Differenze tra le versioni di "Diamond"
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La grande depressione del '29 colpì duramente anche la [[Diamond Point]], e segnò l'inizio del declino della ditta. Negli anni '30 comunque l'azienda cercò di realizzare dei prodotti di buona qualità, anche se di realizzazione più economica, rispondendo in maniera originale alla moda dello ''[[streamlined]]'' introdotta dalla [[Balance]] della [[Sheaffer]]. E' di questi anni infatti una linea di penne in celluloide, denominata dai collezionisti ''[[Tapered end]]'', che pur mantenendo fusto e cappuccio cilindrici, è caratterizzata da delle particolari terminazioni affusolate. Altro modello interessante dello stesso periodo è la penna chiamata ''[[Barrel in the Cap]]'', che riprende con molti anni d'anticipo il concetto della [[Elite]] della [[Pilot]], con un cappuccio della stessa lunghezza del corto corpo della penna, che avvitato sul fondo di questa rende la penna di dimensione normale.<ref>anche se questa non può essere considerata la prima penna di questo tipo, avendo la [[Swan]] prodotto il modello ''[[Longshort]]'' che riprende lo stesso esatto concetto fin dal 1920.</ref> | La grande depressione del '29 colpì duramente anche la [[Diamond Point]], e segnò l'inizio del declino della ditta. Negli anni '30 comunque l'azienda cercò di realizzare dei prodotti di buona qualità, anche se di realizzazione più economica, rispondendo in maniera originale alla moda dello ''[[streamlined]]'' introdotta dalla [[Balance]] della [[Sheaffer]]. E' di questi anni infatti una linea di penne in celluloide, denominata dai collezionisti ''[[Tapered end]]'', che pur mantenendo fusto e cappuccio cilindrici, è caratterizzata da delle particolari terminazioni affusolate. Altro modello interessante dello stesso periodo è la penna chiamata ''[[Barrel in the Cap]]'', che riprende con molti anni d'anticipo il concetto della [[Elite]] della [[Pilot]], con un cappuccio della stessa lunghezza del corto corpo della penna, che avvitato sul fondo di questa rende la penna di dimensione normale.<ref>anche se questa non può essere considerata la prima penna di questo tipo, avendo la [[Swan]] prodotto il modello ''[[Longshort]]'' che riprende lo stesso esatto concetto fin dal 1920.</ref> | ||
− | Per tutti gli anni '30 la [[Diamond Point]] continuò a produrre penne di seconda fascia realizzate in celluloide a colori vivaci e con caricamento a levetta, ma la qualità declinò progressivamente. In questo periodo si trovano comunque ancora penne gradevoli e funzionali, ma a partire dagli anni '40 la qualità delle penne si abbassò drasticamente, e sembra che l'azienda si limitasse a rimarchiare penne prodotte da altri. La produzione di stilografiche cessò nel 1956, anche se la ditta continuò a produrre basi per set da scrivania e penne a sfera per molti anni. | + | Per tutti gli anni '30 la [[Diamond Point]] continuò a produrre penne di seconda fascia realizzate in celluloide a colori vivaci e con caricamento a levetta, ma la qualità declinò progressivamente. In questo periodo si trovano comunque ancora penne gradevoli e funzionali, ma a partire dagli anni '40 la qualità delle penne si abbassò drasticamente, e sembra che l'azienda si limitasse a rimarchiare penne prodotte da altri. La produzione di stilografiche cessò all'incirca nel [[1956]], anche se la ditta continuò a produrre basi per set da scrivania e penne a sfera per molti anni. |
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Versione delle 21:56, 28 gen 2013
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Le origini della Diamond Point Pen Company non sono molto chiare, alcuni ne riportano la fondazione all'inizio del novecento, ma c'è chi afferma di possedere penne risalenti al 1870. In realtà l'azienda sarebbe stata fondata a New York alla fine del 1800 (non si conoscono date esatte), producendo penne con caricamento a contagocce di fascia medio-bassa, in particolare le più antiche sono di peggior qualità (e probabilmente produzioni altrui rimarchiate dalla ditta).
Secondo quanto riportato da un collezionista il fondatore e proprietario originale dell'azienda morì in battaglia durante la prima guerra mondiale, lasciando inattiva la fabbrica di New York. In quel periodo la famiglia Kolber, che operava nel ramo dei liquori, dovette cambiare attività per l'avvento del proibizionismo ed acquistò la Diamond Point Pen Company, cambiandogli nome in New Diamond Point Pen Co. per differenziarsi dai precedenti prodotti.
Negli anni '20 la Diamond Point si contraddistinse come produttore di seconda fascia per la cura delle sue realizzazioni, costruendo penne di buona qualità ad un prezzo contenuto, e non cercò mai di fare concorrenza alle Big Four. In questo periodo l'azienda produsse una serie di penne flat top simili alla Duofold ma realizzate in una grande varietà di colori e disegni.
La produzione della Diamond Point si concentrava sulla fascia alta delle penne economiche, offrendo pennini in oro e buone finiture, l'azienda infatti cercava di risparmiare usando pennini di dimensioni più piccole e poco ornati, e placcature di minore qualità. Per risparmiare sulla lavorazione le penne erano realizzate direttamente da tubi di plastica, con la testa ed il fondo di cappuccio e fusto chiusi per incollaggio. Una caratteristica dell'azienda era la dicitura Diamond point stampigliata sulla clip.
La grande depressione del '29 colpì duramente anche la Diamond Point, e segnò l'inizio del declino della ditta. Negli anni '30 comunque l'azienda cercò di realizzare dei prodotti di buona qualità, anche se di realizzazione più economica, rispondendo in maniera originale alla moda dello streamlined introdotta dalla Balance della Sheaffer. E' di questi anni infatti una linea di penne in celluloide, denominata dai collezionisti Tapered end, che pur mantenendo fusto e cappuccio cilindrici, è caratterizzata da delle particolari terminazioni affusolate. Altro modello interessante dello stesso periodo è la penna chiamata Barrel in the Cap, che riprende con molti anni d'anticipo il concetto della Elite della Pilot, con un cappuccio della stessa lunghezza del corto corpo della penna, che avvitato sul fondo di questa rende la penna di dimensione normale.[1]
Per tutti gli anni '30 la Diamond Point continuò a produrre penne di seconda fascia realizzate in celluloide a colori vivaci e con caricamento a levetta, ma la qualità declinò progressivamente. In questo periodo si trovano comunque ancora penne gradevoli e funzionali, ma a partire dagli anni '40 la qualità delle penne si abbassò drasticamente, e sembra che l'azienda si limitasse a rimarchiare penne prodotte da altri. La produzione di stilografiche cessò all'incirca nel 1956, anche se la ditta continuò a produrre basi per set da scrivania e penne a sfera per molti anni.
Riferimenti esterni
- http://penhero.com/PenGallery/DiamondPoint/DiamondPoint.htm
- http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?showtopic=21331
- http://www.fountainpennetwork.com/forum/index.php?/topic/147150-diamond-point