Differenze tra le versioni di "Waterman"
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La produzione iniziale era costituita principalmente da penne di ebanite nera (liscia o con qualche incisione meccanica) dotate di pennino d'oro, e come la gran parte delle penne dell'epoca si caricavano a contagocce. In questo primo periodo, in cui le forme ed i meccanismi di caricamento erano sempre gli stessi, i diversi modelli venivano identificati esclusivamente in base al numero indicante la misura del pennino. | La produzione iniziale era costituita principalmente da penne di ebanite nera (liscia o con qualche incisione meccanica) dotate di pennino d'oro, e come la gran parte delle penne dell'epoca si caricavano a contagocce. In questo primo periodo, in cui le forme ed i meccanismi di caricamento erano sempre gli stessi, i diversi modelli venivano identificati esclusivamente in base al numero indicante la misura del pennino. | ||
− | All'inizio del secolo, fino a tutti gli anni '10, la [[Waterman]] si contraddistingue per un grande sforzo nella ricerca di innovazioni tecniche: viene introdotta la clip sul cappuccio (la ''Clip Cap''), e vengono sperimentati diversi meccanismi di caricamento alternativi al contagocce. In questo periodo la [[Waterman]] si distingue per aver | + | All'inizio del secolo, fino a tutti gli anni '10, la [[Waterman]] si contraddistingue per un grande sforzo nella ricerca di innovazioni tecniche: viene introdotta la clip sul cappuccio (la ''Clip Cap''), e vengono sperimentati diversi meccanismi di caricamento alternativi al contagocce. In questo periodo la [[Waterman]] si distingue per aver industrializzato uno dei più classici sistemi di caricamento, il ''Safety'' in cui con un meccanismo a vite si fa rientrare il pennino all'interno della corpo che funge da serbatoio. La [[Waterman]] è la prima a produrre e ad esportare le penne ''rientranti'', presto imitata da molte altre aziende (specialmente in europa, dove queste conobbero una grande diffusione). A tutti questi sistemi subentrò comunque, nel 1913, il caricamento a levetta, introdotto per primo dalla [[Sheaffer]], ma che la [[Waterman]] riesce a copiare eludendo il brevetto della concorrente. |
Sempre nei primi anni 1900 vengono introdotti nuovi modelli contraddistinti da diverse forme del cappuccio e della penna, per identificare i quali la [[Waterman]] creò un apposito [[Waterman Standard Numbering System|sistema di numerazione standard]] inizialmente composto da due cifre, la prima delle delle quali indicava la forma della penna, mentre la seconda continuava ad indicare la dimensione del pennino, dando luogo ad un numero che veniva impresso sul fondo della penna per idenficarne immediatamente le caratteristiche. | Sempre nei primi anni 1900 vengono introdotti nuovi modelli contraddistinti da diverse forme del cappuccio e della penna, per identificare i quali la [[Waterman]] creò un apposito [[Waterman Standard Numbering System|sistema di numerazione standard]] inizialmente composto da due cifre, la prima delle delle quali indicava la forma della penna, mentre la seconda continuava ad indicare la dimensione del pennino, dando luogo ad un numero che veniva impresso sul fondo della penna per idenficarne immediatamente le caratteristiche. | ||
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Nonostante la [[Ripple]] sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in celluloide, per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La [[Waterman]] però restò ostinatamente, forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, legata all'uso dell'ebanite, arrivando a sviluppare dei modelli in ebanite colorata, che non riscossero un grande successo (non potendo avere comunque una lucentezza paragonabile alla celluloide). | Nonostante la [[Ripple]] sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in celluloide, per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La [[Waterman]] però restò ostinatamente, forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, legata all'uso dell'ebanite, arrivando a sviluppare dei modelli in ebanite colorata, che non riscossero un grande successo (non potendo avere comunque una lucentezza paragonabile alla celluloide). | ||
− | Solo nel 1929, con l'introduzione della [[Patrician]] | + | Solo nel 1929, con l'introduzione della [[Patrician]] la [[Waterman]] si decise a produrre una penna in celluloide, ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'Onix o il Moss Agathe. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla [[Waterman]]) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione. |
− | + | Negli anni successivi la produzione di penne proseguì sempre seguendo l'approccio tradizionalista dell'azienda, che vide la nascita di nuovi modelli in celluloide come la serie [[9x]] o la [[Lady Patricia]], versione per signore della [[Patrician]] non dotati di particolari innovazioni. L'azienda restò comunque ancorata al sistema di caricamento a levetta, e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo delle penne trasparenti, avviato dalla [[Vacumetic]] della [[Parker]], rispose solo nel 1936 introducendo il modello [[Ink View]]. Allo stile ''Streamlined'' introdotto dalla [[Balance]] della [[Sheaffer]] rispose nel 1939 con la [[HundredYear]]. Al pennino coperto della [[Parker]] [[51]] riponderà nel 1943 con la [[Taperite]]. | |
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Versione delle 23:20, 15 ott 2007
La Waterman è tutt'oggi uno dei maggiori produttori di penne stilografiche. La ditta venne fondata nel 1883 a New York City da Lewis Edson Waterman, ed è uno dei pochi produttori storici che è sopravvissuto, anche se in maniera indiretta, fino ai nostri giorni. Attualmente la compagnia opera con il nome di Waterman S.A. ed è di proprietà della Sanford, una divisione della Newell Rubbermaid che possiede anche la Parker.
Se si escludono i primi anni di vita, la Waterman ha sempre mantenuto un approccio molto conservativo, che la ha vista privilegiare la tradizione nei confronti che l'innovazione sia per quanto riguarda lo stile che la tecnologia, pur mantenendo sempre una qualità di altissimo livello. Però, anche a causa di questo approccio tradizionalista, dopo il periodo d'oro durato fino agli anni '20, la Waterman ha visto progressivamente erodersi le sue quote di mercato, restando sempre più indietro rispetto alle emergenti Parker, Sheaffer ed Eversharp, insieme alle quali rientra a pieno titolo nelle Big Four.
Storia
La storia della penna stilografica è profondamente legata alla storia della Waterman, tanto che in molti considerano il suo fondatore Lewis Edson Waterman, l'inventore di questo oggetto di scrittura. In realtà questa è una pretesa eccessiva, ma agli albori della penna stilografica la Waterman è stata all'avanguardia nella produzione industriale e nella diffusione di questo oggetto sul mercato internazionale.
La compagnia venne fondata nel 1888 a New York. Si narra, ma è quasi certo che si tratti di una storia successiva diffusa ad arte dal reparto marketing dell'azienda, che tutto abbia avuto origine dal malfunzionamento di una penna stilografica che fece perdere un lucroso contatto a Lewis Waterman, che allora lavorava come assicuratore. Invece di arrabbiarsi il fondatore si sarebbe interessato al funzionamento di quell'oggetto, individuando la soluzione al principale problema dello stesso, quello di un regolare afflusso al pennino. Così venne inventato il primo alimentatore multicanale moderno, che a tutt'oggi resta, sostanzialmente inalterato, il cuore di ogni penna stilografica.
I primi anni di attività della Waterman sono comunque piuttosto oscuri, ma la novità essenziale fu appunto quella di aver introdotto, nel 1883, il primo alimentatore veramente funzionante, per il quale Lewis Waterman aveva ottenuto anche, nel 1884, il primo brevetto dell'azienda. E' stato grazie a questa innovazione che le prime stilografiche, prodotte prima ancora della fondazione ufficiale, riscossero un grande successo, su cui si è basata la fortuna iniziale dell'azienda. A questo si aggiunse da subito una grande capacità nel saper industrializzare la produzione ed investire fortemente in innovazione.
Dopo la morte nel 1901 del fondatore, la guida dell'azienda passò al nipote, Frank D. Waterman, che si può considerare il vero autore del successo internazionale dell'azienda. Egli infatti dette avvio ad una politica di espansione a livello mondiale che rese la Waterman il più grande produttore mondiale di penne stilografiche. Per questo Waterman rientra a pieno titolo fra le Big Four.
La produzione iniziale era costituita principalmente da penne di ebanite nera (liscia o con qualche incisione meccanica) dotate di pennino d'oro, e come la gran parte delle penne dell'epoca si caricavano a contagocce. In questo primo periodo, in cui le forme ed i meccanismi di caricamento erano sempre gli stessi, i diversi modelli venivano identificati esclusivamente in base al numero indicante la misura del pennino.
All'inizio del secolo, fino a tutti gli anni '10, la Waterman si contraddistingue per un grande sforzo nella ricerca di innovazioni tecniche: viene introdotta la clip sul cappuccio (la Clip Cap), e vengono sperimentati diversi meccanismi di caricamento alternativi al contagocce. In questo periodo la Waterman si distingue per aver industrializzato uno dei più classici sistemi di caricamento, il Safety in cui con un meccanismo a vite si fa rientrare il pennino all'interno della corpo che funge da serbatoio. La Waterman è la prima a produrre e ad esportare le penne rientranti, presto imitata da molte altre aziende (specialmente in europa, dove queste conobbero una grande diffusione). A tutti questi sistemi subentrò comunque, nel 1913, il caricamento a levetta, introdotto per primo dalla Sheaffer, ma che la Waterman riesce a copiare eludendo il brevetto della concorrente.
Sempre nei primi anni 1900 vengono introdotti nuovi modelli contraddistinti da diverse forme del cappuccio e della penna, per identificare i quali la Waterman creò un apposito sistema di numerazione standard inizialmente composto da due cifre, la prima delle delle quali indicava la forma della penna, mentre la seconda continuava ad indicare la dimensione del pennino, dando luogo ad un numero che veniva impresso sul fondo della penna per idenficarne immediatamente le caratteristiche.
In breve tempo però, a causa dell'introduzione dei nuovi sistemi di caricamento e della realizzazione di nuovi modelli rivestiti in argento ed oro, il sistema iniziò a mostrare i suoi limiti, potendo confidare per l'identificazione dei vari modelli solo sull'uso di una folta schiera di suffissi, che venivano aggiunti alla normale numerazione a due cifre. Il sistema divenne rapidamente confuso, tanto che nel 1916 la Waterman riformulò completamente il suo sistema di numerazione, adottando una terza cifra, principalmente utilizzate per indicare il tipo di finiture, mentre la seconda cifra indicava il sistema di riempimento e la terza, come sempre, la misura del pennino. Questo sistema restò in voga sostanzialmente inalterato fino al 1927, con l'introduzione della Ripple.
E' questo comunque il periodo d'oro della Waterman, in cui l'azienda domina il mercato e resta costantemente ai vertici delle vendite, diventando il punto di riferimento per tutti gli altri produttori di penne stilografiche, che cercano di farsi spazio sul mercato con introducendo soluzioni innovative. Serie come le 5x in ebanite nera, rossa o fiammata, o le 45x rivestite in argento, sono dei classici e rappresentano il vertice del mondo della stilografica di quegli anni.
A parte questo periodo iniziale però la Waterman non si è più distinta (con una eccezione) per aver contribuito negli con grandi innovazioni alla storia della stilografica. Il successo della ditta infatti è sempre stato dettato dalle caratteristiche di qualità ed affidabilità delle sue penne. Per questo approccio molto conservativo, che la ha vista privilegiare la tradizione piuttosto che l'innovazione, dopo gli anni '20 la Waterman ha visto progressivamente erodersi le sue quote di mercato, iniziando a restare indietro rispetto alle emergenti Parker, Sheaffer ed Eversharp.
Questo atteggiamento iniziò a causare i suoi effetti negativi a partire dal 1922, con l'introduzione della Duofold da parte della Parker, che lanciò la moda delle penne di grandi dimensioni. La Waterman continuò a centrare la sua produzione sui vecchi modelli a contagocce, pur possendendo un ottimo sistema di caricamento a levetta, e le sue quote di mercato iniziarono a declinare inesorabilmente facendole perdere il primo posto nelle vendite.
La situazione peggiorò ulteriormente l'anno successivo, con l'entrata in scena della Sheaffer con le sue penne in celluloide, presto seguite dalla Parker che adottò lo stesso materiale per le Duofold, la Waterman si limitò ad introdurre una nuova lavorazione della celluloide (detta Rippled) come variante della tradizionale versione fiammata colore rosso/nero, ed in breve scivolò al terzo posto nella classifica delle vendite.
Nel 1925 Frank Waterman si presentò alle elezioni a sindaco di New York, ma perse in un acceso scontro con il democratico James J. Walker, questo però non fu senza conseguenze per la Waterman che per la prima volta si trovò ad avere un bilancio in perdita a causa delle ingenti risorse utilizzate per la campagna elettorale.
L'atteggiamento conservatore della Waterman proseguì nonostante la perdita delle quote di mercato, solo nel 1927, con la creazione della Ripple in ebanite fiammata la ditte produsse una penna di grandi dimensioni in grado di competere con la Duofold, adottando anche per la prima volta un nuovo codice di colori per l'identificazione dei pennini, che fino ad allora, pur essendo presenti in oltre un centinaio di versioni diverse, venivano identificati unicamente per il numero che ne indicava le dimensioni.
Nonostante la Ripple sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in celluloide, per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La Waterman però restò ostinatamente, forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, legata all'uso dell'ebanite, arrivando a sviluppare dei modelli in ebanite colorata, che non riscossero un grande successo (non potendo avere comunque una lucentezza paragonabile alla celluloide).
Solo nel 1929, con l'introduzione della Patrician la Waterman si decise a produrre una penna in celluloide, ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'Onix o il Moss Agathe. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla Waterman) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione.
Negli anni successivi la produzione di penne proseguì sempre seguendo l'approccio tradizionalista dell'azienda, che vide la nascita di nuovi modelli in celluloide come la serie 9x o la Lady Patricia, versione per signore della Patrician non dotati di particolari innovazioni. L'azienda restò comunque ancorata al sistema di caricamento a levetta, e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo delle penne trasparenti, avviato dalla Vacumetic della Parker, rispose solo nel 1936 introducendo il modello Ink View. Allo stile Streamlined introdotto dalla Balance della Sheaffer rispose nel 1939 con la HundredYear. Al pennino coperto della Parker 51 riponderà nel 1943 con la Taperite.
A causa della sua incapacità di rinnovarsi il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi fino alla seconda guerra mondiale, ed essa subì, come tutte gli altri principali produttori dell'epoca la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel 1954, e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel 1959.
La Waterman sarebbe così del tutto scomparsa se non fosse stata per le grandi capacità imprenditoriali del direttore della filiale francese, che
ma il nome Waterman ha continuato ad esistere grazie alla filiale francese, la Waterman Jif (in seguito divenuta Waterman S.A.) che invece prosperava, e che negli anni successivi assorbì tutto quello che rimaneva della ditta originale americana e della succursale francese. E' infatti della Waterman Jif l'altra grande innovazione prodotta dal marchio Waterman, la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta, che introdusse sul mercato quello che ormai è il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche contemporanee.
Cronologia
Anno | Avvenimenti |
---|---|
1884 | Viene rilasciato a Lewis Waterman il primo brevetto per un alimentatore multicanale |
1886 | Viene introdotto il primo corpo penna lavorato meccanicamente. |
1888 | Viene fondata ufficialmente la L. E. Waterman Company |
1890 | Viene introdotto il primo modello da scrivania con il corpo penna conico |
1892 | Viene introdotto il cappuccio conico (tapered) |
1899 | Viene introdotto il pennino n. 10 |
1899 | Viene introdotto lo Spoon feed, un alimentatore allargato dotato di tasche di raccolta |
1904 | Vengono introdotti i rivestimenti in oro ed argento |
1905 | Viene introdotto sul cappuccio il fermaglio rivettato denominato Clip Cap |
1907 | Viene creata la prima penna rientrante (denominata Safety filler) |
1908 | Viene introdotto lo Sleeve filler |
1912 | Viene introdotto il Coin filler su licenza Conklin, dismesso dopo un anno |
1913 | Viene introdotto il caricamento a levetta (Lever filler) |
1917 | Viene adottato in nuovo sistema di numerazione |
1927 | Viene lanciato il modello Ripple, in ebanite rossa e nera |
1929 | Viene introdotta la prima serie del modello Patrician |
1933 | Introdotti i modelli n.7 e n.5 |
1936 | Viene introdotto il modello InkView |
1936 | Il modello Patrician viene dismesso |
1936 | Viene sviluppato dalla filiale francese un caricamento a cartuccia (in vetro) |
1939 | Viene introdotto il modello HundredYear |
1939 | I modelli 94 e 3 vengono dismessi |
1943 | Viene introdotta una versione liscia del modello HundredYear (Emblem]?) |
1943 | Viene introdotto il modello Taperite |
1943 | Viene introdotto il modello 1003 |
1953 | Viene introdotto il modello CF la prima vera penna a cartuccua |
1954 | La Wateman americana viene liquidata, viene assorbita dalla filiale francese |
1959 | Gli impianti americani sono venduti alla BIC |
Modelli
Modello | Anni | Colori/Decorazione | Dimensioni/Versioni |
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