Tibaldi

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The Tibaldi was founded in 1916, and is one of the oldest manufacturers of fountain pens in Italy. The author considers the second among the oldest Italian manufacturer of fountain pens. If there were brands operating on the market since before this date, like Montegrappa or Nettuno, none of these can qualify in its early stages as a true fountain pens manufacturer apart Uhlmann's Eternal. After the death of the founder, the company underwent a period of decline, with a drop in quality and sales, failing to overcome the crisis of the advent of disposable ballpoint pens, closing its doors permanently in 1965, even if the mark has been reused in recent years for the production of some modern models.

The Tibaldi was notable for the production of quality pens that could enable it to compete with American products which were then imported into Italy. Although the company has not made ​​significant innovations in technical terms, the pens produced have nothing to envy in terms of quality to those of other major Italian manufacturers, such as Omas and Aurora. Of particular value are the beautiful models in celluloid made ​​in the 30s, which are considered among the most beautiful ever made transparent celluloid pens.

Tibaldi
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History

The Tibaldi was founded in Florence on October 20 1916 by Giuseppe Tibaldi as "G. Tibaldi e C." with headquarters in Via Madonna della Querce. The company was bourne by collaboration between Tibaldi, who was behind a family business enterprise, and Giovanni Benelli, a technician with extensive experience in precision mechanics which became the production manager and the director of the factory.

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A 1950~ Tibaldi advertisement.

Registratasi come la Prima e più importante fabbrica italiana di Penne Stilografiche, la G. Tibaldi e C. é sicuramente fra le più antiche fabbriche italiane di penne stilografiche; questo primato le è disputato sia dalla Montegrappa, che fa risalire le sue origini a quattro anni prima, che dalla Nettuno le cui tracce iniziali risalgono addirittura al 1911. La Montegrappa però iniziò la produzione di stilografiche solo negli anni '20, essendo nata come produttore di pennini, e pertanto non può essere considerata la prima fabbrica produttrice di stilografiche, essendo in questo posteriore anche alla Aurora. La Nettuno, dai pochi dati disponibili, sembra essere stata una semplice impresa familiare in cui assemblavano penne destinate al proprio negozio, la registrazione della ditta è comunque del 1916 come per la Tibaldi e la produzione effettiva di stilografiche anche in questo caso è da porsi a partire dagli anni '20, il che di nuovo non la qualifica né come fabbrica di stilografiche, né come produttore a tutti gli effetti. L'unica produzione documentata antecedente è quella della Uhlmann's Eterno, di cui ci sono tracce fin dal 1913.

I primi modelli prodotti dall'azienda sono delle rientranti in ebanite nera che però potevano anche essere fornite con rivestimento in metallo. Fra queste spicca anche una versione di penna del dottore che come la omonima della Omas conteneva un termometro all'interno del corpo. Con varie modifiche le rientranti della Tibaldi rimasero in produzione fino agli anni '40. Viene citato anche un modello Perfecta, prodotto all'inizio degli anni '20, con caricamento a torsione come primo esempio di penna a caricamento automatico.

In questo periodo iniziale, seguendo una strategia adottata da molti produttori italiani, venne usato dalla Tibaldi un marchio alternativo, The GTB Pen London, che seguendo le tendenze esterofile si mascherava da azienda anglosassone. Con questo marchio vennero prodotte penne di seconda fascia, ma sostanzialmente identiche, a parte la finitura della testa del cappuccio e le zigrinature del fondello, alla produzione marchiata Tibaldi.

Negli anni '20, seguendo una tendenza comune di tutto il mercato italiano che vedeva un fiorire di imitazioni della Duofold della Parker, anche la Tibaldi produsse una nuova serie di penne flat top con caricamento a levetta chiaramente ispirata a questo modello. Le nuove penne vennero realizzate inizialmente in ebanite, per poi passare alla celluloide. Una particolarità di questi modelli è la presenza di una produzione di penne in particolari colorazioni di ebanite (come la giallo/verde, o blu) che si riscontra solo[1] nella produzione della Waterman.

L'introduzione della celluloide corrispose anche alla nascita di una nuova linea di penne, denominata Infrangibile la cui produzione venne mantenuta fino agli anni '40. sia pure con diverse ristilizzazioni e modifiche tecniche, come il passaggio dal caricamento a levetta al caricamento a pulsante di fondo. Alla Infrangibile si affiancarono, a partire dalla seconda metà degli anni '30, due altre linee, denominate rispettivamente Lusso ed Impero. Quest'ultima era la serie di punta della azienda e venne prodotta in due versioni, la rarissima Poligonale sfaccettata, e la Trasparente di forma tonda. E' per questi modelli, dotati di un peculiare caricamento a pulsante affine al Vacumatic che sono state utilizzate le più belle lavorazioni di celluloide semitrasparente.

Anche negli anni '30 venne eseguita una diversificazione della produzione, con la creazione di una apposita sottomarca, la Giti, marcata chiaramente come produzione Tibaldi dedicata alla produzione di penne di minor pregio ma comunque di buona qualità. Realizzate con finiture meno elaborate e con materiali più poveri (in particolare con pennini placcati o in acciaio semplice) queste penne subirono molteplici variazioni stilistiche, riflettenti quelle dei prodotti della marca principale, restando in produzione fino agli anni '50.

Nel 1935, con la morte di Giuseppe Tibaldi, l'azienda subì un periodo di forte incertezza passando nelle mani del di lui nipote, Giorgio Schiassi, che non aveva un grande interesse nella produzione di stilografiche, per cui le attività proseguirono per vari anni senza significative innovazioni, fino alla vendita, avvenuta nel 1957, a Remo Pagliuca, un grossista che aveva avuto un buon successo nel campo degli strumenti di scrittura, distribuendo con vari marchi stilografiche originanti dal distretto di Settimo Torinese.

Nel dopoguerra la produzione rimase centrata sul modello Trasparente, che venne anche ristilizzata per assumere forme ogivali, più adatte alle nuove tendenze stilistiche, restando in produzione fino agli anni '50. La penna subì diverse ristilizzazioni, passando al caricamento a stantuffo e, come risposta al successo della Parker 51, ne venne prodotta anche una versione a pennino coperto.

Ma la concorrenza delle penne a basso costo in plastica, e l'inizio della diffusione della penna a sfera usa e getta iniziò a pesare significativamente sulle fortune dell'azienda, con il cambio di proprietà Pagliuca cercò di rilanciare la produzione passando completamente alle forme ogivali e per diminuire i prezzi cercò anche di semplificare la produzione ricorrendo all'uso di parti prodotte nel distretto di Settimo Torinese, a scapito della grande qualità che fino allora era stata una delle caratteristica della produzione dell'azienda.

Le nuove linee, caratterizzate da forme ogivali, dalla presenza di penne con cappuccio metallico e pennino coperto, e dal passaggio ai materiali plastici a tinta unita non ebbero però un grande successo nonostante gli sforzi promozionali effettuati da Pagliuca. Negli anni '60 la Tibaldi subì un progressivo declino fino alla chiusura avvenuta nel 1965. Come per molti altri marchi storici l'azienda è stata fatta rinascere recentemente per poter sfruttare il prestigio della sua storia nella produzione di stilografiche moderne.

Cronologia

Anno Avvenimento
1916 l'azienda viene fondata da Giuseppe Tibaldi a Firenze come G. Tibaldi e C.
1920 l'azienda introduce le Perfecta
1925 l'azienda introduce modelli tipo Duofold (data indicativa, si fa riferimento alla metà degli anni '20)
1931 l'azienda introduce le Infrangibile (data indicativa, si fa riferimento all'inizio degli anni '30)
1931 l'azienda sostituisce la clip a pallina con una clip a goccia (data indicativa, si fa riferimento all'inizio degli anni '30)
1931 con l'abbandono di Benelli il marchio diventa semplicemente Tibaldi
1934 in Italia (R.D. 305 del 1934-02-05) tutti i pennini d'oro devono essere marcati a norma di legge con il numero di millesimi in una losanga
1935 l'azienda ristilizza le Infrangibile in tre versioni (data indicativa, si fa riferimento agli anni '30)
1935 morte di Giuseppe Tibaldi, la direzione passa al nipote, Giorgio Schiassi
1938 l'azienda introduce le Tibaldi Lusso (data indicativa, si fa riferimento alla fine degli anni '30)
1938 l'azienda introduce le Impero (data indicativa, si fa riferimento alla fine degli anni '30)
1941 l'azienda introduce i pennini in acciaio chiamati Tibaldi-iridal
1946 l'azienda ristilizza la Trasparente (data indicativa, si fa riferimento al dopoguerra)
1957 l'azienda viene venduta a Remo Pagliuca[2]
1965 l'azienda termina le attività

Riferimenti esterni

  • Sito ufficiale, solo informazioni sulla (alquanto discutibile) produzione recente.

Note

  1. almeno alle attuali conoscenze dell'autore.
  2. data incerta e non confermata.