Saratoga
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La nascita di questa azienda origina dalle attività dell'ing. Edoardo Russo Webber, attivo sul mercato italiano della stilografica fin dal 1916 come concessionario italiano della Parker, ed in seguito anche della Astoria. Nel corso degli anni '30 la concessione esclusiva venne però ritirata per motivi non del tutto chiari (è stata avanzata l'ipotesi di una produzione non autorizzata di modelli Parker in Italia commissionati alla Omas), ed egli si associò a Virginio Mengoni, proprietario di un affermato negozio di cartoleria di Milano, dando vita al marchio Saratoga.
La produzione iniziale della Saratoga, introdotta sul mercato nel 1936, prevedeva tre modelli di qualità, chiaramente ispirati alla Vacumatic della Parker, denominati Maxima, Medium e Standard. I modelli usavano un sistema di caricamento a sfiatatoio analogo a quello del modello imitato, ed erano realizzati in celluloide semitrasparente, che da qualcuno viene attribuita alla Omas essendo le celluloidi e la lavorazione analoghe a quelle usate per i modelli Minerva Classica.[1] Si trattava di modelli di alta qualità, con pennino in oro bicolore e clip a freccia, che ebbero un buon successo.
Agli inizi degli anni '40 la società fra Webber e Mengoni si sciolse, presumibilmente nel 1941, quando Webber registrò a suo nome il marchio Saratoga (Reg. Gen. N. 64297), in precedenza (Reg. Gen. N. 63047) registrato insieme a Mengoni, ed ebbe anche termine la produzione delle penne da parte di Omas. Il primo continuò a produrre stilografiche, affidandosi a produttori di minor pregio con un corrispondente calo di qualità delle penne. Nel dopoguerra produsse altre penne, marcate Saratoga-Webber, con caricamento a stantuffo. La produzione andò avanti con modelli a pennino coperto, chiara imitazione delle Parker 51, molto simili agli analoghi prodotti della Radius.
Anche Mengoni continuò una sua produzione di penne, marchiate in questo caso Saratoga's, sempre di bassa qualità e rivolte al mercato economico, prodotte presumibilmente nel distretto di Settimo Torinese, con stilofori e modelli con caricamento a stantuffo. L'attività proseguì fino al 1957, anno di chiusura delle attività della azienda di Mengoni.
Riferimenti esterni
- nessuno, per ora
Note
- ↑ al solito non esiste nessuna documentazione certa di una tale relazione, che aleggia su molti marchi.