Differenze tra le versioni di "Sostituzione di un sacchetto in gomma"
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Si distribuisca lo [[shellac]] sul [[collare]] della sezione prendendolo dalla sua boccetta (o da dove lo tenete) con uno stecchino da denti, è bene che sia piuttosto liquido (nelle foto si ne è usato uno molto denso per renderlo più visibile, si è dovuto poi "diluirlo" con un po' di alcol). L'unica precauzione da prendere è quella di stare attenti a non ostruire il canale dell'[[alimentatore]], altrimenti si potrebbe anche essere costretti a smontare la sezione per poterlo ripulire (se si è esagerato, se la cosa è superficiale basta il solito panno con l'alcol). | Si distribuisca lo [[shellac]] sul [[collare]] della sezione prendendolo dalla sua boccetta (o da dove lo tenete) con uno stecchino da denti, è bene che sia piuttosto liquido (nelle foto si ne è usato uno molto denso per renderlo più visibile, si è dovuto poi "diluirlo" con un po' di alcol). L'unica precauzione da prendere è quella di stare attenti a non ostruire il canale dell'[[alimentatore]], altrimenti si potrebbe anche essere costretti a smontare la sezione per poterlo ripulire (se si è esagerato, se la cosa è superficiale basta il solito panno con l'alcol). |
Versione delle 18:28, 7 feb 2016
Molti sistemi di caricamento, fra cui quelli probabilmente più diffusi nelle stilografiche antiche, come il caricamento a levetta o quello a pulsante di fondo, sono basati sulla compressione ed il successivo rilascio di un sacchetto di gomma elastica, la cui espansione viene utilizzata per aspirare l'inchiostro al suo interno. Il sacchetto costituisce pertanto sia il serbatoio che parte del meccanismo di caricamento, e spesso la riparazione di quest'ultimo consiste semplicemente nella sostituzione di un sacchetto rovinato.
Nelle versioni originali delle penne antiche il sacchetto era realizzato in lattice, e con l'uso continuo esso tende o rompersi per l'usura; inoltre. anche se lasciato inutilizzato, con il tempo ed il contatto con gli inchiostri esso tende comunque ad indurirsi e "pietrificare" diventando inutilizzabile. In questo caso occorre aprire la penna separando la sezione dal corpo (si faccia riferimento alla pagina "smontare e rimontare levetta e pulsante di fondo" per i due casi più comuni) per provvedere alla sua sostituzione.
La scelta della misura del sacchetto
La scelta del sacchetto da sostituire deve tener conto di due parametri, le dimensioni ed il materiale. L'unica dimensione che conta davvero è però il diametro, per la lunghezza infatti è sufficiente che questa sia sufficiente ad arrivare al meccanismo di compressione, per i sacchetti in commercio essa in genere supera nella maggior parte dei casi le dimensioni utili (in profondità) del corpo della penna e come vedremo essi devono essere opportunamente accorciati.
Per questo motivo le dimensioni di un sacchetto sono di solito espresse in 64-simi di pollice e corrispondono al diametro esterno dello stesso: le misure vanno in genere da 12 a 22. Se si dispone già dei sacchetti in diverse misure il modo più semplice per scegliere quello del diametro giusto è di inserirli nel corpo della penna e vedere qual'è quello più grande che entra senza toccare il bordo e senza fare resistenza: il sacchetto deve entrare nel corpo della penna con facilità e deve poter essere posizionato al centro dello stesso senza strusciare contro le pareti e, per i sistemi di caricamento in cui è presente, senza entrare in contrasto con la barra di pressione.
Non fate l'errore di montare il sacchetto più grande possibile nell'illusione di aumentare la capacità del serbatoio, i fattori che determinano la durata del serbatoio sono altri, con un sacchetto troppo grande si rischia solo una usura precoce, con conseguenti macchie di inchiostro nella camicia o nella borsa alla rottura. Un sacchetto più piccolo è preferibile anche per una migliore efficienza di riempimento del meccanismo di caricamento, che riesce a stringerlo meglio, e per il miglior isolamento termico che si riesce a ottenere per lo strato d'aria fra il sacchetto ed il corpo della penna che evita il gocciolamento a penna quasi vuota per le variazioni di pressione dell'aria nel serbatoio dovute all'innalzamento di temperatura col calore della mano.
Se non si dispone preventivamente delle varie misure occorrerà determinare quella più adeguata con un conto misurando il diametro della penna. Si tenga conto che se si esegue la misura all'imboccatura della sezione in genere la dimensione verrà sovrastimata, se non si tiene contro dell'ingombro interno del sistema di caricamento. La barra di pressione di un caricamento a levetta o a pulsante di fondo può infatti essere spessa fino a 0.9 mm, che devono essere sottratti dal diametro misurato all'imboccatura della sezione. Non è questo il caso per altri sistemi di caricamento (come quello pneumatico della Chilton) ma si tratta comunque di casi particolari, applicheremo il conto seguente a quello più comune.
Un pollice equivale a 25.4 mm quindi un sacchetto di misura "14" corrisponde a 14/64 di pollice, vale a dire 14/64*25.4 = 5.55 mm diametro esterno. Se si misura un diametro all'imboccatura di 8.4 mm, si dovrà stimare un diametro utile interno di 8.4-0.9*2 = 6.6 mm. La misura del sacchetto in sessantaquattresimi di pollice dovrà pertanto essere: 6.6*64/25.4 = 16.63 e si dovrà quindi scegliere un sacchetto da 16. Il conto è stato eseguito con una 852V ed in effetti il sacchetto da 16 è anche quello che verrebbe selezionato col metodo empirico precedente.
La scelta del materiale del sacchetto
I sacchetti attualmente in commercio sono principalmente di due tipi, quelli tradizionali in gomma/lattice, in genere di colore nero, e quelli nuovi in silicone, chiari e parzialmente trasparenti, illustrati nell'immagine precedente. Le differenze sono significative (per i dettagli si rimanda alla relativa pagina).
Per le loro migliori caratteristiche sono senz'altro da preferire i sacchetti in silicone, anche se in genere sono più costosi. Il materiale è molto più stabile e resistente alle componenti degli inchiostri e dimostra una tenuta meccanica ed un mantenimento dell'elasticità molto più prolungato. Inoltre non è noto il rilascio di nessun componente chimico durante l'invecchiamento, e non sono quindi fonte di possibili alterazioni di materiali delicati come la celluloide.
Si tratta pertanto, nonostante il costo superiore all'acquisto, di una scelta comunque conveniente nel lungo periodo. L'esperienza personale dell'autore di queste note è che di essersi trovato varie volte nella situazione in cui sacchetto in lattice sostituito si sia di nuovo pietrificato dopo qualche anno, costringendo ad un'altra sostituzione, evenienza mai verificatasi coi sacchetti in silicone.
Taglio in lunghezza
Una volta scelto il sacchetto il primo passo è quello di tagliarlo nella giusta lunghezza, esso infatti dovrà essere incollato sul cosiddetto "collare" della sezione (per una descrizione dei vari tipi, e di come eventualmente effettuarne una riparazione, si consulti questa pagina), la cui profondità ovviamente non corrisponde al bordo dell'imboccatura. Prendere le misure comunque è piuttosto semplice, si inserisce il sacchetto in posizione e si accosta di fianco al corpo la sezione smontata in modo che corrisponda al punto dove andrà a battere una volta rimontata, vi si stringe sopra con due dita la parte sporgente del sacchetto, e lo si estrae solidalmente, individuando poi immediatamente dove porre il taglio.
Alternativamente si può semplicemente marcare il sacchetto a pari sul bordo del fusto con un pennarellino e tagliare misurando la profondità di cui rientra la sezione nel corpo. Anche in questo caso lasciare un millimetro di aria sul fondo è opportuno, per evitare frizioni inutili, considerando che normalmente la barra di pressione ha una escursione più limitata della lunghezza del fusto (questo è ancora più evidente nel caso di caricamento a pulsante di fondo) per cui è inutile che il sacchetto sia inserito in profondità anche dove comunque non verrebbe premuto.
Preparazione ed incollaggio
Una volta tagliato a misura il sacchetto, si dovrà predisporne l'incollaggio sul collare della sezione. In genere nel restauro di penne antiche, questa conterrà i residui del sacchetto rimosso e dello shellac utilizzato per l'incollaggio, che dovranno essere rimossi grattandoli via con un trincetto o un coltellino. Nell'eseguire l'operazione si stia attenti a non esagerare e tranciare parte del collare e rimuovere anche parte dell'ebanite dello stesso, in alcuni casi il collare è molto sottile ed è opportuno essere delicati per evitare rischi di rottura; è importante che la superficie ripulita dia un buon appoggio, non che sia perfettamente liscia, in alcuni casi anzi sono pure presenti scanalature per facilitare la presa dello shellac.
Una volta ripulito il collare della sezione, occorre incollarvi il sacchetto. Il collante da usare è sempre lo shellac, esso infatti è assolutamente reversibile, quando è secco lo si può ammorbidire con il calore e se se ne usa troppo o ci si sporca le dita o lo si sbrodola su altre parti della penna lo si può rimuovere facilmente con un po' di alcol su un panno pulito (da sacrificare, non usate la vostra camicia/maglietta preferita ...).
Si distribuisca lo shellac sul collare della sezione prendendolo dalla sua boccetta (o da dove lo tenete) con uno stecchino da denti, è bene che sia piuttosto liquido (nelle foto si ne è usato uno molto denso per renderlo più visibile, si è dovuto poi "diluirlo" con un po' di alcol). L'unica precauzione da prendere è quella di stare attenti a non ostruire il canale dell'alimentatore, altrimenti si potrebbe anche essere costretti a smontare la sezione per poterlo ripulire (se si è esagerato, se la cosa è superficiale basta il solito panno con l'alcol).
da finire, da finire, da finire