Riga 1: |
Riga 1: |
| {{DISPLAYTITLE:Procedura di smontaggio di una Parker Vacumatic}} | | {{DISPLAYTITLE:Procedura di smontaggio di una Parker Vacumatic}} |
| | | |
− | Spesso e volentieri, quando si acquista una [[Vacumatic]], è necessario smontare la penna, ad esempio per sostituire il [[Diaframmi Vacumatic|diaframma]] interno che con il tempo e l'azione dell'inchiostro si solidifica. Non è un'operazione particolarmente difficile, ma neanche immediata, e richiede qualche attrezzo specifico. Nel testo ed in alcune fotografie sono stati indicati i nomi dei particolari <u>anche</u> in lingua inglese al fine di facilitare una eventuale ricerca di informazioni/ricambi sul web. | + | Spesso e volentieri, quando si acquista una [[Vacumatic]], è necessario smontare la penna, ad esempio per sostituire il [[Diaframmi Vacumatic|diaframma]] interno che con il tempo e l'azione dell'inchiostro si solidifica. Non è un'operazione particolarmente difficile, ma neanche immediata, e richiede qualche [[Attrezzature Vacumatic|attrezzo specifico]]. Nel testo ed in alcune fotografie sono stati indicati i nomi dei particolari <u>anche</u> in lingua inglese al fine di facilitare una eventuale ricerca di informazioni/ricambi sul web. |
| | | |
| Anche se il [[Vacumatic filler|caricamento Vacumatic]] esiste in tre versioni, la procedura di smontaggio rimane tuttavia la stessa: in questa pagina verrà descritta la riparazione di una Parker [[Vacumatic]] prodotta in Canada e dotata della versione di caricamento denominata "[[Lockdown]]". | | Anche se il [[Vacumatic filler|caricamento Vacumatic]] esiste in tre versioni, la procedura di smontaggio rimane tuttavia la stessa: in questa pagina verrà descritta la riparazione di una Parker [[Vacumatic]] prodotta in Canada e dotata della versione di caricamento denominata "[[Lockdown]]". |
Riga 25: |
Riga 25: |
| Una volta separata la sezione dal fusto, si può procedere con la rimozione del gruppo di caricamento posteriore. Il sistema di caricamento è semplicemente avvitato al fusto, e per rimuoverlo bisogna fare presa sulla filettatura del fondello. E' bene evitare l'uso di pinze di qualsiasi tipo, in quanto con queste la pressione viene applicata solo su due punti. Specialmente sui modelli prodotti durante la II Guerra Mondiale si potrebbe danneggiare il pezzo con la doppia filettatura, in quanto quest'ultimo è fatto di [[celluloide]] e non di alluminio come i modelli precedenti. Si può utilizzare un dado, al quale è stato tagliato uno dei lati, ma la filettatura non è di dimensioni standard (ISO), e trovare un dado adatto non è facilissimo (vedi tab. 1). | | Una volta separata la sezione dal fusto, si può procedere con la rimozione del gruppo di caricamento posteriore. Il sistema di caricamento è semplicemente avvitato al fusto, e per rimuoverlo bisogna fare presa sulla filettatura del fondello. E' bene evitare l'uso di pinze di qualsiasi tipo, in quanto con queste la pressione viene applicata solo su due punti. Specialmente sui modelli prodotti durante la II Guerra Mondiale si potrebbe danneggiare il pezzo con la doppia filettatura, in quanto quest'ultimo è fatto di [[celluloide]] e non di alluminio come i modelli precedenti. Si può utilizzare un dado, al quale è stato tagliato uno dei lati, ma la filettatura non è di dimensioni standard (ISO), e trovare un dado adatto non è facilissimo (vedi tab. 1). |
| | | |
− | E' consigliabile in ogni caso utilizzare un attrezzo apposito; ne esistono di due tipi: il blocco (''Vacumatic block'') e la pinza (''Vacumatic wrench''). Dei due è preferibile il secondo in quanto permette di dosare la forza di serraggio più facilmente del primo. La pinza si avvita semplicemente alla filettatura del sistema di caricamento (dove si avvita anche il fondello) e facendo pressione sulla leva si stringe sulla filettature e si può rimuovere il gruppo. | + | E' consigliabile in ogni caso utilizzare un attrezzo apposito; ne esistono di due tipi: il blocco (''[[Vacumatic block]]'') e la pinza (''[[Vacumatic wrench]]''). Dei due è preferibile il secondo in quanto permette di dosare la forza di serraggio più facilmente del primo. La pinza si avvita semplicemente alla filettatura del sistema di caricamento (dove si avvita anche il fondello) e facendo pressione sulla leva si stringe sulla filettature e si può rimuovere il gruppo. |
| | | |
| <center><gallery perrow=2 widths=300px heights=150px> | | <center><gallery perrow=2 widths=300px heights=150px> |
Riga 81: |
Riga 81: |
| ===Inserimento del nuovo === | | ===Inserimento del nuovo === |
| | | |
− | Il diaframma di una [[Parker]] [[Vacumatic]] è un sacco di lattice dalla forma leggermente a campana, nell'estremità chiusa è inserita una sferetta (''pellet'') che servirà per mantenere il diaframma nell'alloggiamento e ogni diaframma ha una sfera inserita<ref>Una foto di un diaframma nuovo non ci starebbe male</ref>. Innanzitutto il diaframma (''Vacumatic sac'') va tagliato, la [[Parker]] se li faceva produrre su misura, ma oggi si trovano solo diaframmi molto più lunghi del necessario. Una volta tagliato, il diaframma deve essere lungo più o meno 26.5 mm. Esistono naturalmente dei margini, ma bisogna tenere conto che un diaframma troppo corto causa troppi stress sull'alloggiamento dell'albero (per tale motivo è consigliabile non scendere sotto i 26.2 mm), mentre un diaframma troppo lungo può sia piegarsi su se stesso, sia bloccarsi sul tubicino che fuoriesce dall'alimentatore, impedendo il buon caricamento della penna (quindi è meglio non andare oltre i 27.2 mm). Nel dubbio è meglio tagliare il diaframma un poco più lungo della misura consigliata, e quindi dopo averlo provato nella sua sede, valutare se accorciarlo o meno. | + | Il [[Diaframmi_Vacumatic|diaframma]] di una [[Parker]] [[Vacumatic]] è un sacco di lattice dalla forma leggermente a campana, nell'estremità chiusa è inserita una sferetta (''pellet'') che servirà per mantenere il diaframma nell'alloggiamento e ogni diaframma ha una sfera inserita. Innanzitutto il diaframma (''Vacumatic sac'') va tagliato, la [[Parker]] se li faceva produrre su misura, ma oggi si trovano solo diaframmi molto più lunghi del necessario. Una volta tagliato, il diaframma deve essere lungo più o meno 26.5 mm. Esistono naturalmente dei margini, ma bisogna tenere conto che un diaframma troppo corto causa troppi stress sull'alloggiamento dell'albero (per tale motivo è consigliabile non scendere sotto i 26.2 mm), mentre un diaframma troppo lungo può sia piegarsi su se stesso, sia bloccarsi sul tubicino che fuoriesce dall'alimentatore, impedendo il buon caricamento della penna (quindi è meglio non andare oltre i 27.2 mm). Nel dubbio è meglio tagliare il diaframma un poco più lungo della misura consigliata, e quindi dopo averlo provato nella sua sede, valutare se accorciarlo o meno. |
| | | |
| Una volta tagliato a misura il diaframma (ovvero la parte in gomma), si può procedere con l'inserimento nell'alloggiamento sull'albero di caricamento aiutandosi con un apposito attrezzo (''pellet pusher'') che permette di premere solo sulla pallina per spingerla all'interno del suo alloggiamento. Tale utensile può essere facilmente auto-costruito con un semplice chiodo e una spina per mobili (fig. 8). Una volta inserito il diaframma all'interno dell'alloggiamento si deve rivoltarlo su se stesso; si cosparge l'esterno del diaframma con del talco, e con lo stesso inserito su un supporto, lo si rivolta. Come supporto é stata utilizzata una chiave per il caricamento di orologi a pendolo (fig. 9), ma va bene anche una chiave a brugola di dimensioni adeguate<ref> le dimensioni sono sul sito di R. Binder.</ref> se non si ha a disposizione l'attrezzo apposito ed un cacciavite da orologiaio per tenere fermo il diaframma mentre lo si rivolta (fig. 10). | | Una volta tagliato a misura il diaframma (ovvero la parte in gomma), si può procedere con l'inserimento nell'alloggiamento sull'albero di caricamento aiutandosi con un apposito attrezzo (''pellet pusher'') che permette di premere solo sulla pallina per spingerla all'interno del suo alloggiamento. Tale utensile può essere facilmente auto-costruito con un semplice chiodo e una spina per mobili (fig. 8). Una volta inserito il diaframma all'interno dell'alloggiamento si deve rivoltarlo su se stesso; si cosparge l'esterno del diaframma con del talco, e con lo stesso inserito su un supporto, lo si rivolta. Come supporto é stata utilizzata una chiave per il caricamento di orologi a pendolo (fig. 9), ma va bene anche una chiave a brugola di dimensioni adeguate<ref> le dimensioni sono sul sito di R. Binder.</ref> se non si ha a disposizione l'attrezzo apposito ed un cacciavite da orologiaio per tenere fermo il diaframma mentre lo si rivolta (fig. 10). |