Novum

Da FountainPen.
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Le tre serie della Novum

Storia

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Le tre diverse dimensioni

Si ritiene che modello Novum sia stato introdotto sul mercato dall'Aurora nel 1933,[1] in due versioni, liscia e sfacettata e viene spesso ritenuto la risposta dell'azienda al successo delle nuove tendenze stilistiche.[2]

Intorno al 1936 la Novum venne ristilizzata, vennero introdotti nuovi colori e venne modificata la forma della clip che divenne diritta con sfaccettature verticali e la decorazione del cappuccio. Vennero anche eliminati i modelli con corpo liscio cilindrico.

Infine gli ultimi modelli prodotti fra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40 tornarono ad essere disponibili anche nella versione rotonda. Questi vennero realizzati con una nuova versione di celluloide a strisce intrecciate, e dotati di un fermaglio di forma affusolata agganciato sulla testa del cappuccio con una decorazione metallica. Non è nota una data di terminazione precisa, assumeremo il 1950, ma l'assunzione è totalmente arbitraria, senza alcun riscontro fattuale ed eseguita ai soli fini della gestione della cronologia.

Caratteristiche tecniche

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Particolare del fermaglio

La Novum è per molti aspetti una penna rivoluzionaria, sia per le realizzazioni tecniche, che stilistiche. In particolare la penna venne dotata del nuovo ed originale sistema di riempimento a levetta di fondo e relativo rinforzo interno in alluminio per il corpo. Inoltre la penna venne realizzata in celluloide sfaccettata.

Infine è molto originale il particolare fermaglio di sicurezza di cui erano dotate le penne della prima serie, presente sui i modelli di maggiori dimensioni, con un gancetto che scatta all'inserimento della penna nel taschino, così da bloccare la stessa in posizione ed assicurare che non potesse cadere accidentalmente. Il gancetto poteva essere poi sbloccato agendo sulla leva posta in cima alla clip stessa. Il meccanismo, per quanto interessante, risulta alquanto delicato, e pare (ma non esistono dati conclusivi) che sia stato dismesso dopo qualche tempo.

Materiali

La Novum venne prodotta soltanto in celluloide, ma il tipo di celluloide utilizzata venne modificato diverse volte durante la ristilizzazione della penna, passando dalla versione a striature verticali della prima serie, per quella marmorizzata della seconda e quelle a strisce intrecciate delle ultime produzioni.

La Novum era dotata di pennino oro a 14k, e decorata con finiture in metallo dorato, sia per la clip che per gli anellini di decorazione del cappuccio. Fa eccezione la versione autarchica presente nelle ultime produzioni, che aveva finiture cromate e pennino in Platiridio.

Sistema di riempimento

Con la Novum la Aurora fece il suo primo tentativo di innovazione nel campo dei sistemi di caricamento. La penna infatti è dotata di un particolarissimo (e sostanzialmente unico) sistema di caricamento a levetta di fondo.

Versioni

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Una Novum della prima serie

La prima serie venne prodotta in tre misure, grande, media e piccola, ed in due versioni, liscia e faccettata. Era dotata di fermaglio terminante in una punta piatta a forma di goccia, realizzato sia in forma liscia ordinaria che in una speciale versione di sicurezza con gancetto di blocco. Non è chiaro se venissero prodotte contemporaneamente entrambe le versioni, se questo fosse disponibile solo sui modelli più grandi e costosi, se sia stato presente solo in un primo tempo e sostituito dalla versione liscia.

La penna era di forma leggermente affusolata nel cappuccio e nella parte finale del corpo. Il cappuccio era decorato con tre anellini metallici sottili molto ravvicinati sul fondo, mentre la cima, piatta era decorata con un leggero sbalzo sul bordo rispetto al resto della penna. Il corpo recava, come gli altri modelli del tempo dell'azienda, l'incisione della solita scritta Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio disposta su due linee spezzate al centro dal logo dell'azienda (l'ovoide recante la scritta Aurora Torino) sotto il quale viene però riportato il nome della penna: Novum.

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Una Novum della seconda serie

La seconda serie dopo la ristilizzazione del 1936 prevedeva, oltre la realizzazione di una serie di nuovi colori in celluloide marmorizzata, una ristilizzazione della clip, diventata diritta e faccettata e presente sia in versione sagomata che liscia, e delle nuove decorazioni del cappuccio, sempre con tre anelli, ma più larghi e distanziati fra di loro. Inoltre la penna riportava il logo dell'azienda sulla sezione, con la dicitura Aurora Novum. Il modello di piccole dimensioni era senza clip ma con anellino sulla testa del cappuccio. Venne eliminata al versione liscia. Restavano le tre misure dai prezzi rispettivamente di 60, 80 e 100 lire.

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Una Novum della terza serie

L'ultima versione della Novum venne introdotta alla fine degli anni '30; la clip venne ristilizzata dandole una forma affusolata, e venne adottata una decorazione metallica in testa del cappuccio. Venne inoltre reintrodotta la versione liscia ed utilizzata una celluloide a strisce intrecciate. Anche in questo caso la penna riporta il logo dell'azienda sulla sezione, con la dicitura Aurora Novum. Di questo modello vennero prodotte anche delle versioni autarchiche decorate in metallo cromato e con pennino in Platiridio.

Colori

La prima serie venne prodotta in sei colorazioni, a parte il classico nero a tinta unita i restanti erano realizzati in celluloide a venature verticali nei colori verde, blu, marrone, rosso borgogna, grigio.

La seconda serie della metà degli anni '30 introdusse una nuova celluloide marmorizzata realizzata in una maggiore varietà di colori, sono noti, a parte il solito nero a tinta unita, i seguenti colori: verde, rosso borgogna, porpora.

Infine nei modelli della ultima produzione venne introdotta una celluloide a strisce intrecciate, prodotta, oltre al solito nero a tinta unita nei colori: rosso, verde, blu, marrone. In un catalogo (del 1937?) sono citati: azzurro, borgogna, verde smeraldo, grigio, nero cristallo.

Pennini

I pennini corrispondono alle tre misure della penna, in particolare sulla grande veniva montato il pennino di misura 5, sulla media il pennino di misura 3 e sulla piccola il pennino di misura 2 e mezzo. Nella seconda serie il modello piccolo era dotato di pennino di misura 1.

I modelli della ultima produzione a cavallo fra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40 prodotti in versione autarchica con decorazioni cromate vennero dotati di pennino in Platiridio.

Misure

Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.

Versione Lunghezza Altre misure: lunghezze, diametri, pesi
Nome 5" ? come è fatta

Cronologia

Anno Avvenimento
1933 l'azienda introduce le Novum [3]
1936 l'azienda ristruttura la linea Novum (data incerta[4])
1937 Isaia Levi fonda la Sapem, Società anonima penne e matite, e gli conferisce la Fabbrica italiana di penne a serbatoio Aurora
1940 l'azienda ristruttura nuovamente la linea Novum (data incerta[5])
1945 gli stabilimenti della Aurora vengono distrutti da un bombardamento
1948 la Sapem cambia nome in Aurora S.p.A.

Materiale disponibile

Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.

Riferimenti esterni

Note

  1. per l'anno di inizio Lambrou e Castruccio nei loro libri riportano il 1930, ma dati i grossolani errori presenti negli stessi riguardo la produzione italiana si è preferito usare l'anno indicato da Luca De Ponti nel suo testo La storia dell'Aurora dal 1919 ai nostri giorni, che viene ripreso anche da altri testi (come quello di Letizia Jacopini), che pare più attendibile.
  2. chi data la penna al 1930 la considera un antesignano della Doric, ma questa datazione é poco attendibile, e più probabilmente la si può considerare una risposta allo stile della Doric, già imitato dalla concorrente Omas Extra.
  3. secondo De Ponti e Iacopini, Lastruccio e Lambrou (poco credibili) indicano il 1930.
  4. la data è quella indicata da Luca De Ponti, Letizia Jacopini parla della metà degli anni '30.
  5. indicata da Letizia Jacopini.