Kaweco

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La Kaweco è una delle aziende storiche tedesche, una delle prime (preceduta soltanto dalla Soennecken) ad entrare nel mercato degli strumenti di scrittura. Nei primi decenni del 1900 la Kaweco era il principale produttore di stilografiche della Germania, facendo concorrenza anche a livello internazionale alle grandi aziende americane. Incapace di adeguarsi alle tendenze del mercato l'azienda subì un primo fallimento nel 1929, quando venne rilevata da un'altro produttore di stilografiche.

Pur continuando a produrre delle penne di buona qualità negli anni '30 e nel primo dopoguerra, come per molti altri produttori subì un declino inesorabile dagli anni '60, con l'introduzione della penna a sfera. Ad oggi il marchio è stato acquisito dalla H&M Gutberlet Gmbh che ripropone delle versioni moderne dei modelli più famosi dell'azienda.

Storia

Le origini della Kaweco vengono fatte risalire al 1883, quando quello che poi diventò il nucleo dell'azienda venne creato a Heidelberg con il nome di Heidelberger Federhalterfabrik, nel retro del negozio di un carpentiere. Su questo periodo di attività iniziali dell'azienda non ci sono notizie certe, non si conoscono chi furono i fondatori ed i proprietari, ne si hanno dettagli sulla produzione che si suppone essere costituita da cannucce per pennini importati dall'Inghilterra. Si ipotizza anche che l'azienda sia entrata in contatto con A. Morton, fondatore della omonima azienda americana, le cui penne erano rivendute dalla Heidelberger Federhalterfabrik.

La produzione delle prime stilografiche dalla Heidelberger Federhalterfabrik viene fatta risalire al 1892, con penne in ebanite con caricamento a contagocce e safety. Nel 1899 due uomini d'affari, Heinrich Koch e Rudolph Weber, acquisirono l'azienda, che diventò la Heidelberger Federhalterfabrik Koch, Weber & Compagnie, ma la commercializzazione iniziò ad essere effettuata con il marchio KaWeCo, nato dall'abbreviazione di Koch, Weber & Compagnie. In questo stesso periodo iniziò l'importazione dei pennini dalla Morton di New York.

Ad inizio secolo l'azienda aveva soltanto qualche decina di addetti (si parla di 25 dipendenti nel 1903), ma la produzione di stilografiche safety in ebanite nera cesellata era di ottima qualità e riscosse un grande successo. Nel 1909 l'azienda fondò filiali a Vienna, Parigi e Zurigo, oltre ad avere numerose agenzie di vendita in tutta Europa, ed oltre (ad esempio in Turchia, a Istambul, in Egitto al Cairo ed in Russia a Pietroburgo). In questo periodo all'incirca i due terzi della produzione era destinato al mercato estero, ed è possibile, per i legami con la Morton che siano state rivendute a marchio Kaweco anche stilografiche di produzione americana.

Nel 1911 viene pubblicato il primo catalogo ufficiale; erano disponibili più di 120 modelli diversi, realizzabili su ordinazione in base alle richieste del cliente. E' di questo anno l'introduzione sul mercato della serie di safety a marchio Kaweco 601-607. Altri modelli dell'epoca erano Perkeo, Swallow, Lilliput e Omega. Di questo periodo è anche l'introduzione del modello 616, una stilografica safety in ebanite nera piccola e molto corta, pensata per l'uso da parte di sportivi e pubblici ufficiali, che costituisce il precursore della Sport, il modello più famoso dell'azienda.

Erano previsti anche otto diversi modelli di caricamento, anche se i più comuni erano il caricamento a contagocce ed il safety. In particolare quest'ultimo era uno dei punti di forza della Kaweco, che può vantarsi, con la Waterman, di essere stata una fra le prime aziende ad aver utilizzato questo sistema, del quale, già nel 1909, aveva realizzato una versione perfezionata, utilizzando una manopola del fondello filettata, così da potervi avvitare il cappuccio per usarlo nelle operazioni di spostamento del gruppo pennino.

Un'altra caratteristica distintiva della produzione dei primi anni del secolo era la varietà delle forme, con cappucci conici e cilindrici, con chiusura ad incastro o a vite, corpi squadrati o tondi, e delle finiture, realizzate con coperture in metallo placcato, argento ed oro variamente lavorate, inserti di madreperla, decorazioni a smalto ed il raro e sofisticato tula.

Nel 1914 l'azienda acquistò la Morton, che era reputata essere la più antica fabbrica di pennini in oro del mondo. Vennero fatti trasferire da New York a Heidelberg macchinari, operai ed ingegneri per insegnare le tecniche di produzione, pur mantenendo una produzioni di pennini anche a New York. Con l'inizio della prima guerra mondiale la gran parte del personale americano tornò in patria; ma la produzione dei pennini era ormai diventata eccellente e del tutto equivalente a quella effettuata a New York con marchio Morton.

La Kaweco raggiunse l'apice delle sue dimensioni agli inizi degli anni '20, quando diventò il primo produttore della Germania, con vendite intorno ai 130000 pezzi l'anno. Nel 1924 l'azienda dava impiego a circa 1200 persone, ma già nel 1925 si iniziarono ad avvertire i primi sintomi della crisi, con l'azienda che perdeva terreno rispetto alle rivali Soennecken e Montblanc. Inoltre in quello stesso periodo nacquero nei dintorni di Heidelberg una serie di aziende concorrenti come la Reform e la KWG, ed altre vennnero fondate dai migliori tecnici dell'azienda che se ne andavano per creare delle ditte proprie, come i fratelli Böhler con la Osmia o come Heinrich Hebborn, che nel 1925 acquisì la filiale di Colonia di cui era direttore per fondare la Luxor.

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Il logo utilizzato dalla Kaweco prima del fallimento del 1929.

La concorrenza iniziò a farsi sempre più agguerrita e le vendite della Kaweco, che restava ancorata alla produzione di penne in ebanite nera con caricamento safety, persero sempre più terreno rispetto agli altri produttori che iniziarono ad introdurre modelli colorati in celluloide e con caricamenti più sofisticati. In particolare le esportazioni, che erano state un punto di forza dell'azienda, crollarono a picco di fronte alla concorrenza dei produttori americani.

Nel 1926 l'azienda adottò ufficialmente il nome Kaweco al posto dell'originale Heidelberger Federhalterfabrik, e vennero introdotti nuovi modelli con caricamento a pulsante di fondo, inoltre venne ampliata la serie Omega introducendo modelli a levetta. Il materiale però era sempre l'ebanite nera, che ormai era definitivamente associata con l'idea di arretratezza. Senza una strategia di rilancio la situazione continuò a peggiorare, vi fu prima una riduzione di capitali, ma incalzata dai creditori, l'azienda fece bancarotta ed il 24 Maggio del 1929 venne posta in liquidazione forzata.

Pochi mesi prima, il primo gennaio del 1925, Frederik Grube, Heinrich Woringen e J. Knust avevano fondato a Wiesloch, una paesino vicino a Heidelberg, una piccola azienda produttrice di stilografiche la Badische Federhalterfabrik Knust, Woringen & Grube. L'azienda, più nota per il logo che riportava le iniziali KWG, iniziò una produzione di stilografiche mirando a mantenersi in una fascia di prezzo economica, ed i primi modelli avevano prezzi molto più bassi di quelli della concorrenza (intorno al 40% nei confronti di Kaweco, Soennecken e Montblanc).

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Il logo utilizzato dalla Badische Federhalterfabrik Knust, Woringen & Grube prima dell'acquisizione della Kaweco.

Le prime penne dell'azienda venivano rivendute nei centri commerciali con il marchio Arumia, ed erano presentate in varie versioni (Real, Liga, Supra e Spezial). L'azienda ottenne un buon successo vendendo nel primo anno oltre 20000 pezzi. Nel 1927 vennero introdotti nuovi modelli, in particolare era degna di nota la Arumia Original, una stilografica con caricamento a pulsante di fondo, realizzata anche in celluloide, molto simile alla Duofold, che veniva garantita per 5 anni. Nello stesso anno venne anche creata una nuova linea di stilografiche safety, la Colleg, di fascia economica, rivolta agli studenti; anche questa ebbe un grande successo, moltiplicando di sei volte la produzione rispetto all'inizio del 1926.

Nel 1928 vennero risolte le controversie con la Parker per l'uso del caricamento a pulsante di fondo, e vennero introdotti quattro nuovi modelli in celluloide della serie U della Arumia Original, dove, in mancanza di un marchio migliore. era stata usata la lettera probabilmente stava ad indicare la iniziale di unbreakable. Venne introdotta anche una nuova linea, la Arumia Meisterklasse più costosa. Di nuovo i modelli riscossero un buon successo ed alla fine dell'anno gli impianti funzionavano a pieno regime e riuscendo a malapena a soddisfare le richieste.

Nel 1929 la KWG era alla ricerca di un marchio che sostituisse il poco attraente Arumia, ed iniziarono i contatti con Max Sauter, il liquidatore della Kaweco. Dopo mesi di negoziati il 31 settembre del 1929, la KWG acquistò il marchio e cambiò nome in Kaweco Badische Füllhalterfabrik, Woringen & Grube, venne anche introdotto per l'occasione (su suggerimento dello stesso Sauter) anche il nuovo logo della Kaweco, fusione dei loghi delle due azienda. L'accordo prevedeva la cessione del marchio, gli stock di merce e i contratti di vendita, ma non gli edifici, che restarono a disposizione dei debitori; anche riguardo gli impianti produttivi vennero acquisiti pochi macchinari, essendo la gran parte di questi, dedicati alla produzione di penne rientranti, diventati obsoleti.

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Il logo utilizzato della Kaweco dopo l'acquisizione da parte della Badische Federhalterfabrik Knust, Woringen & Grube

La nuova Kaweco cercò di dare un taglio netto con il passato, i vecchi modelli vennero tolti dal mercato, quelli presenti nella rete di distribuzione richiamati e sostituiti, o ricomprati e distrutti, e si cercò anche di bloccarne la riparazione. I modelli safety tradizionali vennero rinnovati con un cappuccio a testa piatta realizzati in ebanite nera (400, 401, 402, 404, 406) o fiammata (500, 501, 502, 504, 506). I modelli Arumia con caricamento a pulsante di fondo della serie "U" vennero ripresentati a marchio Kaweco come Kaweco Meisterklasse, negli stessi colori. La linea Colleg venne mantenuta come Colleg-Extra e divenne una vera e propria linea di prodotti più economici, rivolta all'uso scolastico. Le nuove penne erano di dimensioni, pregio e costo inferiore, ma questo fu di aiuto all'azienda in un periodo di forte crisi economica.

All'inizio degli anni '30 vennero relizzati vari cambiamenti dei modelli, la linea Colleg-Extra diventò la Kaweoco Special, e venne prodotta in varie misure e con corpo tondo ed esagonale, sempre con caricamento a pulsante di fondo. Nel 1934 venne introdotto il modello Dia, con [[caricamento a stantuffo[[ e sezione trasparente per l'inchiostro, inizialmente nelle misure 83 e 85 e poi nella versione 125, di maggiori dimensioni e con fondello e testa del cappuccio in metallo dorato e cesellato.

Nel 1935 venne introdotto il modello Sport, sempre in celluloide con sezione trasparente e caricamento a stantuffo, ma di forma ottagonale ed molto corto, venduto abbinato ad una matita in una confezione in pelle da portare in tasca, un antesignano della soluzione introdotta dalla Pilot con la sua Elite di un cappuccio lungo che montato sul fondello della penna la rende di lunghezza normale. Per le sue piccole dimensioni il modello Sport veniva pubblicizzato per l'uso da parte degli sportivi e per la sua praticità riscosse un notevole successo.

Nel 1937 venne introdotto il modello Elite, nelle versioni 183, 185, 187 e 190, e con caricamento a stantuffo, il corpo cesellato con decorazione guilloché. Infine il modello Special più affusolato. La gran parte della produzione era realizzata prima in ebanite e poi in celluloide nera, solo i modelli da esportazione venivano prodotti in celluloide colorata. Altri modelli di quest'epoca erano la Kadett, la Schulkaweco e la Helios.

La seconda guerra mondiale causò una forte diminuzione delle materie prime e della manodopera disponibile, fino al 1941 l'azienda mantenne buoni livelli di produzione, ma dal 1943 al 1945 essaa cessò quasi completamente. Nel dopoguerra la produzione riprese; le linee Dia ed Elite vennero riproposte in nuove misure, ma con pennino in cromo-nichel, solo il modello di punta, la Carat, che compare per la prima volta nel catalogo del 1950 con le misure 283, 285, 287 e 290 aveva un pennino oro bicolore. Sempre nel 1950 riprese la produzione del modello Sport, che ottenne un buon successo. Vennero mantenute le linee economiche per studente Colleg e Kadett; tutte le penne erano prodotte con caricamento a stantuffo.

Nel 1960 Frederik Grube morì lasciando l'azienda in mano ai figli, ma l'avvento della penna a sfera aveva reso sempre meno significativa l'azienda, che comunque continuò a produrre pennini ed articoli da scrittura fino al 1972. Il fallimento definitivo avvenne per bancarotta nel 1996, ed il marchio venne acquisito dalla H&M Gutberlet Gmbh che rilevò l'azienda per rimettere sul mercato una versione moderna del prestigioso modello Sport.

Template:CronoMarche |- | 1883 || Nascita della Heidelberger Federhalterfabrik, futura Kaweco |- | 1892 || La Heidelberger Federhalterfabrik inizia la propria produzione di stilografiche |- | 1899 || H. Koch e R. Weber acquisiscono l'azienda, che diventa la KaWeCo |- | 1909 || Viene brevettato un modello safety con il fondello filettato per usarvi il cappuccio |- | 1911 || Introdotta la serie di safety 601-607 |- | 1911 || Introdotto il modello 616, precursore della Sport |- | 1914 || Vengono acquisiti i macchinari della Morton per la fabbricazione di pennini |- | 1925 || Nasce la KWG (Badische Federhalterfabrik Knust, Woringen & Grube) che acquisirà il marchio Kaweco |- | 1927 || La KWG introduce il modello Arumia Original, molto simile ad una Duofold |- | 1927 || La KWG introduce il modello Colleg |- | 1928 || La KWG introduce la serie "U" del modello Arumia Original e la Arumia Meisterklasse |- | 1929 || La Kaweco originale fallisce, il marchio viene acquisito dalla Badische Federhalterfabrik |- | 1929 || I modelli Arumia Original, Arumia Meisterklasse e Colleg vengono rimarcati Kaweco |- | 1934 || Introdotto il modello Dia |- | 1935 || Introdotto il modello Sport |- | 1937 || Introdotto il modello Elite |- |}

Template:LegendaModelli |- | Colleg || 1929 || |- | Dia || 1934 || |- | Sport || 1935 || |- | Elite || 1937 || |- |}

Riferimenti esterni