| A "gold" nib, however, cannot be entirely composed of gold (ie 24 carats), as mentioned this material is extremely malleable, <ref name = malleable gold>malleable (see [http://it.wikipedia.org/wiki/Malleabilit%C3%A0]) is meaning a very soft material, easy to deform without losing its mechanical properties, in essence the exact opposite of strength and flexibility, gold is one of the most malleable materials that exist.</ref> so it is generally strengthened by mixing it as with other metals to obtain 14 carat alloys, which are the most common, or 18 carat, used to give greater value to the pen, but generally less robust. The ancient pens are however for the most part equipped with 14 carat gold nibs, the 18 carats have been introduced only where, as in France, an object with a lower carat could not be qualified as gold for legal reasons. | | A "gold" nib, however, cannot be entirely composed of gold (ie 24 carats), as mentioned this material is extremely malleable, <ref name = malleable gold>malleable (see [http://it.wikipedia.org/wiki/Malleabilit%C3%A0]) is meaning a very soft material, easy to deform without losing its mechanical properties, in essence the exact opposite of strength and flexibility, gold is one of the most malleable materials that exist.</ref> so it is generally strengthened by mixing it as with other metals to obtain 14 carat alloys, which are the most common, or 18 carat, used to give greater value to the pen, but generally less robust. The ancient pens are however for the most part equipped with 14 carat gold nibs, the 18 carats have been introduced only where, as in France, an object with a lower carat could not be qualified as gold for legal reasons. |
− | Nel periodo della seconda guerra mondiale però, con le ristrettezze causate dalle esigenze belliche, l'uso dell'oro per i pennini venne notevolmente ridotto ed in certi paesi, come la Germania ed il Giappone, anche esplicitamente vietato. In quel periodo si ebbe un fiorire di leghe di acciaio di vario tipo, spesso ribattezzate, specie in Italia, con nomi fantasiosi ed altisonanti, e la sperimentazione di materiali alternativi, come il palladio, che oggi sembrano tornati di moda. Ma l'uso dell'acciaio per i pennini non si può certo far originare dalle ristrettezze della guerra. Infatti esso venne adottato da alcuni produttori, in particolare quelli orientati alla fascia bassa del mercato, ben prima della guerra e per semplici motivi economici. Anche in quel caso però spesso si cercava di "impreziosire" il metallo con una doratura.
| + | In the period of the second world war, however, with the restrictions caused by the war, the use of gold for nibs was greatly reduced and in some countries, such as Germany and Japan, even explicitly prohibited. At that time there was a flourishing of various steel alloys, often renamed, especially in Italy, with imaginative and high-sounding names, and experimentation with alternative materials, such as palladium, which now seem to be back in fashion. But the use of steel for nibs can certainly not originate from the constraints of war. In fact, it was adopted by some producers, in particular those oriented to the lower end of the market, well before the war and for simpler economic reasons. Even in that case, however, they often tried to "embellish" the metal with a gilding. |
| Indipendentemente dalla robustezza della lega utilizzata per produrlo, un pennino deve comunque avere una punta opportunamente rinforzata, in quanto l'usura sarebbe eccessiva anche per l'acciaio. La punta deve sfregare per chilometri e chilometri sulla carta, e per avere un pennino durevole questa viene prodotta utilizzando un materiale molto più duro. In questo caso la scelta più comune è quella di una lega di iridio, e questo è il motivo per cui spesso, per indicare lo stato di usura della punta di un pennino, si fa riferimento appunto alla quantità di iridio presente sullo stesso, anche se in realtà detta punta può essere stata realizzata anche con altri metalli (un'altra scelta è ad esempio quella dell'osmio o varie combinazioni di entrambi). | | Indipendentemente dalla robustezza della lega utilizzata per produrlo, un pennino deve comunque avere una punta opportunamente rinforzata, in quanto l'usura sarebbe eccessiva anche per l'acciaio. La punta deve sfregare per chilometri e chilometri sulla carta, e per avere un pennino durevole questa viene prodotta utilizzando un materiale molto più duro. In questo caso la scelta più comune è quella di una lega di iridio, e questo è il motivo per cui spesso, per indicare lo stato di usura della punta di un pennino, si fa riferimento appunto alla quantità di iridio presente sullo stesso, anche se in realtà detta punta può essere stata realizzata anche con altri metalli (un'altra scelta è ad esempio quella dell'osmio o varie combinazioni di entrambi). |