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Anche in questo caso non si può propriamente parlare di sistema di riempimento, dato che non c'è niente da riempire. Il sistema si basa sull'inserimento all'interno del corpo della penna, su un aggancio predisposto sul gruppo pennino, di una cartuccia di plastica piena di inchiostro, da gettare e sostituire con una nuova una volta che questo sia esaurito. In generale poi ogni produttore tende a realizzare cartuccia ed aggancio in maniera diversa, per cui spesso l'unico modo di utilizzare penne d'epoca che fanno uso di questo sistema di caricamento è quello di procurarsi una cartuccia originale usata e riempirla con una siringa.
 
Anche in questo caso non si può propriamente parlare di sistema di riempimento, dato che non c'è niente da riempire. Il sistema si basa sull'inserimento all'interno del corpo della penna, su un aggancio predisposto sul gruppo pennino, di una cartuccia di plastica piena di inchiostro, da gettare e sostituire con una nuova una volta che questo sia esaurito. In generale poi ogni produttore tende a realizzare cartuccia ed aggancio in maniera diversa, per cui spesso l'unico modo di utilizzare penne d'epoca che fanno uso di questo sistema di caricamento è quello di procurarsi una cartuccia originale usata e riempirla con una siringa.
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Parlare dell'invenzione di questo sistema di riempimento risulta essere ambiguo e problematico, dato che esistono vari esempi di precursori fin dai primi decenni del '900, basati sull'uso di cartucce in vetro. Fra questi spicca quello creato nel 1936 dalla filiale francese della [[Waterman]]. L'uso delle cartucce in vetro per l'inchiostro però non prese mai piede, dato che queste avevano comunque un costo di produzione significativo, e presentavano tutti gli inconvenienti del materiale, primo dei quali la fragilità.  
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Parlare dell'invenzione di questo sistema di riempimento risulta essere ambiguo e problematico, dato che esistono vari esempi di precursori fin dai primi decenni del '900, per non parlare del brevetto della [[Eagle]] del 1890, basati sull'uso di cartucce in vetro. Fra questi è da ricordare quello adottato nel 1936 dalla filiale francese della [[Waterman]], che in seguito riprenderà l'idea per la [[CF]]. L'uso delle cartucce in vetro per l'inchiostro però conobbe mai una grande diffusione, dato che queste avevano comunque un costo di produzione significativo, e presentavano tutti gli inconvenienti del materiale, primo dei quali la fragilità.  
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Per questo si tende più propriamente a far risalire le origini della diffusione del [[caricamento a cartuccia]] al 1953, con l'introduzione del modello [[CF]], sigla appunto di ''Cartridge Filler'', creato ancora una volta dalla filiale francese della [[Waterman]], che di li a breve avrebbe assorbito i resti della fallita casa madre. E' in tale occasione infatti che viene introdotto un sistema che fa uso cartucce di inchiostro usa e getta realizzate industrialmente in plastica a stampo. Data la semplicità costruttiva della penna ed i bassi costi di produzione delle cartucce, il [[caricamento a cartuccia]] rappresenta oggi il sistema più diffuso per usare una stilografica.
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Per questo si tende più propriamente a far risalire le origini della diffusione del [[caricamento a cartuccia]] al 1953, con l'introduzione sul mercato del modello [[CF]], sigla appunto di ''Cartridge Filler'', creato ancora una volta dalla filiale francese della [[Waterman]], che di a breve avrebbe assorbito i resti della fallita casa madre. E' in tale occasione infatti che viene introdotto un sistema che fa uso cartucce di inchiostro usa e getta realizzate industrialmente in plastica a stampo. Data la semplicità costruttiva della penna ed i bassi costi di produzione delle cartucce, il [[caricamento a cartuccia]] rappresenta oggi il sistema più diffuso per usare una stilografica.
    
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