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Ai cappucci ad incastro, che soffrono, specie nella versione ''conica'' di problemi di usura delle superfici con perdita di tenuta, sono seguiti, con una tendenza affermatasi a partire dagli inizi del '900, i cappucci con chiusura a vite (''threaded cap'') che ancora oggi sono fra i più diffusi. Un ritorno dei cappucci ad incastro si è avuto negli anni '40 con l'introduzione dei cappucci in metallo chiusi a frizione su appositi anellini (tendenza introdotta dalla [[Parker 51]]).  
 
Ai cappucci ad incastro, che soffrono, specie nella versione ''conica'' di problemi di usura delle superfici con perdita di tenuta, sono seguiti, con una tendenza affermatasi a partire dagli inizi del '900, i cappucci con chiusura a vite (''threaded cap'') che ancora oggi sono fra i più diffusi. Un ritorno dei cappucci ad incastro si è avuto negli anni '40 con l'introduzione dei cappucci in metallo chiusi a frizione su appositi anellini (tendenza introdotta dalla [[Parker 51]]).  
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Verso la fine degli anni '40 è infine iniziata la diffusione dei primi cappucci a scatto (una delle prime aziende ad averli utilizzati è stata la [[Matador]] con il modello [[Matador Click]] del 1949) divenuti in seguito molto comuni e tutt'ora in ampia diffusione. In questo caso la qualità del meccanismo è essenziale per garantire nel lungo termine il mantenimento della chiusura del cappuccio.  
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Verso la fine degli anni '40 è infine iniziata la diffusione dei primi cappucci a scatto (una delle prime aziende ad averli utilizzati è stata la [[Matador]] con il modello [[Matador-Click]] del 1949) divenuti in seguito molto comuni e tutt'ora in ampia diffusione. In questo caso la qualità del meccanismo è essenziale per garantire nel lungo termine il mantenimento della chiusura del cappuccio.  
 
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==Brevetti correlati==
 
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