Zemax
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Storia
La Zemax è una delle molte aziende nate nel torinese, le sue origini esatte non sono note, ma secondo Letizia Jacopini era attiva fin dal 1934 in Via Plana, a Torino data confermata dalla registrazione del marchio in quell'anno (Reg. Gen. N. 49908). La produzione di stilografiche però non è altrettanto sicura come prima attività della ditta dato che esiste una registrazione di un logo di due anni prima.
Il nome dell'azienda deriva direttamente dale iniziali quello del fondatore, Massimiliano Zeme, con l'aggiunta di una "x" finale presumibilmente a scopi commerciali, per dare una sorta di internazionalità al marchio; la cosa porta pertanto a supporre delle origini antecedenti al periodo di massima enfasi autarchica del regime fascista. La registrazione ufficiale della fondazione dell'azienda è invece del 1939, con la ragione sociale Zeme Massimo e C. Soc. Anonima e la sede in via Ospedale 37, sempre a Torino.[1]
La ditta pare essere stata molto attiva nella produzione su commissione, con molti modelli realizzati per conto terzi, commercializzati all'ingrosso prevalentemente nel nord Italia, sotto i marchi più diversi. L'azienda produceva comunque penne di buona qualità, e con finiture molto raffinate ed originale, sia in termini di verette deecorate o intarsiate, di intarsi sul corpo o di lavorazioni complesse come sfaccettature ondulate per corpo e cappuccio.
La produzione commercializzata direttamente era caratterizzata dalla marchiatura con la scritta ZEMAX racchiusa fra due loghi dell'azienda. Detto logo era costituito dal monogramma dalle iniziali del fondatore, con una "M" a gambe arcuate a costituire un cerchio insieme al trattino inferiore della "Z", e veniva riportato all'interno di un cerchio anche sui pennini. La cosa interessante è che questo logo risulta registrato fin dal 1932 Reg. Gen. N. 46102) per degli spruzzatori di profumi denominati Ideal Super Zemax.
I modelli venduti direttamente dall'azienda con il proprio marchio vennero prodotti sia in versione liscia (con caricamento a pulsante di fondo) che in versione faccettata (con caricamento a levetta), usando delle celluloidi di buona qualità in colori marmorizzati e anellati e decorazioni molto elaborate in termini di verette ed incisioni. Le clip riprendevano le tendenze del momento, con la classica rotellina in stile Omas Extra (o più precisamente Doric) o a freccia rielaborando quella della Vacumatic, ma esistono anche varianti con forme diverse.
Le penne erano prodotte in tre misure e non sono noti nomi specifici di modelli eccetto per la Itala, che non riportava sul corpo il marchio ZEMAX ma solo il logo ed il nome ITALA all'interno di un rettangolo. La qualità della produzione più antica è eccellente, la produzione successiva tende ad essere meno interessante. Durante la guerra con il periodo autarchico seguendo la tendenza a creare nomi di fantasia per le leghe dei pennini in acciaio, venne utilizzato il nome Durzem.
Non è chiara l'evoluzione del marchio nel dopoguerra, ma la produzione sembra essere continuata almeno fino alla fine degli anni '40. La produzione più tarda viene sovente trovata con pennino marchiato Rexing.
- nessuno, per ora
Note
- ↑ al solito le informazioni al riguardo sono riprese dal libro La storia della stilografica in Italia, 1900-1950, di Letizia Iacopini.