Differenze tra le versioni di "Uso del calore per favorire lo smontaggio"

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Prima di preventivare l'uso del calore per facilitare lo smontaggio di una stilografica, si abbia sempre l'accortezza di iniziare con le procedure illustrate nella prima parte della pagina sui [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]]. Talvolta però, nonostante i tentativi e la pazienza nel tenerla a bagno, la penna può risultare comunque ''ostinata'' e diventa necessario passare ad applicare il calore.  
 
Prima di preventivare l'uso del calore per facilitare lo smontaggio di una stilografica, si abbia sempre l'accortezza di iniziare con le procedure illustrate nella prima parte della pagina sui [[consigli generali per il ripristino di stilografiche]]. Talvolta però, nonostante i tentativi e la pazienza nel tenerla a bagno, la penna può risultare comunque ''ostinata'' e diventa necessario passare ad applicare il calore.  
  
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== Primo metodo: il fornellino a spirito ==
 
== Primo metodo: il fornellino a spirito ==
  
== Secondo metodo: riscaldatore ad aria ==
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L'uso di un fornellino a spirito per scaldare la parte interessata con il calore generato dalla fiamma è il metodo classico, indicato nel [http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=12&t=368 libro] di Frank Dubiel e nella totalità dei manuali di riparazione originali delle case stesse, per effettuare il riscaldamento delle parti interessate. 
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Si usa un fornellino a spirito in quanto la temperatura della fiamma è molto più bassa rispetto a quella di un'altra fonte di calore, e consente inoltre una buona precisione nell'applicazione del calore. Si tratta di far passare ripetutamente la parte della penna che si intende scaldare ad una altezza di almeno cinque centimetri sopra la fiamma, facendola scaldare.
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Dato che, quando si ha a che fare con delle penne in celluloide, il rischio di far prendere fuoco alla penna è tutt'altro che remoto, occorre stare molto attenti, non avvicinare mai la penna alla fiamma e muoverla continuamente quando la si scalda. Su molti testi viene consigliato anche di tenere a portata di mano una bacinella piena d'acqua, dove immergere la pena in caso di incendio della stessa.
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Oggi questo metodo, che richiede una discreta pratica ed esperienza (che in genere i riparatori ottengono negli anni, al prezzo di qualche bruciatura) viene sconsigliato. Ancorché per una persona esperta resti forse il metodo più veloce per fare il lavoro, si corre comunque un rischio inutile rispetto all'uso di una pistola ad aria calda.
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== Secondo metodo: pistola ad aria ==
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Oggi il metodo consigliato universalmente per scaldare le parti di una penna è quello di utilizzare una pistola ad aria calda.
  
 
== Terzo metodo: acqua calda ==
 
== Terzo metodo: acqua calda ==
  
Questo metodo, che può anche riuscire bene con alcuni materiali, invece è sempre meglio evitarlo, dato che comunque non presenta nessun vantaggio rispetto ai precedenti, e può causare danni anche significativi ad alcuni materiali come [[celluloide]] ed [[ebanite]], o distruggere proprio la penna (anche senza calore, il problema è l'igroscopicità) con la [[galalite]].
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Questo metodo, che potrebbe anche funzionare bene con alcuni materiali, invece è sempre meglio evitarlo, dato che comunque non presenta nessun vantaggio rispetto ai precedenti, e può causare danni anche significativi ad alcuni materiali come [[celluloide]] ed [[ebanite]], o distruggere proprio la penna (anche senza calore, il problema è l'igroscopicità) con la [[galalite]].
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[[Category:Riparazioni]]

Versione delle 13:27, 25 ago 2012

Prima di preventivare l'uso del calore per facilitare lo smontaggio di una stilografica, si abbia sempre l'accortezza di iniziare con le procedure illustrate nella prima parte della pagina sui consigli generali per il ripristino di stilografiche. Talvolta però, nonostante i tentativi e la pazienza nel tenerla a bagno, la penna può risultare comunque ostinata e diventa necessario passare ad applicare il calore.

L'applicazione del calore infatti, oltre a causare in genere una espansione dei materiali, permette di sciogliere collanti (come lo shellac) e sigillanti (come quello descritto in questa ricetta) usati nel montaggio della penna che potrebbero essere la causa dell'ostinazione. Occorre ovviamente stare attenti perché se è vero che un collante come lo shellac ha una temperatura di fusione bassa (intorno ai 60 °C) la celluloide si ammorbidisce a temperature non di molto superiori, per cui il calore va sempre applicato con prudenza e limitandolo alla parte interessata allo smontaggio.

Primo metodo: il fornellino a spirito

L'uso di un fornellino a spirito per scaldare la parte interessata con il calore generato dalla fiamma è il metodo classico, indicato nel libro di Frank Dubiel e nella totalità dei manuali di riparazione originali delle case stesse, per effettuare il riscaldamento delle parti interessate.

Si usa un fornellino a spirito in quanto la temperatura della fiamma è molto più bassa rispetto a quella di un'altra fonte di calore, e consente inoltre una buona precisione nell'applicazione del calore. Si tratta di far passare ripetutamente la parte della penna che si intende scaldare ad una altezza di almeno cinque centimetri sopra la fiamma, facendola scaldare.

Dato che, quando si ha a che fare con delle penne in celluloide, il rischio di far prendere fuoco alla penna è tutt'altro che remoto, occorre stare molto attenti, non avvicinare mai la penna alla fiamma e muoverla continuamente quando la si scalda. Su molti testi viene consigliato anche di tenere a portata di mano una bacinella piena d'acqua, dove immergere la pena in caso di incendio della stessa.

Oggi questo metodo, che richiede una discreta pratica ed esperienza (che in genere i riparatori ottengono negli anni, al prezzo di qualche bruciatura) viene sconsigliato. Ancorché per una persona esperta resti forse il metodo più veloce per fare il lavoro, si corre comunque un rischio inutile rispetto all'uso di una pistola ad aria calda.

Secondo metodo: pistola ad aria

Oggi il metodo consigliato universalmente per scaldare le parti di una penna è quello di utilizzare una pistola ad aria calda.

Terzo metodo: acqua calda

Questo metodo, che potrebbe anche funzionare bene con alcuni materiali, invece è sempre meglio evitarlo, dato che comunque non presenta nessun vantaggio rispetto ai precedenti, e può causare danni anche significativi ad alcuni materiali come celluloide ed ebanite, o distruggere proprio la penna (anche senza calore, il problema è l'igroscopicità) con la galalite.