Differenze tra le versioni di "Numerazione Onoto"

Da FountainPen.
Jump to navigation Jump to search
Riga 20: Riga 20:
 
Si può pertanto azzardare un'ipotesi: la classificazione fu introdotta per ragioni di organizzazione produttiva aziendale, legata anche alle esigenze di standardizzazione di alcuni componenti interni alla penna, mentre la numerazione impressa sul fondello era semplicemente un numero di serie. Ai posteri (o, speriamo, ai risultati di nuove scoperte) l’ardua sentenza!
 
Si può pertanto azzardare un'ipotesi: la classificazione fu introdotta per ragioni di organizzazione produttiva aziendale, legata anche alle esigenze di standardizzazione di alcuni componenti interni alla penna, mentre la numerazione impressa sul fondello era semplicemente un numero di serie. Ai posteri (o, speriamo, ai risultati di nuove scoperte) l’ardua sentenza!
  
[[Category:Carter]]
+
[[Category:Onoto]]
 
[[Category:Sistemi di numerazione]]
 
[[Category:Sistemi di numerazione]]

Versione delle 11:45, 10 ago 2014

Va innanzi tutto notato che la Thomas de la Rue & Company Ltd (TDR), produttrice delle stilografiche a marchio Onoto, dedicò questa denominazione commerciale alle sue penne di punta, riservando alle altre della sua linea produttiva (che, seppur d’ottima qualità, per un verso o per l’altro avevano caratteristiche meno "di lusso") il marchio “The De La Rue Pen”.

La classificazione che segue, che si riferisce ad una numerazione generale dei modelli Onoto introdotta agli inizi del 1921, è frutto degli studi di Steve Hull. Osservazioni empiriche suggeriscono comunque che, almeno a partire da una certa data, la TDR l’abbia applicata a tutta la sua produzione. I codici sono suddivisi secondo i seguenti criteri:

  • da 1 a 999: sembra si tratti di codici dedicati ad Onoto di varie categorie, generalmente modelli minori, ed a stilografiche con alimentazione a levetta non marchiate Onoto;
  • serie 1.000: stilografiche con alimentazione a contagocce;
  • serie 2.000: stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata (“plunger filler”) primo modello, con cappuccio ad inserimento sulla sezione, versione corta (inizialmente denominata O);
  • serie 3.000: stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata (“plunger filler”) primo modello, con cappuccio ad inserimento sulla sezione, versione lunga (inizialmente denominata N)
  • serie 4.000: stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata (“plunger filler”) primo modello, con cappuccio ad inserimento sulla sezione, versione lunga (inizialmente denominata N), con pennino grande ed alimentatore coperto da una guaina d’oro;
  • serie 5.000: stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata (“plunger filler”), modello “streamlined” (con impugnatura e fondello affusolati), con cappuccio ad inserimento sul corpo penna, versione corta;
  • serie 6.000: stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata (“plunger filler”), modello “streamlined” (con impugnatura e fondello affusolati), con cappuccio ad inserimento sul corpo penna, versione lunga;
  • serie 7.000 e serie 8.000: stilografiche con alimentazione a levetta a partire dal 1923, sia in ebanite sia in celluloide;
  • serie 9.000: stilografiche con alimentazione a levetta, a partire dalla fine degli anni 1920.

Questo tema, così affascinante, è ancora ben lungi dall’essere definito. Mentre non vi sono incertezze circa i primi modelli (serie 1.000, 2.000, 3.000 e 4.000), tutto diviene molto confuso con la produzione successiva, anche a causa dei codici che, spesso anche se non sempre, venivano impressi sul fondello delle stilografiche con alimentazione a siringa rovesciata. Codici che sembrano mettere in crisi la classificazione appena proposta e che molti rivenditori propongono come numero di modello. Va però notato che:

  • quasi mai la TDR imprimeva sul corpo penna il numero del modello (sono state per ora osservate due eccezioni: la n° 51 e la n°14, entrambe di produzione post 1945)
  • i codici sul fondello hanno cominciato ad apparire dopo il 1921 e qualche volta erano così composti: "nnnnln" (numero-numero-numero-numero-lettera-numero): sembra che la lettera ed il numero ad essa seguente possano riferirsi all’anno o al lotto di produzione.

Si può pertanto azzardare un'ipotesi: la classificazione fu introdotta per ragioni di organizzazione produttiva aziendale, legata anche alle esigenze di standardizzazione di alcuni componenti interni alla penna, mentre la numerazione impressa sul fondello era semplicemente un numero di serie. Ai posteri (o, speriamo, ai risultati di nuove scoperte) l’ardua sentenza!