Waterman
La Waterman è tutt'oggi uno dei maggiori produttori di penne stilografiche. La ditta venne fondata nel 1883 a New York City da Lewis Edson Waterman, ed è uno dei pochi produttori storici che è sopravvissuto, anche se in maniera indiretta, fino ai nostri giorni. Attualmente la compagnia opera con il nome di Waterman S.A. ed è di proprietà della Sanford, una divisione della Newell Rubbermaid che possiede anche la Parker.
Se si escludono i primi anni di vita, la Waterman ha sempre mantenuto un approccio molto conservativo, che la ha vista privilegiare la tradizione nei confronti dell'innovazione sia per quanto riguarda lo stile che la tecnologia, pur mantenendo sempre una qualità di altissimo livello. Però, anche a causa di questo approccio tradizionalista, dopo il periodo d'oro durato fino agli anni '20, la Waterman è stata incapace di adeguarsi alle tendenze del mercato, sul quale ha iniziato a perdere progressivamente terreno, restando sempre più indietro rispetto alle più dinamiche concorrenti Parker, Sheaffer ed Eversharp, insieme alle quali rientra a pieno titolo nelle Big Four.
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Storia
La storia della penna stilografica è profondamente legata alla storia della Waterman, tanto che in molti considerano il suo fondatore Lewis Edson Waterman, l'inventore di questo oggetto di scrittura. In realtà questa è una pretesa eccessiva, ma bisogna senz'altro riconoscere che agli albori della penna stilografica la Waterman è stata all'avanguardia nella produzione industriale, nella promozione e nella diffusione di questo oggetto sul mercato internazionale.
La compagnia venne fondata nel 1883 a New York. Si narra che tutto abbia avuto origine dal malfunzionamento di una penna stilografica appena acquistata che fece perdere a Lewis Waterman, che allora lavorava come assicuratore, un lucroso contatto, macchiandolo di inchiostro per via di una perdita. Invece di arrabbiarsi il fondatore si sarebbe interessato al funzionamento di quell'oggetto, individuando la soluzione al principale problema dello stesso, quello di un regolare afflusso di inchiostro al pennino: così sarebbe stato inventato il primo alimentatore multicanale moderno.
In realtà questa storia della macchia di inchiostro (cui spesso si fa rifermento con il nome di ink blot), per quanto riportata acriticamente da molti libri sulle stilografiche, risulta essere totalmente falsa. Infatti è ormai certo[1] che non si tratta altro che di una di una storiella successiva, diffusa ad arte dal reparto marketing dell'azienda. Ma anche se in realtà la macchia di inchiostro non c'è mai stata, resta il fatto che un alimentatore ispirato agli stessi principi di quello brevettato da Lewis Edson Waterman resta tutt'oggi, inalterato nei suoi principi costitutivi, il cuore di ogni penna stilografica.
I primi anni di attività della Waterman in realtà restano piuttosto oscuri: la novità essenziale fu appunto quella di aver introdotto, nel 1883, il primo alimentatore multicanale, dotato di incisioni per favorire il flusso dell'inchiostro grazie alla capillarità, per il quale Lewis Waterman aveva ottenuto anche, nel 1884, il primo brevetto (nº US-293545) dell'azienda. E' stato grazie alla funzionalità di questa innovazione che le prime stilografiche, prodotte prima ancora della fondazione ufficiale della compagnia nel 1888, riscossero un grande successo, su cui si è basata la fortuna iniziale dell'azienda. A questo si aggiunse da subito una grande capacità nel saper industrializzare la produzione ed investire fortemente in innovazione promozione.
Dopo la morte nel 1901 del fondatore, la guida dell'azienda passò al nipote, Frank D. Waterman, che si può considerare il vero autore del successo internazionale dell'azienda. Egli infatti dette avvio ad una politica di espansione a livello mondiale, creando filiali in tutto il mondo, che rese la Waterman il più grande produttore mondiale di penne stilografiche ed il leader incontrastato del mercato per tutto l'inizio del secolo.
La produzione iniziale era costituita principalmente da penne di ebanite nera (liscia o con qualche incisione meccanica) dotate di pennino d'oro, e come la gran parte delle penne dell'epoca erano dotate di caricamento a contagocce, in cui, svitando il gruppo pennino, si accedeva al corpo della penna che fungeva da serbatoio. In questo primo periodo, in cui le forme ed i meccanismi di caricamento erano sostanzialmente sempre gli stessi, i diversi modelli venivano identificati esclusivamente in base al numero indicante la misura del pennino.
All'inizio del secolo, fino a tutti gli anni '10, la Waterman si contraddistinse per un grande sforzo nella ricerca di innovazioni tecniche: viene introdotta la clip sul cappuccio (la Clip-Cap), e vennero sperimentati diversi meccanismi di caricamento alternativi al contagocce. In questo periodo la Waterman si distinse per aver industrializzato uno dei più classici sistemi di caricamento, il Safety in cui con un meccanismo a vite si fa rientrare il pennino all'interno della corpo della penna che funge da serbatoio. La Waterman fu forse la prima azienda ad esportare una linea di penne rientranti, presto imitata da molte altre aziende (specialmente in Europa, dove queste conobbero una grande diffusione).
Nel 1903 venne introdotto un particolare meccanismo a pompa denominato pump filler, questo venne sostituito nel 1910 dallo sleeve filler, mentre per un anno, dal 1913 al 1914 venne realizzato un originale coin filler. A tutti questi sistemi subentrò comunque, nel 1915, il caricamento a levetta, introdotto per primo dalla Sheaffer, ma che la Waterman riuscì a copiare, eludendo il brevetto della concorrente grazie ad un precedente brevetto (nº US-726495) per una realizzazione diversa.
Sempre nei primi anni 1900 vennero introdotti nuovi modelli contraddistinti da diverse forme del cappuccio e della penna, per identificare i quali la Waterman creò un apposito sistema di numerazione standard composto per lo più da tre cifre, in cui le centinaia indicavano il tipo di finitura (ed era assente per le penne normali) le decine il tipo di cappuccio, mentre le unità continuavano ad indicare la dimensione del pennino. In questo modo si aveva un numero che veniva impresso sul fondo della penna per identificarne immediatamente le caratteristiche.
In breve tempo però, a causa dell'introduzione di nuovi sistemi di caricamento e alla realizzazione di nuovi cappucci a vite anziché ad incastro, l'uso della stessa cifra delle decine per indicare penne anche molto diverse iniziò mostrare i suoi limiti, potendo confidare per l'identificazione dei vari modelli solo sull'uso di una folta schiera di suffissi, che venivano aggiunti alla normale numerazione. Il sistema divenne rapidamente confuso, tanto che nel 1917 la Waterman riformulò completamente il suo sistema di numerazione, ampliando il significato della cifra delle centinaia, ed usando la cifra delle decine per indicare il sistema di riempimento mantenendo nelle unità, come sempre, la misura del pennino. Questo sistema restò in voga sostanzialmente inalterato per tutti i modelli prodotti dalla Waterman fino al 1927, quando venne introdotta la Ripple.
L'inizio del '900 fu il periodo d'oro della Waterman, in cui l'azienda dominava il mercato restando costantemente ai vertici delle vendite, diventando il punto di riferimento per tutti gli altri produttori di penne stilografiche, che cercavano di farsi spazio sul mercato introducendo soluzioni innovative. Serie come le 52 in ebanite nera, rossa o fiammata, o le 452 rivestite in argento, sono dei classici e rappresentano il vertice del mondo della stilografica di quegli anni.
Ma dopo questo periodo d'oro iniziale la Waterman non si è più distinta (con una eccezione) per aver contribuito negli con grandi innovazioni alla storia della stilografica. Il successo della ditta infatti è sempre stato dettato dalle caratteristiche di qualità ed affidabilità delle sue penne. Per questo approccio molto conservativo, che la portava a privilegiare la tradizione piuttosto che l'innovazione, dopo gli anni '20 la Waterman vide progressivamente erodersi le sue quote di mercato, iniziando a restare indietro rispetto alle emergenti Parker, Sheaffer ed Eversharp.
Questo atteggiamento iniziò a causare i suoi effetti negativi a partire dal 1922, con l'introduzione della Duofold da parte della Parker, che lanciò la moda delle penne di grandi dimensioni. La Waterman continuò a centrare la sua produzione sui vecchi modelli a contagocce, pur possedendo un ottimo sistema di caricamento a levetta, e le sue quote di mercato iniziarono a declinare inesorabilmente facendole perdere il primo posto nelle vendite.
La situazione peggiorò ulteriormente negli anni seguenti, con l'entrata in scena della Sheaffer con le sue penne in celluloide, presto seguita dalla Parker che adottò lo stesso materiale per le Duofold. La Waterman si limitò ad introdurre una nuova lavorazione dell'ebanite (detta Rippled) come variante della tradizionale versione fiammata colore rosso/nero, ma in breve scivolò al terzo posto nella classifica delle vendite.
Nel 1925 Frank Waterman si presentò alle elezioni a sindaco di New York, ma perse in un acceso scontro[2] con il democratico James J. Walker, questo però non fu senza conseguenze per la Waterman che per la prima volta dalla fondazione si trovò ad avere un bilancio in perdita a causa delle ingenti risorse utilizzate per la campagna elettorale.
L'atteggiamento conservatore della Waterman proseguì nonostante la perdita di quote di mercato; solo nel 1927, con la creazione della Ripple realizzata solo con la omonima ebanite, la ditta produsse un nuovo modello di penna pensato per cercare di competere con la Duofold, adottando anche per la prima volta un nuovo codice di colori per l'identificazione dei pennini, che fino ad allora, pur essendo presenti in oltre un centinaio di versioni diverse, venivano identificati unicamente per il numero che ne indicava le dimensioni.
Nonostante la Ripple sia qualitativamente un'ottima penna, non poteva reggere la concorrenza delle stilografiche in celluloide (che era stata adottata da tutti gli altri grandi produttori), per i grandi vantaggi in termini di robustezza e di possibilità di colorazione che il nuovo materiale offriva. La Waterman restò invece ostinatamente legata all'uso dell'ebanite, forse anche per i forti legami con la Day Rubber Company di Seymour, arrivando a sviluppare dei modelli in una particolare ebanite colorata, che però non riscossero un grande successo (non potendo avere quel materiale una lucentezza paragonabile alla celluloide).
Solo nel 1929, con l'introduzione della Patrician, la Waterman si decise a produrre una penna in celluloide, ottenendo uno dei modelli più rari e ricercati dai collezionisti, in particolare per la presenza di colori di grande impatto come l'Onyx o il Moss Agathe. La penna però, nonostante fosse di altissima qualità (probabilmente la più bella penna prodotta dalla Waterman) non ebbe un grande successo di vendite (causa della relativa rarità della stessa), per via del costo piuttosto elevato e dell'uscita in coincidenza con il periodo della grande depressione.
Negli anni successivi la produzione di penne proseguì sempre seguendo l'approccio tradizionalista dell'azienda, che vide la nascita di nuovi modelli in celluloide come la serie Waterman 94 o la Lady Patricia, versione per signore della Patrician non dotati di particolari innovazioni. Nel 1933 anche i modelli No. 7 e No. 5 vennero prodotti in celluloide (in questo caso nera) e ad essi venne affiancata anche una nuova serie economica 32 in celluloide colorata.
L'azienda restò sempre molto legata al sistema di caricamento a levetta, e rispose di nuovo in ritardo alle nuove tendenze del mercato. Al successo dei nuovi sistemi di caricamento che consentivano di realizzare delle penne trasparenti, avviato dalla Vacumatic della Parker, rispose solo nel 1935 introducendo il modello Ink-Vue, che resta praticamente l'unico modello storico di rilievo ad adottare un caricamento diverso dalla classica levetta. Di questo stesso periodo è la produzione dei modelli economici Junior (molto simili alla 32).
Una delle poche innovazioni dell'azienda fu l'introduzione, nel 1939 della Hundred Year, caratterizzata dall'uso della lucite come nuovo materiale e da linee molto più moderne realizzate dal disegnatore industriale John Vassos (design nº US-D118872), ma la penna rimase ancorata al caricamento a levetta. Per quanto interessante la penna arrivò forse in anticipo sui tempi e venne completamente oscurata dall'enorme successo della Parker 51 di due anni dopo. Di nuovo l'azienda seguì in ritardo la nuova tendenza del pennino coperto, cui ripose solo nel 1945 con la Taperite.
Il passaggio alla produzione in plastica proseguì con una serie di varianti della serie Taperite realizzate negli anni successivi, ma senza raggiungere nessun risultato significativo; il declino dell'azienda proseguì inesorabile negli anni successivi, ed essa subì, come tutti gli altri principali produttori dell'epoca, la grande crisi degli anni '50. La compagnia originale americana venne liquidata nel 1954, e gli impianti produttivi vennero ceduti alla BIC nel 1959 per produrre penne a sfera.
Con la chiusura degli impianti produttivi americani, restarono comunque in piedi le filiali inglesi e francesi, e la Waterman sarebbe così del tutto scomparsa se non fosse stata per le capacità imprenditoriali di Jules Fagard, che fin dal 1926 aveva creato una filiale francese sostanzialmente autonoma. Fagard, titolare della produzione delle matite meccaniche marchiate JiF non solo aveva commercializzato con successo le penne della Waterman abbinandole alle proprie matite, ma aveva creato stabilimenti di produzione in Francia e realizzato versioni specifiche per il mercato europeo (sono di particolare interesse collezionistico le Safety realizzate con rivestimenti ornamentali in metalli preziosi). Per questo motivo in Francia la produzione Waterman era diffusa principalmente con il marchio JiF-Waterman.
E' proprio dalla filiale francese che viene l'ultima innovazione legata al marchio Waterman. Nel 1936 venne sviluppata una prima versione pratica del riempimento a cartuccia, inizialmente realizzata in vetro, e commercializzata in Europa con versioni modificate delle penne originali. Da questa innovazione, ulteriormente sviluppata, nacque nel 1953 l'ultimo modello storico di grande successo della Waterman, la CF (sigla che sta appunto per Cartridge Filler) che di nuovo venne prodotta in Francia. Con la creazione della prima stilografica a cartucce di plastica usa e getta venne introdotto sul mercato quello che è ormai il più comune meccanismo di caricamento delle stilografiche moderne, la JiF-Waterman, dopo oltre 30 anni, riportò il marchio all'apice dell'innovazione, ma questo non bastò a risollevare un'azienda ormai morente.
La produzione proseguì negli anni successivi fuori dagli Stati Uniti con la X-pen, una imitazione (ma più semplice e destinata alla produzione economica) della Parker 61. La JiF-Waterman (oggi divisione della Newell Rubbermaid) continuò a prosperare sul mercato europeo, prima sotto la guida di Jules Fagard, ed ancor di più, dopo la sua morte, sotto la direzione della sua vedova Elsa. L'azienda passò sostanzialmente indenne il periodo della seconda guerra mondiale, e sopravvisse anche alla crisi della penna a sfera degli anni '60 continuando la produzione anche dopo il fallimento della ditta madre. Nel 1971 la JiF-Waterman acquisì definitivamente dal barone Bich il marchio Waterman, e continua ad operare ancora oggi come Waterman S.A., producendo penne in tutte le fasce di prezzo, che si distinguono in particolare per le lavorazioni in metallo e lacca.
Cronologia
Anno | Avvenimento |
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1883 | l'azienda viene fondata da Lewis E. Waterman a New York |
1884 | Lewis Edson Waterman ottiene il primo brevetto (nº US-293545) per un alimentatore multicanale |
1886 | l'azienda introduce il primo corpo penna lavorato meccanicamente |
1888 | l'azienda diventa società di capitali come L. E. Waterman Company |
1890 | l'azienda produce il primo modello da scrivania con corpo penna conico |
1892 | l'azienda introduce i modelli a cappuccio conico (brevetto nº US-512319) |
1899 | l'azienda introduce il pennino di misura 10 |
1899 | l'azienda introduce lo spoon feed |
1899 | l'azienda introduce la prima versione del suo pump filler |
1903 | l'azienda introduce la seconda versione del suo pump filler |
1904 | l'azienda introduce i primi modelli rivestiti in oro e argento |
1905 | l'azienda introduce il fermaglio rivettato Clip-cap (brevetto nº US-800141) |
1906 | la Waterman inizia l'acquisizione della Aikin Lambert |
1907 | l'azienda introduce l'ebanite rossa, denominata Cardinal.[3] |
1908 | l'azienda introduce la sua prima safety, denominata Safety Filler |
1910 | l'azienda introduce lo sleeve filler |
1910 | l'azienda rimuove la filettatura esterna del fondello sulle Safety Filler |
1911 | la Waterman completa l'acquisizione della Aikin Lambert |
1912 | la A. A. Waterman perde la causa intentata dalla Waterman e deve marchiare le sue penne come Not Connected with the L. E. Waterman Company |
1913 | l'azienda introduce il coin filler |
1914 | l'azienda introduce il caricamento a levetta[4] |
1914 | l'azienda dismette il coin filler |
1914 | Carlo Drisaldi diventa agente generale per l'Italia della Waterman |
1915 | l'azienda dismette lo sleeve filler |
1917 | l'azienda introduce il nuovo sistema di numerazione |
1923 | l'azienda introduce l'ebanite screziata in color rosso/nero woodgrain |
1926 | l'azienda introduce l'ebanite rosso/nera rippled in colorazione ondulata |
1927 | l'azienda introduce le Waterman Ripple nella sola misura 7 |
1927 | l'azienda introduce la classificazione dei pennini con il codice a colori |
1928 | l'azienda introduce le Waterman 9x in ebanite colorata |
1928 | l'azienda introduce i bordi bianchi sulla striscia colorata della Ripple |
1928 | l'azienda introduce le Waterman Ripple nella misura No. 5 |
1929 | l'azienda introduce la Patrician nei colori Onyx, Turquoise, Jet, Emerald e Nacre |
1930 | l'azienda introduce le Lady Patricia nei colori Onyx, Jet e Persian |
1930 | la Ditta Rag. D. Capra subentra a Carlo Drisaldi come agente italiano della Waterman[5] |
1931 | l'azienda introduce le Waterman 9x in celluloide |
1932 | l'azienda introduce la Patrician nel colore Moss Agathe |
1933 | l'azienda introduce i modelli 32 (?) in celluloide |
1933 | l'azienda introduce i modelli No. 7 e No. 5 in celluloide |
1934 | l'azienda riduce i colori della Patrician ai soli Onyx, Moss Agate e Jet |
1935 | l'azienda introduce le Ink-Vue |
1936 | l'azienda introduce la levetta snodata per la Ink-Vue. |
1936 | l'azienda dismette le Patrician |
1936 | l'azienda introduce la versione De Luxe per la Ink-Vue |
1936 | l'azienda introduce la Lady Patricia con caricamento Ink-Vue |
1937 | l'azienda introduce la nuova boccetta di inchiostro di forma sfaccettata, denominata Tip-Fill Bottle |
1937 | l'azienda immette sul mercato francese come concessionaria Waterman dei modelli con caricamento a cartuccia di vetro[6] |
1938 | l'azienda introduce con la filiale francese JiF l'inchiostro azzurro "Blue des Mers du Sud" |
1939 | l'azienda dismette le Waterman 9x |
1939 | l'azienda introduce le Waterman 5116 |
1939 | l'azienda introduce le Hundred Year |
1939 | l'azienda dismette le Waterman No. 3 |
1939 | l'azienda dismette le Waterman No. 7 & No. 5 |
1941 | l'azienda introduce l'alimentatore Inkquaduct[7] |
1941 | l'azienda rintroduce un modello di fascia media a 5$, che l'anno dopo diventerà la Commando |
1942 | l'azienda sostituisce la Hundred Year con la Emblem |
1942 | l'azienda introduce le Dauntless |
1942 | l'azienda introduce le Stalwart |
1942 | l'azienda introduce le Commando |
1943 | l'azienda introduce le Waterman 1003 |
1945 | l'azienda introduce le Medalist prima versione |
1945 | l'azienda introduce le Taperite |
1946 | l'azienda dismette le Commando |
1947 | l'azienda introduce le Crusader |
1948 | l'azienda introduce le Dauntless seconda versione |
1948 | l'azienda introduce le Medalist seconda versione |
1950 | l'azienda introduce le Skywriter |
1950 | l'azienda introduce le Leader |
1954 | gli stabilimenti Waterman americani chiudono, la produzione prosegue in Francia e Inghilterra |
1954 | l'azienda introduce le Waterman CF |
1955 | l'azienda introduce le Waterman Serie W prodotte in Inghilterra |
1957 | la Waterman USA fallisce |
1957 | l'azienda introduce le X-pen |
1959 | gli impianti americani della Waterman sono venduti alla BIC |
1971 | la Jif-Waterman acquisisce il marchio Waterman e diventa la Waterman S.A. |
Riferimenti esterni
- [1] Articolo sui sistemi di caricamento delle prime Waterman.
- [2] Articolo sulle overlay degli anni '30.
- [3] Sito dedicato alla Waterman, per lo più per la vendita ma con parecchie immagini interessanti.
- [4] Altro articolo sulle origini, con varie foto.
- [5] Pagina sulla Waterman su Wikipedia.
- [6] Articolo sulla Waterman su Penspotters.
- [7] Articolo sulla Waterman su Penoply.
- [8] Storia sul sito ufficiale dell'azienda, con la solita bufala dell'ink blot.
Note
- ↑ la storia sembra apparire per la prima volta nel 1921, ma venne ripresa in pompa magna nel 1934 in occasione della celebrazione, con un anno di ritardo, del cinquantesimo anniversario della nascita dell'azienda, ma non ve ne è traccia in una storia originale sull'azienda, costruita con fonti di prima mano, pubblicata nel 1904. Per una analisi dettagliata si può fare riferimento a questo articolo di David Nishimura.
- ↑ la storia è riportata con maggiori dettagli in questo articolo.
- ↑ come ricostruito da George Kovalenko, vedi questo articolo.
- ↑ come indicato in alcune pubblicità del dicembre di quell'anno.
- ↑ la data è desunta dal cambio di denominazione avvenuto sulle pubblicità mensili dell'Illustrazione Italiana a metà settembre 1930.
- ↑ in questa pagina David Nishimura indica il 1936, ma le pubblicità più antiche note sono del 1937, ed in questa compare fra le novità.
- ↑ data approssimata, derivata da questa pubblicità.