Vacumatic filler

Da FountainPen.
Versione del 7 dic 2012 alle 16:47 di Piccardi (discussione | contributi) (Creata pagina con 'Introdotto dalla Parker nel 1933 con il lancio sul mercato della omonima Vacumatic, venne pubblicizzato come il primo sistema di caricamento senza sacchetto di gomma (...')
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Jump to navigation Jump to search

Introdotto dalla Parker nel 1933 con il lancio sul mercato della omonima Vacumatic, venne pubblicizzato come il primo sistema di caricamento senza sacchetto di gomma (sacless). In realtà questo non è assolutamente vero (un classico esempio di pubblicità ingannevole) sia perché all'epoca esistevano già parecchie versioni di sistemi di caricamento senza sacchetto di gomma, come la siringa rovesciata della Onoto ed il caricamento a stantuffo della Pelikan, sia perché in realtà il caricamento si affida sempre ad un elemento di gomma flessibile, il diaphragm, anche se questo non svolge le funzioni di serbatoio.

Fra i vari sistemi di caricamenti basati sull'uso di uno sfiatatoio il vacumatic è senz'altro uno dei più complessi, ma in realtà non è che una rielaborazione del meccanismo del precedente bulb filler in cui invece di usare una pompetta la compressione dell'aria nel corpo della penna viene fatta attraverso il movimento di una membrana di gomma, il cosiddetto diaphragm. In questo caso il movimento viene effettuato attraverso la pressione su un pulsante a molla posto sul fondello della penna, che agisce sul meccanismo che sposta la membrana. Ripetendo più volte la pressione si ottiene lo stesso risultato di pompaggio di una normale pompetta di gomma.

Questo meccanismo comporta il vantaggio di poter disporre di un fondello più corto, che rende l'aspetto della penna più gradevole, questo era ancor più evidente nelle prime versioni del sistema, in cui il pulsante, realizzato con un cilindretto di metallo con una scanalatura laterale, poteva essere mantenuto in posizione premuta la presenza di una terminazione ad "L" della scanalatura stessa, che ne consentiva l'aggancio al meccanismo tramite una rotazione, così poi da consentire la chiusura del fondello stesso (a vite).

La seconda versione del meccanismo, denominata speedline, rinunciava a questa funzionalità lasciando il pulsante in posizione di riposo, in questo modo era però possibile, al prezzo di un fondello di dimensioni superiori, eseguire il caricamento con una sola mano, caratteristica opportunamente esaltata dalle pubblicità dall'azienda.

Benché con questo nome sia stato usato esclusivamente dalla Parker, esistono moltissime imitazioni di questo sistema di caricamento, in particolare sia la Tibaldi che la Tabo utilizzarono un sistema analogo, anche se basato su un meccanismo di accesso al pulsante e compressione della membrana sostanzialmente diverso.