in maniera piuttosto convenzionale con il classico riempimento a contagocce oppure safety, costruite sia in ebanite cesellata che, per i modelli di maggior pregio, con rivestimenti in metallo decorato. Quest'ultimo era in genere placcato oro a 18k, anche se sono stati rinvenuti esemplari in oro massiccio; non pare invece essere stato usato l'argento. In genere questi rivestimenti sono marchiati con il nome Ancora in lettere maiuscolo sul bordo inferiore del cappuccio, ma taluni riportano sulla testa dello stesso il logo della ditta, un'ancora, in smalto bianco e blu.
Negli anni '30 la produzione passò alla celluloide, il modello di punta era la Duplex, con caricamento a levetta, prodotto in tre diverse dimensioni. La clip era a rotellina (analoga a quella usata nei primi modelli delle Doric), ed il cappuccio presentava tre verette, a queste si aggiungevano altre tre verette decorativa, la prima posta in testa al cappuccio, le altre due sul corpo. Tutte le finiture erano placcate oro, e le penne montavano un pennino marcato Ancora a 14 carati. Del modello esistono anche delle versioni alternative, con colorazioni particolari della celluloide e finiture e stile diversi dal modello base, tutte però riportano il logo dell'ancora e la dicitura Duplex marchiata sul corpo della penna.
Alla fine degli anni '30 venne introdotto un nuovo modello, denominato Dama, realizzato in una bellissima celluloide laminata trasparente, simile a quella della Vacumatic e dotato di un innovativo sistema di caricamento a siringa rovesciata. La penna venne prodotta in due dimensioni ed in due versioni: liscia e faccettata. Lanciata da una vasta campagna pubblicitaria la Dama riscosse in grande successo, ma il sistema di caricamento, per quanto innovativo, risultò essere molto fragile dal punto di vista meccanico; molte penne dovettero tornare in fabbrica dove il sistema di caricamento venne modificato in un pulsante di fondo, perdendo così la trasparenza del corpo penna.
Nello stesso periodo vennero prodotte anche altri modelli in celluloide con il più semplice caricamento a levetta, di prezzo più basso rispetto alla Dama, ma sempre di alta qualità. Non è nota una denominazione specifica per questi modelli, che venivano prodotti con finiture dorate o cromate, queste ultime (in produzione dalla fine degli anni '30 ai primi degli anni '40) erano associate ai pennini in acciaio, realizzati in una lega denominata Zanio.
A metà degli anni '40 venne introdotto il modello Lusso, nella particolare forma a siluro, ripresa anche dalla clip. Il modello venne prodotto in tre dimensioni, e realizzato in celluloide a tinta unita, marmorizzata, venata o laminata, in una gran varietà di colori. Alcuni modelli vennero realizzati con cappuccio in metallo laminato oro e corpo in celluloide laminata. I primi modelli erano con caricamento a levetta in seguito sostituito dal caricamento a stantuffo.
Alla fine degli anni '40 anche la Ancora introdusse un modello a pennino coperto, denominato Calamus, realizzato con caricamento a stantuffo, e prodotto i due dimensioni e diversi colori, e con pennino coperto o parzialmente coperto. I cappucci erano in metallo placcato oro con una incastonatura in celluloide sulla testa, mentre sul corpo era riportata l'incisione del nome del modello. I modelli iniziali riportano anche il logo ancora smaltato sulla clip.
Della Ancora sono note due sottomarche, la prima è la Goliarda con cui l'azienda chiamava la produzione dedicata al mercato studentesco, si tratta in genere di penne poco costose, ma comunque eleganti e di buona costruzione, la seconda è la Rapid che venne usata solo per i modelli safety rivestiti in metalli preziosi.
Negli anni successivi l'azienda subì la crisi dovuta all'introduzione della penna a sfera, ma continuò a produrre modelli in plastica ad iniezione con caricamento a stantuffo, non raggiunse mai comunque il successo dei suoi anni d'oro e nel 1975 venne definitivamente chiusa.
Template:CronoMarche |- | 1920 || Nascita della Ancora |- | 1975 || Ancora chiude definitivamente i battenti |- |}
Template:LegendaModelli |- | Dama || 19XX || ? |- | Lusso || 19XX || ? |- | Duplex || 19XX || |- |}
Note
- ↑ oltre alla data della fondazione, un'altro punto incerto riguardo le origini dell-azienda è proprio il cognome del suo fondatore, si trovano infatti sia documenti in cui viene riportato il cognome Zannini, con due "n", sia il semplice Zanini, su questo sono state avanzate diverse ipotesi, ma in sostanza la questa resta irrisolta.