Waterman 5x
Storia
Nel 1915 la Waterman introdusse una sua versione di caricamento a levetta riuscendo ad aggirare il brevetto della Sheaffer. Le penne dotate di questo sistema vennero inizialmente chiamate Pocket Self Filler, o più brevemente PSF, e come per le altre penne di quello stesso periodo vennero identificate da un numero a due cifre (con l'uno nelle decine e la misura del pennino nelle unità), seguite dalla dicitura PSF. In realtà questo suffisso presenta una ambiguità in quanto venne usato nello stesso periodo anche per i modelli dotati del cosiddetto coin filler, cosa che portò alla identificazione del caricamento a levetta con una cifra nella colonna delle decine nella successiva riorganizzazione della classificazione.
Nel 1917 la Waterman infatti riorganizzò tutta la sua produzione introducendo un nuovo sistema di numerazione per identificare tutti i suoi modelli. Col nuovo sistema tutte le penne prodotte dall'azienda venivano contraddistinte tramite un numero normalmente di tre cifre. Fra queste le più comuni erano quelle realizzate semplicemente in ebanite senza decorazioni aggiuntive, la cui cifra iniziale (nella colonna delle centinaia) era lo 0, che non veniva mai marcata esplicitamente, per cui queste vengono normalmente identificate soltanto dalle sole due cifre seguenti. In questo caso il caricamento a levetta era identificato dalla cifra 5 nella colonna delle decine, per cui da allora alle penne vennero assegnati numeri nella forma 5x, dove ancora la cifra delle unità indicava la misura del pennino.
Non è nota una data di terminazione precisa, assumeremo il 1945, ma l'assunzione è totalmente arbitraria, senza alcun riscontro fattuale ed eseguita ai soli fini della gestione della cronologia.
Caratteristiche tecniche
Le penne di questa serie, a parte la particolare versione di caricamento a levetta usato dalla Waterman, non hanno ulteriori caratteristiche tecniche significative, ma come per tutta la produzione dell'azienda di quel periodo sono della migliore qualità, in particolare per la scorrevolezza dei pennini e l'ottima regolazione del flusso di inchiostro. Il fermaglio è il classico Clip Cap con montaggio a rivettatura, ed il cappuccio è con chiusura a vite.
Materiali
Le penne di questa serie, come tutto il resto della produzione Waterman dell'epoca, erano realizzate in ebanite. Le finiture ed il fermaglio erano in metallo cromato o laminato in oro, i pennini erano in oro a 14 carati.
Sistema di riempimento
Le penne di questa serie sono caratterizzate dal caricamento a levetta, realizzato nella particolare versione della Waterman che, per aggirare il brevetto della Sheaffer, prevedeva che tutto il meccanismo della levetta fosse mantenuto all'interno di una intelaiatura metallica che veniva bloccata sulla fessura laterale della penna tramite delle linguette.
Versioni
Le penne di questa serie vennero prodotte in diverse versioni, dato che la misura più comune fra i pennini era la numero 2, la penne più comune prodotta in quei tempi dalla Waterman era appunto il modello 52, a cui si affiancano poi le misure maggiori, come la 54, la 55, la 56, e la misura più grande, la 58.
I modelli prodotti fino al 1927 presentano una sola iscrizione riportata longitudinalmente sul corpo della penna in posizione opposta alla levetta.recante, disposte su tre righe, le scritte WATERMAN'S da sola sulla prima riga, REG.U.S. e PAT.OFF. (ai fianchi del logo del mappamondo con la scritta IDEAL) nella parte centrale, e FOUNTAIN PEN sulla terza. Dal 1927 circa[1] a questa si aggiunse una seconda iscrizione orizzontale posta sulla parte terminale del corpo, sempre su tre righe con rispettivamente WATERMAN'S, REG.U.S.PAT.OFF. e MADE IN U.S.A..
Esistono poi alcune varianti di decorazione che assumono una numerazione diversa, in particolare viene usata la cifra 6 delle centiaia per indicare la doppia banda in oro 14 k sul corpo, 7 per la banda singola sul corpo ed 8 per la banda singola sul cappuccio in versione più larga.
Colori
Le versione più diffuse, a partire dai primi modelli realizzati con il caricamento a levetta sono tutte penne in ebanite nera, eventualmente decorata con cesellature, a questa si sono aggiunte in seguito versioni realizzate in ebanite rossa, nel colore chiamato Cardinal, ed in ebanite marmorizzata rosso-nera, nel colore chiamato mottled.
Pennini
Misure
Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.
Versione | Lunghezza | Altre misure: lunghezze, diametri, pesi |
---|---|---|
XX | X cm | boh |
Cronologia
Anno | Avvenimento |
---|---|
1914 | l'azienda introduce il caricamento a levetta[2] |
1914 | l'azienda dismette il coin filler |
1914 | Carlo Drisaldi diventa agente generale per l'Italia della Waterman |
1915 | l'azienda dismette lo sleeve filler |
1917 | l'azienda introduce il nuovo sistema di numerazione |
1923 | l'azienda introduce l'ebanite screziata in color rosso/nero woodgrain |
1926 | l'azienda introduce l'ebanite rosso/nera rippled in colorazione ondulata |
1927 | l'azienda introduce la classificazione dei pennini con il codice a colori |
1930 | la Ditta Rag. D. Capra subentra a Carlo Drisaldi come agente italiano della Waterman[3] |
1937 | l'azienda immette sul mercato francese come concessionaria Waterman dei modelli con caricamento a cartuccia di vetro[4] |
1938 | l'azienda introduce con la filiale francese JiF l'inchiostro azzurro "Blue des Mers du Sud" |
Riferimenti esterni
Note
- ↑ almeno secondo quanto affermato in questa discussione.
- ↑ come indicato in alcune pubblicità del dicembre di quell'anno.
- ↑ la data è desunta dal cambio di denominazione avvenuto sulle pubblicità mensili dell'Illustrazione Italiana a metà settembre 1930.
- ↑ in questa pagina David Nishimura indica il 1936, ma le pubblicità più antiche note sono del 1937, ed in questa compare fra le novità.
Materiale disponibile
Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.