Lever filler

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The lever filler is probably the filling system most common among vintage pens (and has also been used, as a form of revival, by some modern manufacturers). Introduced massively to the market in 1912 by Sheaffer, who has always proclaimed its invention, it has been produced in countless variations and versions, many of which, often technically inferior, have been created only to circumvent the patent (nº US-896861) that covered the invention of Walter Sheaffer that originated in 1908.

Diagram of a pen with lever filler

In fact, the ancestry of Sheaffer is seriously under discussion; in fact, there are previous versions of this loading system, a Swedish Johansson patent from 1898 and an American Barnes patent (nº US-726495) from 1903, the presence of which has allowed other companies, such as Waterman, to use variants of the same system. However, the success of the system and its enormous diffusion can be attributed to the massive investments of Sheaffer.

In the case of the Sheaffer patent the mechanism involves the compression of the sac using a lever that press on an elastic metal bar (the so-called spring bar) shaped like a "J", this one is inserted in the body of the pen with the curved part towards the bottom so as to make to adhere the straight part on the barrel of the pen, in correspondence of the lever. In many cases the pressure on the sac is not directly exerted by the spring bar that is hooked to a pressure bar which is the one that is pressed against the bag.

In posizione di riposo la levetta viene alloggiata orizzontalmente in una fessura praticata lateralmente nel corpo della penna. Nella versione originale di Sheaffer essa veniva mantenuta in posizione tramite un sottile perno metallico che la attraversava centralmente, inserito direttamente nel fusto della penna, che veniva traforato per l'occorrenza. Sollevando la levetta da un lato l'altro lato spinge verso il basso la barretta di pressione, che così comprime il sacchetto.

Come accennato esistono numerose versioni diverse di questo meccanismo. La Waterman ad esempio, per eludere il brevetto della Sheaffer, introdusse, basandosi sul brevetto di Barnes, una leva imperniata direttamente all'interno di una gabbietta metallica che conteneva tutto il meccanismo. Questa a sua volta veniva fissata con delle alette alla penna, utilizzando come alloggiamento una apposita fessura laterale creata nel fusto.

Un sistema più efficiente, utilizzato in seguito da altri produttori compresa la stessa Sheaffer, prevede invece che la levetta sia mantenuta nella sua posizione tramite un anello metallico che la attraversa. Questo viene inserito all'interno della penna e mantenuto in posizione tramite una apposita scanalatura praticata internamente sul fusto, in corrispondenza dell'apertura laterale da cui alloggia la levetta stessa. Questo sistema presenta il notevole vantaggio di una maggiore robustezza meccanica, dato che non necessita di praticare fori per il perno nel materiale del fusto, che nelle penne in ebanite risultava spesso piuttosto fragile.

Altre variazioni del sistema attengono alle modalità con cui la levetta esercita la pressione sul sacchetto: ad esempio la Eversharp non utilizzava una barretta flessibile ma una barretta piatta con i lati ripiegati ad "U", ancorata su un gancio sul fondo della penna. La levetta era dotata sull'estremità esterna di due punte che andavano ad alloggiarsi nel binario ricavato dalla ripiegatura della barretta, in modo da risollevarla in posizione di riposo una volta effettuato il caricamento, inoltre per mantenere bloccata la levetta in posizione di riposo questa era dotata di piccole sporgenze che andavano ad incastrarsi in apposite rientranze create nella fessura di alloggiamento.

La Conklin con la Endura introdusse una versione del caricamento in cui soltanto la metà della levetta che veniva sollevata era esposta esternamente, riducendo le dimensioni della fessura di alloggiamento della stessa. Inoltre il meccanismo utilizzato dalla Conklin, come quello della Eversharp non utilizzava una spring bar, ma una barra di pressione era incastrata direttamente sulla levetta tramite due piccoli gancetti all'interno della stessa, che andavano ad incastrarsi in una apposito aggancio sulla barra.

Una ulteriore variante degna di nota del sistema è quella della Carter, derivata da un brevetto (nº US-1209978) della De Witt-La France, che presenta una sorta di "guinzaglio" attaccato alla levetta che ne impedisce il ribaltamento una volta che questa ha raggiunto la posizione verticale, nell'ottica di evitare danneggiamenti alla penna ed al sistema.

Infine una particolare versione di riempimento a levetta è quello della Skyline della Eversharp, che potrebbe essere classificato anche fra i caricamenti a sfiatatoio. In tal caso infatti all'interno del serbatoio in gomma si ha uno sfiatatoio, e la spring bar è molto corta e volta a comprimere soltanto la parte finale del sacchetto. La penna viene caricata ripetendo più volte l'azione di pressione con la levetta, usando il principio classico dello sfiatatoio. Analogo a questo, anche se realizzato in maniera completamente diversa, è l'Ink-Vue della Waterman.

Brevetti correlati

  • Brevetto n° US-1249501, del 1917-12-11, richiesto il 1916-06-27, di Felix Riesenberg, Swan. Sistema di caricamento.
  • Brevetto n° US-1251421, del 1917-12-25, richiesto il 1915-11-29, di Felix Riesenberg, Swan. Sistema di caricamento.
  • Brevetto n° US-1267288, del 1918-05-21, richiesto il 1916-10-19, di Tagiro Tanimura, Swan. Sistema di caricamento.
  • Brevetto n° US-RE14474, del 1918-05-21, richiesto il 1918-03-28, di Felix Riesenberg, Swan. Sistema di caricamento.
  • Brevetto n° GB-118118, del 1919-09-08, richiesto il 1916-06-27, di Felix Riesenberg, Swan. Sistema di caricamento.