Bi-flux
Questo nome (o l'analogo Biflux) venne usato dalla Aurora per l'inchiostro prodotto nel dopoguerra (almeno dal 1956, data del riferimento documentale più antico al riguardo) a corredo del suo modello più famoso, la 88. In particolare è molto interessante il caricatore da viaggio fornito dalla ditta, completo di carte assorbenti e confezione per il trasporto, che utilizza una soluzione ancora oggi ripresa da molti produttori per raccogliere ed utilizzare fino in fondo gli ultimi resti di inchiostro.
Il sistema si basa sulla presenza di una svasatura a forma di sezione tronco-conica posta direttamente sotto il tappo della boccetta, in cui è possibile, piegando la stessa, far scivolare l'inchiostro raccogliendolo in modo che sia più facile caricarlo nella penna.
Il meccanismo è in realtà anche più ingegnoso rispetto allo stesso sistema che si ritrova, realizzato con un inserto in plastica, su alcune boccette attuali, in quanto il foro è al pari del livello di una sezione laterale fatta restare vuole e piana superiormente per cui è molto più facile farvi scivolare dentro i resti di inchiostro presenti nella restante parte della boccetta.
Nel 1958 in questa pagina del bollettino rivenditori dell'Aurora viene presentata la nuova edizione "standard" dell'inchiostro, stavolta fornito in una bottiglia di vetro ordinaria di forme stondate che ricordano in parte quelle dell'ovoide che costituisce il logo dell'azienda.