Differenze tra le versioni di "Overlay"
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− | Fino agli inizi del 1900 il principale materiale utilizzato per la costruzione di stilografiche era l'ebanite, gli altri materiali, ed in particolare i metalli, erano soggetti alla corrosione dovuta alla forte acidità degli inchiostri. L'ebanite ha il pregio di essere un materiale inerte ed assolutamente resistente alla corrosione, ma anche l'inconveniente di essere poco attraente, essendo realizzabile solo in colore nero (la produzione di penne in ebanite rossa o rossa e nera avverrà solo in un secondo momento). | + | [[File:Williamson-Safety-Overlay-Capped.jpg|thumb|Un esemplare di [[Williamson]] rivestita]] |
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Per questo motivo in genere le sole forme di decorazione che si trovano sulle penne più antiche realizzate in questo materiale sono le incisioni e [[Black Chased Hard Rubber|cesellature]] che, nei motivi più vari, venivano praticate sul corpo ed il cappuccio delle penne, per renderne più gradevole l'aspetto (e migliorarne anche la presa). | Per questo motivo in genere le sole forme di decorazione che si trovano sulle penne più antiche realizzate in questo materiale sono le incisioni e [[Black Chased Hard Rubber|cesellature]] che, nei motivi più vari, venivano praticate sul corpo ed il cappuccio delle penne, per renderne più gradevole l'aspetto (e migliorarne anche la presa). | ||
− | Per poter realizzare esemplari di pregio di maggior valore una delle decorazioni più comuni (molto diffusa specie fra i produttori | + | Per poter realizzare esemplari di pregio di maggior valore una delle decorazioni più comuni (molto diffusa specie fra i produttori italiani) era quella consistente nel rivestire le penne con uno strato di metallo più o meno prezioso, realizzando quella che si suole chiamare una ''overlay'' (o ''rivestita''). Questa lavorazione permetteva anche di risolvere un altro problema legato all'uso dell'ebanite, cioè quello della sua relativa fragilità, rinforzando la struttura con il rivestimento in metallo. |
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+ | [[File:Waterman-Overlay-Samples-Capped.jpg|left|thumb|Un serie di penne rivestite]] | ||
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+ | I rivestimenti più semplici erano realizzati in metallo lavorato a [[guilloché]] o cesellato, quasi sempre [[doublé|laminato]] con materiale pregiato (per lo più oro a 18 carati). Per questo motivo queste penne vengono spesso semplicemente chiamate ''"[[laminate]]"'' dato che la gran parte dei rivestimenti era appunto realizzata in metallo laminato in oro. In realtà questa denominazione non è esatta e si dovrebbe applicare solo al sottoinsieme delle penne rivestite in questo modo. | ||
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+ | Gli esemplari più preziosi infatti venivano rivestiti anche direttamente in argento ed oro massiccio. Anche le lavorazioni potevano essere molto differenti, dalla semplice [[engine turned|cesellatura meccanica]], alla smaltatura più o meno pregiata, alle lavorazioni [[filigree|filigranate]] o [[traforate]], al vero e proprio intaglio manuale, fino alla decorazione con pietre preziose. | ||
− | + | Per la varietà dei rivestimenti e l'eleganza delle lavorazioni eseguite su di essi, che spesso risultano essere dei veri capolavori di arte orafa, le ''overlay'' sono penne di grandissimo interesse collezionistico e si annoverano in questa categoria fra le più costose fra le stilografiche da collezione, come le [[Parker Snake|Snake]] della [[Parker]]. | |
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Fino agli inizi del 1900 il principale materiale utilizzato per la costruzione di stilografiche era l'ebanite, gli altri materiali, ed in particolare i metalli, erano soggetti alla corrosione dovuta alla forte acidità degli inchiostri. L'ebanite ha il pregio di essere un materiale inerte ed assolutamente resistente alla corrosione, ma anche l'inconveniente di essere poco attraente, essendo realizzabile solo in colore nero (la produzione di penne in ebanite rossa o rossa e nera avverrà solo in un secondo momento).
Per questo motivo in genere le sole forme di decorazione che si trovano sulle penne più antiche realizzate in questo materiale sono le incisioni e cesellature che, nei motivi più vari, venivano praticate sul corpo ed il cappuccio delle penne, per renderne più gradevole l'aspetto (e migliorarne anche la presa).
Per poter realizzare esemplari di pregio di maggior valore una delle decorazioni più comuni (molto diffusa specie fra i produttori italiani) era quella consistente nel rivestire le penne con uno strato di metallo più o meno prezioso, realizzando quella che si suole chiamare una overlay (o rivestita). Questa lavorazione permetteva anche di risolvere un altro problema legato all'uso dell'ebanite, cioè quello della sua relativa fragilità, rinforzando la struttura con il rivestimento in metallo.
I rivestimenti più semplici erano realizzati in metallo lavorato a guilloché o cesellato, quasi sempre laminato con materiale pregiato (per lo più oro a 18 carati). Per questo motivo queste penne vengono spesso semplicemente chiamate "laminate" dato che la gran parte dei rivestimenti era appunto realizzata in metallo laminato in oro. In realtà questa denominazione non è esatta e si dovrebbe applicare solo al sottoinsieme delle penne rivestite in questo modo.
Gli esemplari più preziosi infatti venivano rivestiti anche direttamente in argento ed oro massiccio. Anche le lavorazioni potevano essere molto differenti, dalla semplice cesellatura meccanica, alla smaltatura più o meno pregiata, alle lavorazioni filigranate o traforate, al vero e proprio intaglio manuale, fino alla decorazione con pietre preziose.
Per la varietà dei rivestimenti e l'eleganza delle lavorazioni eseguite su di essi, che spesso risultano essere dei veri capolavori di arte orafa, le overlay sono penne di grandissimo interesse collezionistico e si annoverano in questa categoria fra le più costose fra le stilografiche da collezione, come le Snake della Parker.