Zenith
Foto marca

Benché come per la gran parte delle marche minori italiane i dati relativi alla Zenith siano abbastanza scarsi, almeno le origini dell'azienda sono abbastanza chiare: le attività del marchio sono legate alle attività di Giuseppe Morandino, proprietario di una cartoleria a Milano (una fattura del 1930 indica la sede di via Antonio Kramer 22), e grossista di articoli da scrittura,[1] che lo registrò nel 1929 al Reg. Gen. N. 40796.

Non disponendo di dati migliori assumeremo questo stesso anno come data di fondazione dell'azienda, anche se probabilmente le attività sono da considerarsi anche precedenti. Si tratta comunque di un marchio che ha avuto una vita significativa, estendo la sua produzione anche nel dopoguerra, almeno fino agli anni '50.

La produzione Zenith si distingue almeno nei primi anni per delle laminate di buona qualità, probabilmente prodotte su commissione (su alcune di esse sono state ritrovate le marchiature della Montegrappa), prodotte in almeno quattro misure su meccanismi analoghi a quelli della Waterman 42. Le penne riportano spesso la stampigliatura del marchio oltre che sul bordo del cappuccio, anche sulla clip, e sul pennino. Una produzione successiva di laminate, disponibile anche con caricamento a pulsante di fondo, risulta di qualità inferiore.

Una Zenith in celluloide

Sembrano sempre di produzione Montegrappa, utilizzando lo stesso caricamento adottato su alcune Elmo, una serie di stilografiche (databili approssimativamente intorno agli anni '30) in celluloide, marcate in questo caso Zenith o Zenith Extra. Più tarda (fra la fine degli anni '30 e l'inizio dei '40) una produzione di penne derivate dai modelli Sirium e Sirium Extra della Giacomazzi, identici ma con stampigliatura Zenith aggiunta.

La produzione è proseguita nel dopoguerra con modelli economici in stile Parker 51, e con rivestimenti laminati di bassa qualità e molto semplici, analoghi alla produzione Kosca del dopoguerra, o imitazioni della Skyline. La ditta risulta registrata (come SAS di Giuseppe Morandino) nell'annuario generale dell'industria del 1956.[2] Non ci sono dati specifici sulla chiusura della ditta, ma nella registrazione del marchio ripetuta nel 1956 (Reg. Gen. N. 129642) viene citata la data del 1963 come cessione definitiva, che assumeremo come data di chiusura della ditta.

Riferimenti esterni

Note

  1. questo è quanto riporta Letizia Jacopini, ed il dato è confermato dalla registrazione del marchio.
  2. sia come produttore di penne che di pennini, vedi questo estratto e quest'altro.