Differenze tra le versioni di "Dama e Maxima"

Da FountainPen.
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La [[Maxima]] invece costituiva sostanzialmente una versione ''tonda'' della [[Da-Ma]] con caricamento a  [[siringa rovesciata]], prodotta però in due sole misure. L'unica altra differenza significativa è l'uso di un pennino monocolore.  
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La [[Maxima]] invece costituiva sostanzialmente una versione ''tonda'' della [[Da-Ma]] con caricamento a  [[siringa rovesciata]], prodotta però in due sole misure, media e grande, rispettivamente identificate con i numeri 74 e 72 posti sotto il fondello. L'unica altra differenza significativa è l'uso di un pennino monocolore.  
  
 
Entrambe le versioni riportano la dicitura ''14 KR'' sulla clip, la sigla fa riferimento alla doratura, eseguita con oro a 14 carati, la lettera "R" sta per ''rinforzato'', ad indicare la doratura.
 
Entrambe le versioni riportano la dicitura ''14 KR'' sulla clip, la sigla fa riferimento alla doratura, eseguita con oro a 14 carati, la lettera "R" sta per ''rinforzato'', ad indicare la doratura.

Versione delle 23:45, 26 mag 2013

Storia

Il modello Da-Ma venne introdotto sul mercato dalla Ancora nella seconda metà degli anni '30, come nuovo modello di punta dell'azienda, andando, almeno inizialmente, ad affiancarsi alla Duplex. Come per gli altri modelli dell'azienda non è possibile determinare una data certa dell'introduzione, esso si trova comunque rappresentato, insieme alla Duplex e alla Maxima, in un catalogo della Uhlmann's Eterno del 1939 e nella pubblicità qui a fianco risalente al 1938, che pone un limite superiore all'anno di introduzione. I relativi marchi (Reg. Gen. N. 56845 e Reg. Gen. N. 56843) vennero invece depositati nel 1937, che assumeremo come anno iniziale della produzione.

File:1938-Ancora-Dama.jpg
Pubblicità della Da-Ma del 1938.

La Ancora, come la gran parte dei produttori italiani, si limitava a seguire le tendenze stilistiche e la Da-Ma si rifà alla moda dei modelli in celluloide sfaccettata. La penna richiama abbastanza le forme della Doric della Eversharp, ma ancor di più quelle degli analoghi modelli creati da Omas e Columbus, tanto che potrebbe essere a buona ragione essere considerata una imitazione della Extra.

La Da-Ma venne realizzata sia con il tradizionale caricamento a levetta, che in versione semitrasparente, con caricamento a siringa rovesciata. Insieme alla Da-Ma la Ancora lanciò anche anche il modello Maxima, una versione liscia della stessa penna, sostanzialmente identico nelle finiture ma prodotto in due sole misure.

Sia la Da-Ma che la Maxima erano penne di elevata qualità costruttiva e di stile impeccabile, grazie anche alle bellissime colorazioni della celluloide utilizzata per costruirla, la cui lavorazione costituisce uno dei punti di forza della produzione Ancora. Il modello, che venne pubblicizzato su vasca scala fino al 1943, ebbe un grande successo, e può essere probabilmente considerato come il capolavoro dell'azienda. Non è nota una data di dismissione e si presume che la produzione sia proseguita fino agli anni '50.[1]

Caratteristiche tecniche

Le penne di queste due serie erano caratterizzate da un eccellente qualità costruttiva, eccezion fatta per il caricamento a siringa rovesciata che si rivelò piuttosto fragile. La clip presenta un montaggio a vite sull'interno del cappuccio (?). Il cappuccio è con chiusura a vite.

Materiali

Le penne di queste due serie erano realizzate in celluloide tornita dal pieno con diverse lavorazioni (marmorizzata, anellata, striata). Le finiture ed il fermaglio erano in metallo laminato oro; il pennino in oro a 14 carati.

Sistema di riempimento

Le penne di questa serie vennero realizzate in due versioni diverse: una di queste era equipaggiata con il caricamento a levetta, l'altra con il caricamento a siringa rovesciata. Questo ultimo sistema si rivelò però piuttosto fragile, e molte penne vennero rimandate indietro alla fabbrica dove il sistema venne cambiato in un pulsante di fondo.

Versioni

Una Maxima.

Il modello Da-Ma prevedeva la presenza di due diverse versioni, con caricamento a levetta e con caricamento a siringa rovesciata, queste ultime erano realizzate con celluloide semitrasparente seguendo la tendenza del tempo alla creazione di penne che visualizzassero il livello di inchiostro, ed il fondello era separato dal corpo da un anellino di metallo dorato.

Per tutto il resto le due versioni della Da-Ma sono identiche, la penna venne prodotta in quattro diverse misure con una clip a rotellina in metallo dorato uguale a quella Duplex, e sostanzialmente identica a quella che si trova sugli analoghi modelli di Omas e Columbus. Il cappuccio presentava una decorazione con tre sottili anelli, e sul corpo era incisa l'iscrizione Ancora Da-Ma in caratteri corsivi, che in alcune versione è separata dalla stampigliatura del logo dell'ancora.

La Maxima invece costituiva sostanzialmente una versione tonda della Da-Ma con caricamento a siringa rovesciata, prodotta però in due sole misure, media e grande, rispettivamente identificate con i numeri 74 e 72 posti sotto il fondello. L'unica altra differenza significativa è l'uso di un pennino monocolore.

Entrambe le versioni riportano la dicitura 14 KR sulla clip, la sigla fa riferimento alla doratura, eseguita con oro a 14 carati, la lettera "R" sta per rinforzato, ad indicare la doratura.

Colori

Le penne di questa serie vennero realizzate in una grande varietà di celluloidi diverse, con lavorazioni variegate o striate. I modelli con caricamento a siringa rovesciata sono realizzati in celluloide anellata semitrasparente. Non è noto un preciso elenco di colori.

Pennini

Le penne della serie Da-Ma montavano un bellissimo pennino bicolore sul quale era proposta una particolare decorazione a forma di ancora, il cui gambo inizia dalla punta del pennino ed i cui bracci si estendono sul corpo fino all'altezza del foro di ventilazione. Al di sotto della sagoma dell'ancora era riportata la dicitura Ancora posta sopra il marchio della caratura (oro a 14 carati) riportata in millesimi all'interno di un rombo.

File:Ancora-Dama-Nib.jpg
Una versione di transizione del pennino

La serie Maxima utilizzava un pennino più semplice monocolore, recante sempre l'incisione del logo e la dicitura Ancora riportata sopra il marchio della caratura (oro a 14 carati) costituito da un rombo contente il valore in millesimi (585). Su questo modello venne anche montato il pennino in acciaio marcato Zanio.

Esiste inoltre una versione di transizione della Da-Ma il cui pennino è in oro e riporta sotto la dicitura Ancora e la caratura le inziali G Z disposte in forma di ovale, come mostrato nella fotografia riportata qui a fianco.

Misure

Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.

Versione Lunghezza Altre misure: lunghezze, diametri, pesi
? 1x.x cm 1x mm il cappuccio, 11mm il corpo

Cronologia

Anno Avvenimento
1937 l'azienda introduce le Da-Ma (data indicativa, coincidente con quella di registrazione del marchio, Reg. Gen. N. 56845)
1938 l'azienda porta la produzione a Arona[2]

Materiale disponibile

Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.

Note

  1. per questo si assume arbitrariamente come data di fine produzione il 1955.
  2. la data è desunta da un articolo pubblicato sull'Illustrazione Italiana, in un inserto dedicato alle produzioni autarchiche, pubblicato sul supplemento al N. 17 del 1938, in cui si riporta la notizia che la produzione nel nuovo stabilimento di Arona sarebbe partita a giorni.

Riferimenti esterni