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| I pennini vengono classificati classicamente in base ad una serie di numeri che ne esprimono le dimensioni, benché più o meno tutti i produttori abbiano adottatto cifre simili (con valori che vanno dal 00 al 20) i numeri non hanno un riferimento ad una precisa misura, ma sono semplicemente una indicazione relativa (un pennino #4 è in genere più grande di un #2 dello stesso | | I pennini vengono classificati classicamente in base ad una serie di numeri che ne esprimono le dimensioni, benché più o meno tutti i produttori abbiano adottatto cifre simili (con valori che vanno dal 00 al 20) i numeri non hanno un riferimento ad una precisa misura, ma sono semplicemente una indicazione relativa (un pennino #4 è in genere più grande di un #2 dello stesso |
− | produttore), e diversa fra un produttore e l'altro. Molto spesso (vedi [[Waterman_Standard_Numbering_System]] e [[Numerazione Montblanc]]) questi numeri venivano utilizzati anche per identificare i diversi modelli di una linea di produzione. | + | produttore), e diversa fra un produttore e l'altro. Molto spesso (vedi ad esempio i [[Waterman_Standard_Numbering_System|numeri di Waterman]] e [[Numerazione Montblanc|quelli di Montblanc]]) questi numeri venivano utilizzati anche per identificare i diversi modelli di una linea di produzione. |
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− | Un'altra possibile classificazione è invece quella effettuata sulla base della dimensione della punta del pennino stesso (fine, media, tagliato, ecc.). Anche in questo caso non esiste una standardizzazione anche se molti produttori hanno finito per utilizzare delle sigle abbastanza uniformi, come quelle riportate nella tabella a fianco. Di nuovo si tratta di indicazioni relative, e non adottate da tutti (ad esempio la Waterman per classificare | + | Un'altra possibile classificazione è invece quella effettuata sulla base della dimensione ed eventualmente la forma della punta del pennino stesso (fine, media, tagliato, ecc.). Anche in questo caso non esiste una standardizzazione universale adottata da tutto, anche se molti produttori hanno finito per utilizzare delle sigle abbastanza uniformi fra loro, come quelle riportate nella tabella a fianco, buona parte delle quali sono in uso ancora oggi. Di nuovo si tratta di indicazioni relative, e non adottate da tutti (ad esempio la [[Waterman]] nel 1927 introdusse una classificazione basata su un [[Waterman_Nib_Color_Code|codice di colori]]), per cui ci possono essere delle notevoli differenze fra pennini marcati allo stesso modo da aziende differenze: ad esempio per le diverse modalità di scrittura in genere un medio giapponese equivale ad un fine europeo. |
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− | Una terza possibile classificazione, ancora meno uniforme in quanto a termininologia utilizzata, che spesso non ha alcun riferimento ufficiale nella produzione delle varie aziende è quella relativa alla maggiore o minore flessibilità del pennino. | + | Una terza possibile classificazione, ancora meno uniforme in quanto alla terminologia utilizzata, e che spesso non ha alcun riferimento ufficiale nella produzione delle varie aziende è quella relativa alla maggiore o minore flessibilità del pennino, una classificazione che inoltre tende a perdersi con la produzione moderna, dominata da pennini rigidi. Uno dei problemi delle stilografiche infatti (considerato uno svantaggio nei confronti della sfera, e quando risolto usato come fattore di promozione per le proprie penne) è quello che una pressione eccessiva sul pennino può nuocere allo stesso, cosa che rende abbastanza difficoltoso il ricalco.<ref>oggi il problema non sussiste quasi più con la diffusione del digitale, ma non era banale quando le copie dovevano essere fatte a ricalco con la carta carbone.</ref> Per questo una delle poche terminologie coerenti (almeno nel mondo anglossassone) è quella dei cosiddetti pennini da contabile (''accountant''), chiamati spesso anche ''[[Manifold]]'', molto rigidi e duri, utilizzabili per questo anche per lavori contabili dove le copie a carta carbone erano la norma. |
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− | Infine essendo un elemento essenziale della stilografica, il pennino ha conosciuto alcune variazioni costruttive da parte delle aziende. Inizialmente si è avuta una differenziazione portata avanti principalmente nei materiali costruttivi del corpo e dellapunta, ma fino agli anni '30 è sempre rimasto praticamente identico nelle
| + | Non esistendo riguardo la flessibilità una terminologia ufficale, (anche se alcune marche, come la [[Eversharp]] marcavano esplicitamente alcuni fra i propri pennini flessibili con la scritta ''Flexible'') quella adottata nasce dalle convenzioni stabilite dai collezionisti, ed ha quindi anche un ampio margine di aleatorietà. |
− | forme e nelle funzioni. La prima significativa innovazione è stata quella
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− | introdotta dalla [[Eversharp]] nel 1932, con pennino a flessibilità variabile
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− | [[Adjustable Point]].
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| + | Infine essendo un elemento essenziale della stilografica, il pennino ha conosciuto alcune variazioni costruttive da parte delle aziende. Inizialmente si è avuta una differenziazione portata avanti principalmente nei materiali costruttivi del corpo e dellapunta, ma fino agli anni '30 è sempre rimasto praticamente identico nelle forme e nelle funzioni. La prima significativa innovazione è stata quella introdotta dalla [[Eversharp]] nel 1932, con pennino a flessibilità variabile [[Adjustable Point]]. |
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| [[Category:Vocabolario]] | | [[Category:Vocabolario]] |
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