Costruire una cartuccia o un converter per la Waterman CF
Può accadere di acquistare o di possedere una stilografica le cui cartucce od il converter non siano più in produzione. Il tipico esempio è quello della Waterman CF. Una penna che si trova ancora in ottime condizioni estetiche e di funzionamento, ma raramente dotata delle cartucce in quanto non più prodotte (vedi fig. 1).
Se fortunatamente se ne possiede una o più possiamo riempirle con una siringa e continuare ad utilizzare la penna; ma se la penna che acquistiamo ne è priva, o se la cartuccia in nostro possesso è stata ricaricata ed usata al punto che non garantisce più la tenuta nell'innesto della sezione, è giunto il momento di cercare una soluzione alternativa funzionale ed a basso costo: costruire una nuova cartuccia compatibile od adattare un converter commerciale
In questa parte vedremo la soluzione relativa alla costruzione della cartuccia comaptibile per la Waterman CF (che è un tipico esempio) ma a livello di concetto potrà essere riportata a tutte le stilografiche che presentino problemi analoghi. Nella seconda parte vedremo come rendere compatibile con la Waterman CF un converter commerciale. Anche in questo caso il concetto può essere ribaltato su altre stilografiche con problemi analoghi.
Costruzione di una cartuccia compatibile
La prima cosa che dovremo fare è considerare che ci serve una cartuccia che si riesca ad inserire nell'alloggiamento della sezione. Quindi dovremo cercare una cartuccia che, in questo caso, deve soddisfare un diametro massimo di circa 6 mm per una lunghezza minima di circa 11,5-11,8 mm (vedi fig. 2).
Trovata una cartuccia che soddisfi questi requisiti, dovremo verificare che il foro per il deflusso dell'inchiostro si inserisca con una lieve interferenza nel beccuccio presente all'interno della sezione. Questo per garantirne la tenuta.
Per la CF, le cartucce che dimensionalmente potrebbero soddisfare questi requisiti sono Parker ed Aurora inserite in senso inverso alla loro naturale posizione di lavoro (vedi fig. 3).
Il fatto di inserire la cartuccia in codesto modo fa sì che dovremo forare la parte posteriore. Mentre da un certo punto di vista questo ci garantisce che l'inserzione avvenga con una certa interferenza (come descritto sopra), dall'altro lato dobbiamo ricordarci che il lato posteriore non è previsto per essere sfondato dal beccuccio presente nella sezione e quindi, al fine di prevenire eventuali danni, dovremo fare un pre-foro. La cartuccia della CF presenta un foro di innesto di circa 2,2 mm, quindi possiamo fare un foro nella cartuccia che intendiamo utilizzare di circa 1,6-2 mm.
(Provando a forzare leggermente la cartuccia Parker nell'innesto della CF, si è bucata senza opporre troppa resistenza; ma come già detto, facciamo queste verifiche caso per caso e con "mano leggera". In caso di dubbio è meglio fare un pre-foro in modo da non sollecitare le parti della penna)
Trovata la cartuccia che soddisfa le nostre richieste, non resta che adattarne le dimensioni. Se la lunghezza è tale da poter essere contenuta nel fusto della penna possiamo lasciarla stare. Se è troppo lunga dobbiamo tagliarla in modo che possa essere contenuta (vedi fig. 4).
Ora abbiamo la cartuccia per la nostra stilografica. Resta solo un problema: occorre chiuderla. Possiamo "inventarci" un tappo plastico fatto con colla a caldo, o piantato. Tenete presente che la normale colla sul materiale plastico delle cartucce ha uno scarso o nullo potere adesivo. Personalmente ho pensato di utilizzare un pezzo di palloncino, di quelli utilizzati per le "sculture" o per le feste (vedi fig. 5).
Quali sono i vantaggi? Che essendo elastici tendono a stringersi sulla cartuccia sigillando il passaggio dell'aria in modo "meccanico" e senza dover utilizzare collanti, che come abbiamo visto, potrebbero non garantire una buona tenuta. Ovviamente bisogna scegliere una misura che sia lievemente inferiore al diametro della cartuccia. Quindi non resta che accorciare il palloncino tenendo presente che deve avere una buona ricopertura ma nello stesso lasciare una parte della cartuccia scoperta per permetterci di vedere il livello dell'inchiostro quando la riempiamo (vedi fig. 6). L'inserzione avviene esattamente come quando sostituite il serbatoio in una penna (vedi fig. 7).
Dato l'esiguo spessore del materiale del palloncino, al fine di non danneggiarlo inserendolo, potete "smussate" leggermente lo spigolo di plastica della cartuccia. Nel caso vogliate una maggior sicurezza sulla tenuta, potete mettere un poco di gommalacca tra cartuccia e palloncino, esattamente come se sostituiste il serbatoio di una vecchia stilografica.
Una volta inserito il palloncino, il lavoro è terminato. Non vi resta che provare a riempire la cartuccia con acqua per controllare che non ci siano perdite e se tutto è a posto potete svuotarla e caricarla d'inchiostro (vedi fig. 8).
Questo esempio, sicuramente perfettibile (ed estendibile ad altri casi), vuole essere uno stimolo alla ricerca di soluzioni per non lasciare ferme le nostre stilografiche utilizzando quello che "abbiamo nel frigorifero": una vecchia cartuccia, un palloncino (od altro di analogo) ed una buona dose di fantasia. A Voi altre soluzioni!
Adattare un converter commerciale
Volendo adattare un converter commerciale di facile reperimento (e basso costo) alla Waterman CF (vedi fig. 9) comporta la conoscenza delle dimensioni interessate ed è fondamentale per la buona riuscita del progetto.
La particolarità dell'imbocco del converter (così come per la cartuccia) della Waterman CF consiste in una riduzione di diametro che non è presente sui normali converter "universali". Quindi possiamo o comperarne uno compatibile oppure adattarne uno universale. In questo secondo caso, ed a differenza della "cartuccia alternativa" (di cui sopra) dovremmo necessariamente sfruttare tutti gli spazi disponibili.
Le dimensioni in gioco sono fondamentalmente tre: quella del perno fora-cartucce (vedi fig. 10) che dovrà accoppiarsi con il converter e del quale dovremo garantirne la tenuta; le dimensioni massime di imbocco (vedi fig. 11), ovvero la massima dimensione che potrà avere il converter per riuscire ad entrare nel castelletto metallico della sezione. Questa dimensione ci servirà anche per indirizzarci verso la scelta del modello di converter da utilizzare. Più il diametro esterno del converter si avvicinerà a questa dimensione e minore sarà il materiale che dovremo togliere. Meno lavoro per noi e minori rischi di rottura nella sezione che andremo a ridurre. Ed infine, la profondità minima di accoppiamento, ovvero per quale lunghezza dovremo ridurre la sezione (vedi fig. 12).
In questo caso la parte filettata è stata smontata dalla sezione per riuscire a determinare le misure esatte; quindi, avendo ora i dati, non serve che anche voi smontiate la penna.
Come detto sopra, il modello di converter che ha un diametro esterno più vicino al diametro massimo di imbocco (ch'è pari a circa 6,2mm) è il più idoneo ad essere modificato; inoltre la sua dimensione non dovrebbe essere superiore a 6,6-6,8 mm per poter entrare nel fusto della penna. Il tipo di converter a slitta (slide converter) ha la caratteristica che ci serve: il diametro massimo è costante lungo tutto il corpo (vedi fig. 13) e non presenta il tipico aumento di sezione dovuto all'anello metallico avvitato sulla parte posteriore comune a molti converter a vite.
Questo tipo di converter è molto comune sul mercato asiatico ed è facile reperirli su un noto sito di aste online e sul sito di e-commerce di Jack Ma. Se ne trovano diversi tipi. Il modello lungo 59-60 mm è l'ottimale, quelli lunghi 65 mm possono essere usati, ma con un accorgimento che vedremo in seguito. A questo punto non ci resta che segnare la lunghezza del tratto al quale bisognerà ridurre il diametro (vedi fig. 14).
Avendo misurato una profondità minima di accoppiamento di circa 12 mm. (fig. 12) possiamo riportare una misura minima di almeno 12 - 12,5 mm (fig.14)
Per ridurre il diametro possiamo avvalerci di un mezzo nel quale inserire il nostro converter e farlo ruotare sul proprio asse in modo che l'asportazione di materiale sia concentrica con l'asse e di conseguenza uniforme. Il mezzo ottimale sarebbe un piccolo tornio, ma poichè non tutti lo possiedono, ci si può aggiustare serrando il converter tra le griffe del mandrino di un trapano. Poi, con l'ausilio di limette e carta abrasiva dobbiamo provvedere a raggiungere una dimensione massima pari a Ø 6,1 mm. questo perché il nostro converter modificato possa entrare senza forzare nel Ø6,2 mm che avevamo misurato sulla ghiera filettata. Naturalmente il Ø6,1mm è un limite superiore, se scendete leggermente va comunque bene (vedi fig. 15)
A questo punto dobbiamo preoccuparci del foro di accoppiamento del converter che dovrà sposare quello del perno fora-cartucce della penna (fig. 10). La dimensione del foro presente sul converter (vedi fig. 16), in questo caso, è di circa 2,4-2,5 mm ed indubbiamente, dovendo ricevere un perno con Ø1,95 mm non potrà garantirne la tenuta a meno che non lo riduciamo.
Per ridurre il diametro di ingresso da 2,4 mm a 1,8-1,9mm potremmo riempire la parte finale del converter con una resina o qualcosa di analogo e successivamente forare del diametro adatto, oppure, molto più semplicemente rimboccolare il foro con un tubetto plastico che faccia da adattatore tra i diametri in questione. L'ottimale, indipendentemente dalla scelta che farete, sarà quella di utilizzare un tubetto od analogo che sia di un materiale plastico "morbido" ( es. polipropilene) o simile a quello delle cartucce in modo da poter forzare leggermente l'inserimento senza però danneggiare il perno fora-cartucce della penna.
Un tipo di tubetto molto facile da reperire è quello, per esempio, di un refill per penne a sfera (vedi fig. 17)
Ovviamente date le dimensioni bisognerà allargare leggermente il foro del converter per poter accogliere questo tipo di tubetto (vedi fig. 18)
Data la delicatezza dei particolari, consiglierei di effettuare l'operazione a mano. Utilizzando una punta da trapano da Ø3 mm (in realtà sono Ø2,9 mm) otterremo un foro leggermente "scarso" che ci aiuterà ad inserire forzatamente il tubetto. Un volta ripassato il foro sul converter ed una volta provato se il tubetto si inserisce, possiamo passare un velo di colla sulla sede ed inserire il tubetto. Quando sarà asciutto dovremo tagliare la parte eccessiva (vedi fig. 19) e rifinire la faccia di accoppiamento con la penna.
A questo punto il vostro converter è pronto per essere usato se la sua lunghezza è di 59-60 mm. Nel caso fosse lungo 65 mm potrebbe essere necessario ridurre la zona in rilievo che serve per portare avanti/indietro lo stantuffo (vedi fig. 20). Questo perché essendo leggermente più lungo va ad impegnarsi nella parte terminale del corpo della penna che si rastrema e quindi tende a strusciare. Questo cosa vuole dire? Che quando lo inserite, la zona indicata (eventualmente da asportare) tocca con la parte interna ed avvitando il corpo questa viene spinta in avanti con la conseguente fuoriuscita di inchiostro.
Pertanto, buona norma è quella di provare con acqua. Se si presenta il problema riducete la zona indicata (fig. 20).
Il converter è sostanzialmente come una cartuccia ricaricabile, per cui soffre delle stesse pecche delle cartucce: se lo togliete e rimettete più volte terrà sempre meno; in questo caso specifico, che la zona di accoppiamento è stata rimboccolata ed incollata, una attenzione particolare è richiesta. Se lasciato in sede e caricato e scaricato normalmente potrà avere comunque una buona vita e vi risolverà il problema della mancanza di cartucce.
L'approccio progettuale adottato per questo specifico modello è analogo per ogni modello del quale vogliate adattarvi un converter....