Pennini Columbus
I pennini utilizzati dalla Columbus fino al 1950 circa presentano una serie di caratteristiche caratteristiche generali comuni, che si sono riportate in questa pagina riassuntiva. In questo modo si dovrebbe essere in grado di riconoscere la correttezza dell'abbinamento fra un pennino e la stilografica, con l'avvertenza che le date sono indicative e che trovare un pennino più vecchio su una penna più recente può essere dovuto all'uso di un avanzo di produzione.
L'unica data che permette di tracciare una distinzione abbastanza precisa è quella del 1935 a partire dalla quale la Columbus iniziò ad utilizzare pennini di produzione italiana.[1] In precedenza infatti venivano importati ed usati pennini di produzione tedesca. Questi sono riconoscibili per la presenza di un foro di areazione a forma di cuore e per la marcatura "14 Kar." per la caratura dell'oro. Di questa prima produzione fanno parte solo pennini in oro. Nella tabella a fianco sono riportate le misure utilizzate per i modelli rientranti, come osservabili anche nella pagina di catalogo riportata in precedenza.
N° | Dimensione |
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21 | Piccola |
20 | Piccola |
22 | Media |
23 | Media |
24 | Grande |
25 | Grande |
26 | Grande |
3W | Media |
4W | Grande |
N° | Dimensione |
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144 | Piccola |
146 | Piccola |
148 | Piccola |
150 | Media |
152 | Media |
153 | Grande |
154 | Grande |
Oltre alla caratura ed alla misura i pennini riportavano anche la dicitura "Columbus Extra" scritta in corsivo su due righe, fra le due righe sui pennini tedeschi veniva riportata la caratura scritta sempre in caratteri corsivi. Come accennato a partire dal 1935 vennero usati pennini d'oro di produzione italiana con foro circolare e la caratura riportata in millesimi (585) all'interno di un rombo, sempre fra la dicitura "Columbus Extra" in caratteri corsivi disposta su due righe, a cornice del rombo.
I pennini in oro erano prodotti in diverse misure contraddistinte da una identificazione numerica con valori compresi nell'intervallo fra 144 e 156, sia per quanto riguarda la produzione italiana che per quella tedesca. Il valore numerico della misura era riportato sulla parte inferiore del pennino, e talvolta può risultare coperto se questo è inserito profondamente nella sezione. Le corrispondenze fra i vari valori numerici e le dimensioni delle penne su cui venivano montati è riportata nella tabella a fianco.
N° | Dimensione |
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"A" | Piccola |
"L" | Media |
"B" | Media |
"H" | Media |
"M" | Grande |
"G" | Grande |
"E" | Grande |
A partire dalla seconda metà degli anni '30 vennero usati anche pennini in acciaio, in genere abbinati alle penne con finiture cromate ed alle cosiddette produzioni autarchiche. A differenza di altre produttori (Omas, Aurora, Ancora) la Columbus non inventò nessun nome di fantasia per il materiale dei suoi pennini in acciaio. Alcuni questi vennero comunque prodotti anche in versioni dorate per poter essere abbinati a finiture dorate sulle penne di minor pregio.
Come i pennini d'oro anche quelli in acciaio venivano marcati con l'incisione "Columbus Extra" in caratteri corsivi disposta su due righe, in questo caso adiacenti non essendovi l'indicazione della caratura. Per l'indicazione della misura, incisa sotto la dicitura "Columbus Extra", venivano in questo caso utilizzate delle lettere. Come per i casi precedenti le si sono riportate, insieme alla corrispondente dimensione su cui i suddetti pennini venivano utilizzati, sulla tabella di fianco.
Nel dopoguerra, almeno secondo quanto appare in questa pagina di una brochure, le varianti di pennini vennero ridotte utilizzando un sottoinsieme dei numeri precedenti (22, 23, 27, 152 e 154), introducendo però alcune nuove tipologie di pennino per le penne di dimensioni minori o con pennino coperto, come il 10, che si ritrova sulle penne da taschino e più piccole, il 2 ed il 12, tubolare, usato per i modelli a pennino carenato.
Note
- ↑ le informazioni di questa pagina sono state compilate inizialmente usando i dati drl libro "La storia della stilografica in Italia" di Letizia Jacopini, ed in seguito integrate con quanto ritrovato in alcune pagine di catalogo.