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Il marchio ''"Helios"'' ha una storia alquanto nebulosa. Due penne con questo marchio (marcate ''"Helios N° 579"'' e ''"Helios N° 666"'') compaiono infatti in un catalogo [[Kaweco]] del [[1925]], e nel successivo catalogo del [[1928]] c'è una pagina dedicata dove compaiono la 701, 702 e 704 (e viene citata la 703).<ref>si fa riferimento ai cataloghi pubblicati alcuni anni fa sul sito della Kaweco attuale e non più disponibili.</ref> Si supporrebbe pertanto che si possa trattare di una sottomarca della [[Kaweco]] usata per la produzione economica, visti i prezzi più bassi riportati nei suddetti cataloghi. Il marchio viene anche citato in una [[:File:1912-10-Kaweco-Invoice-ItalianAgent-Norsa.jpg|fattura]] del [[1912]] dell'agente italiano della [[Kaweco]] per una matita meccanica.
 
Il marchio ''"Helios"'' ha una storia alquanto nebulosa. Due penne con questo marchio (marcate ''"Helios N° 579"'' e ''"Helios N° 666"'') compaiono infatti in un catalogo [[Kaweco]] del [[1925]], e nel successivo catalogo del [[1928]] c'è una pagina dedicata dove compaiono la 701, 702 e 704 (e viene citata la 703).<ref>si fa riferimento ai cataloghi pubblicati alcuni anni fa sul sito della Kaweco attuale e non più disponibili.</ref> Si supporrebbe pertanto che si possa trattare di una sottomarca della [[Kaweco]] usata per la produzione economica, visti i prezzi più bassi riportati nei suddetti cataloghi. Il marchio viene anche citato in una [[:File:1912-10-Kaweco-Invoice-ItalianAgent-Norsa.jpg|fattura]] del [[1912]] dell'agente italiano della [[Kaweco]] per una matita meccanica.
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E' però ben nota e presente una produzione italiana associata a questo marchio, che venne richiesto nel [[1929]] ({{Marchio|40183}}) da Eugenio Giarola a Milano.<ref>anno che, in mancanza di indicazioni migliori, assumeremo anche come quello di fondazione dell'azienda italiana che lo impiegava.</ref> Il marchio è associato (come risulta da questo [[:File:Helios-Pulsante-Instro.jpg|foglietto di istruzioni]]), all'azienda ''Stabilimento Italiano Lavorazione Galalite e Affini'' (''"S.I.L.G.A."''). Ma lo stesso foglietto di istruzioni contiene un secondo collegamento diretto con la produzione della [[Kaweco]]: le figure del meccanismo a [[pulsante di fondo]] in esso raffigurato sono infatti identiche a quelle presenti sul catalogo [[Kaweco]] del [[1928]] citato in precedenza.<ref>la pagina in questione, relativa ai modelli a [[pulsante di fondo]] [[Kaweco]] era presente, alla data 1927, nella sezione storica del sito dell'azienda, che in quello attuale è stata totalmente eliminata.</ref>
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{{:Helios-Silga}}
 
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[[File:Helios-Silga-Piston-RingedGold-Inscr.jpg|thumb|150px|left|Penna marcata ''"Helios Silga"'']]
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Il ritrovamento di alcune fatture ha permesso di collegare direttamente alla [[Kaweco]] le attività di Eugenio Giarola, che ne era il rappresentante. Letizia Jacopini riporta che l'azienda venne fondata inizialmente con il nome del titolare, che risulta intestatario anche del rinnovo del marchio nel [[1942]] ({{Marchio|67263}}), diventando nel [[1937]] la ''"Silga di Eugenio Giarola"'' (usando quindi l'acronimo del nome esteso), con nome completo ''"Marca Elios Original ed Elios Special"'', che manca della "H" iniziale presente invece nella registrazione ufficiale e su tutte le stampigliature, come quella della foto a fianco. In [[:File:1939-AnnuarioIndustriale-ProvMI-p872.png|una pagina]] dell'"Annuario Industriale della provincia di Milano" del [[1939]] la ditta viene menzionata come ''"Stabilimento Italiano Lavorazione Galalite e Affini"'' e ne viene indicata la sede in viale Umbria 62.
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Che la produzione fosse legata a rapporti commerciali con la Germania risulta evidente sia dallo stile delle produzioni più antiche, che dalla presenza di marchiature in tedesco, sia sui pennini (vedi l'immagine) che sulle stampigliature (Jacopini riporta la dicitura ''"Helios - Silga / Original Fabrikat"''). La produzione iniziale vede modelli a [[pulsante di fondo]] in stile ''[[flat top]]'' chiaramente ispirate alla [[Duofold]] (e molto simili alle analoghe [[Kaweco]] del catalogo citato), cui seguono negli anni '40 modelli a stantuffo. Dato che nel [[1929]] la [[Kaweco]] fallì e venne rilevata dalla [[KWG]] è anche possibile ipotizzare che la produzione di questo marchio sia proseguita in Italia, ma di nuovo non esistono conferme documentali al riguardo. Letizia Jacopini riporta una presumibile cessazione delle attività intorno alla fine degli anni '40.
   
<noinclude>Note: <references/>
 
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