Caesar
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La "Fratelli Rossi Vicenza", subito dopo la sua nascita avvenuta ad opera dei fratelli Rinaldo e Marcello Rossi con il nome di Fratelli Rossi - Penne Stilografiche e Materiali Pressati nel 1923 a Sandrigo, piccolo paese situato nei pressi di Vicenza, utilizzò prevalentemente il marchio Caesar, che per questo contraddistingue tutta la sua produzione iniziale.
Il marchio, di cui non esiste purtroppo traccia nell'archivo dei marchi, era contraddistinto da un logo costituito dalla scritta "CAESAR" in stampatello all'interno di uno spazio riquadrato a forma di targa, sovrastata dall'aquila imperiale, ed era chiaramente ispirato dal clima di esaltazione dell'impero romano instaurato dalle attività propagandistiche del regime fascista.
Oltre a questo marchio vennero usati altri marchi con la stessa ispirazione,[1] come Julianus, Juventus, Italo, di cui pure non esiste traccia nel database dei marchi dell'archivio di stato.
La produzione di questi primi anni era rivolta alla fascia più bassa del mercato, con stilografiche a pulsante di fondo prodotte prevalentemente in celluloide sia nera che colorata, che avevano comunque un livello di qualità più che accettabile. Sono note anche delle rientranti in ebanite nera, sempre di fascia economica.
Si riconduce inoltre all'azienda la produzione su commissione per altri marchi, ed in tal caso le penne sono in genere riconoscibili per la dicitura F.R.V. incisa sul serbatoio e sul pennino. L'azienda commercializzava inoltre anche singole parti e pennini ed altri componenti. In particolare essendo i suoi pennini con un buon rapporto qualità/prezzo capita di trovarli spesso montati su altre penne.
La produzione più antica vede delle flat top che riprendono un maniera esplicita le linee della Duofold, contraddistinte dal marchio Caesar Extra; erano realizzate in due diverse dimensioni, dotate di pennino in oro, e si distinguono per la particolare bellezza dei colori delle celluloide. Una produzione successiva, più semplice e marchiata semplicemente Caesar, vede penne di misura più piccola con pennino in acciaio, sempre di forme cilindriche, ma con una testina svasata ed un fondellino zigrinato.
Note
- ↑ questo è quanto riporta Letizia Jacopini nel suo testo.