Differenze tra le versioni di "Estrarre controcappucci non filettati"
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− | Per diverse ragioni può essere necessario rimuovere un controcappuccio, o come lo definiscono gli anglofoni "inner cap". La più comune è la necessità d'intervenire sul fermaglio, dato che frequentemente il | + | [[File:Esempio-Estrazione-Controcappuccio.jpg|thumb|Esempio dell'estrazione]] |
− | Essenzialmente | + | |
− | I controcappucci del secondo tipo, ovvero quelli a pressione, possono essere molto ostici da estrarre per la resistenza fatta e per la difficoltà di "acchiapparli". In commercio esistono appositi estrattori, ma non sono | + | Per diverse ragioni può essere necessario rimuovere un [[controcappuccio]], o come lo definiscono gli anglofoni l'''"[[inner cap]]"''. La più comune è la necessità d'intervenire sul [[fermaglio]], dato che frequentemente il suddetto viene fermato in posizione dal controcappuccio (quando si ha una cosiddetta ''[[Z-clip]]'') o questi ne cela il fissaggio. |
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− | In seguito ciò che occorre fare è questo: | + | ==Procedura== |
− | + | Essenzialmente esistono di due tipi di controcappucci: avvitati ed a pressione. I primi sono quelli presenti ad esempio nella [[Duofold]] e molto diffusi nelle penne italiane; sono dotati di regola una filettatura "inversa" (ovvero si svitano ruotando in senso orario) e spesso (fortunatamente) hanno all'interno il taglio per il cacciavite o cose similari per facilitarne lo smontaggio. | |
− | Si esegue la filettatura interna con il maschio; l'ebanite si lavora bene e sicuramente non s'incontrerà alcuna difficoltà. Se si sente forzare troppo, svitare il maschio liberarlo dai trucioli ed andare avanti. Normalmente non è necessario lubrificare o bagnare le parti, ma | + | |
− | Il sistema, è facile intuirlo, funziona come un estrattore. Non si può esagerare con lo sforzo, ma anche se può sembrare fragilissimo, l'esile labbro del cappuccio, se sollecitato a compressione in modo uniforme su tutta la sua circonferenza, regge molto più di quanto si possa credere. Comunque, è bene ripeterlo, è prudente lavorare con le sole mani, ma quasi certamente sarà sufficiente ed il cappuccio si sfilerà docilmente. | + | I controcappucci del secondo tipo, ovvero quelli a pressione, possono essere molto ostici da estrarre per la resistenza fatta e per la difficoltà di "acchiapparli" in maniera adeguata. In commercio esistono appositi [[Estrattore per controcappucci|estrattori]], ma non sono molto facili da reperire e comunque risultano di norma piuttosto costosi. |
− | Se così non fosse e si dovesse riscontrare una resistenza troppo elevata, non insistere e proseguire con i lavaggi. Al limite | + | |
− | Il sistema è stato | + | Nel caso non se ne disponga può essere utilizzato questo metodo, semplice ed efficace, che presuppone però un minimo d'attrezzatura, anche se non specifica. Per prima cosa è assolutamente raccomandabile tenere a lungo il cappuccio a bagno; si può utilizzare acqua tiepida con qualche goccia di detersivo da piatti. |
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− | Non utilizzare questo sistema nei controcappucci avvitati per l'ovvio motivo che non si lascerebbero mai estrarre per trazione. | + | Con molta pazienza periodicamente si deve svuotarlo, cambiare l'acqua e lasciarlo ancora a mollo. Per favorire l'azione pulente dell'acqua si può battere senza troppa veemenza, per esempio col manico di plastica di un coltello da tavola, sulla superficie esterna in corrispondenza della zona occupata dal [[controcappuccio]]. Sciacquare sotto il rubinetto e proseguire con l'ammollo. |
− | I diametri da utilizzare generalmente vanno dagli | + | |
+ | Se si possiede una [[vasca a ultrasuoni|vaschetta ad ultrasuoni]], di quelle per pulire gioielli ed affini, può essere di grande aiuto per eliminare residui d'inchiostro e sporcizia dei quali la sottile intercapedine tra cappuccio e controcappuccio è spesso un vero ricettacolo. Ma è meglio non esagerare, gli ultrasuoni sono un metodo di pulizia insospettabilmente violento. | ||
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+ | In seguito ciò che occorre fare è questo: serve un maschio per filettare di una misura che sia di poco superiore al diametro interno del controcappuccio, un bullone sufficientemente lungo dello stesso diametro e passo, dotato di un dado e di una rondella piana. | ||
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+ | Si esegue la filettatura interna con il maschio; l'ebanite si lavora bene e sicuramente non s'incontrerà alcuna difficoltà. Se si sente forzare troppo, svitare il maschio liberarlo dai trucioli ed andare avanti. Normalmente non è necessario lubrificare o bagnare le parti, ma si può anche farlo. | ||
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+ | Non serve andare in profondità: quattro/cinque giri sono più che sufficienti. Avvitare ora il dado nel bullone sino in cima, infilare la rondella ed avvitare il bullone nel controcappuccio per almeno tre o quattro giri. | ||
+ | Avvitarlo a mano: non bisogna sforzare. | ||
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+ | A questo punto si deve addossare la rondella ed il dado (svitandolo) al bordo del cappuccio. '''Nota bene: la rondella, rigorosamente piana, deve essere interposta tra bordo del cappuccio e dado.''' | ||
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+ | Continuare a svitare il dado: forzerà un po' e lo deve fare, ma sarebbe molto positivo fare a meno di usare chiavi o pinze con le quali occorre molta sensibilità per non eccedere con la forza. Il sistema, è facile intuirlo, funziona come un estrattore. | ||
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+ | Non si può esagerare con lo sforzo, ma anche se può sembrare fragilissimo, l'esile labbro del cappuccio, se sollecitato a compressione in modo uniforme su tutta la sua circonferenza, regge molto più di quanto si possa credere. | ||
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+ | Comunque, è bene ripeterlo, è prudente lavorare con le sole mani, ma quasi certamente sarà sufficiente ed il cappuccio si sfilerà docilmente. Se così non fosse e si dovesse riscontrare una resistenza troppo elevata, non insistere e proseguire con i lavaggi e l'applicazione del calore. | ||
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+ | Al limite si può spruzzare un po' di WD-40 (lubrificante spray che non danneggia la celluloide né tantomeno l'ebanite) indirizzandolo con il tubicino in dotazione nell'intercapedine. Il sistema è stato utilizzato numerose volte e funziona a dovere. | ||
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+ | La filettatura che resta all'interno del controcappuccio non ha alcun effetto ed anche dal punto di vista estetico è quasi impossibile da vedere. | ||
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+ | * Scegliere bene il diametro del maschio da usare: non troppo piccolo, altrimenti la filettatura resta troppo superficiale e non tiene. Non troppo grande, perché altrimenti le cuspidi della filettatura tagliano il controcappuccio trasformandolo in una sorta di buccia di patata pelata. | ||
+ | * Non utilizzare questo sistema nei controcappucci avvitati per l'ovvio motivo che non si lascerebbero mai estrarre per trazione. E anzi si farebbe un danno. | ||
+ | * I diametri da utilizzare generalmente vanno dagli 8 mm delle penne più piccole ai 10 mm delle più grandi. | ||
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+ | Purtroppo nelle medie (Junior) spesso e volentieri il diametro giusto è il 9 mm. La difficoltà sta nel fatto che il maschio di 9 mm si trova facilmente ma ... bullone dado e rondella praticamente non esistono. | ||
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+ | Il problema può essere aggirato premunendosi anche della relativa filiera e costruendosi un bullone, che in realtà può essere una semplice barra filettata con un estremità appiattita da due parti per essere all'occorrenza tenuta ferma. Per dado e rondella si può tranquillamente partire da pezzi da 8mm da allargare con lima o trapano e da filettare (il dado) col medesimo maschio che utilizzeremo per il controcappuccio. | ||
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+ | == Riferimenti esterni == | ||
+ | * [http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=12&t=6033] La discussione che ha originato la pagina | ||
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+ | [[Category:Riparazioni]] |
Versione attuale delle 01:16, 14 mar 2023
Per diverse ragioni può essere necessario rimuovere un controcappuccio, o come lo definiscono gli anglofoni l'"inner cap". La più comune è la necessità d'intervenire sul fermaglio, dato che frequentemente il suddetto viene fermato in posizione dal controcappuccio (quando si ha una cosiddetta Z-clip) o questi ne cela il fissaggio.
Procedura
Essenzialmente esistono di due tipi di controcappucci: avvitati ed a pressione. I primi sono quelli presenti ad esempio nella Duofold e molto diffusi nelle penne italiane; sono dotati di regola una filettatura "inversa" (ovvero si svitano ruotando in senso orario) e spesso (fortunatamente) hanno all'interno il taglio per il cacciavite o cose similari per facilitarne lo smontaggio.
I controcappucci del secondo tipo, ovvero quelli a pressione, possono essere molto ostici da estrarre per la resistenza fatta e per la difficoltà di "acchiapparli" in maniera adeguata. In commercio esistono appositi estrattori, ma non sono molto facili da reperire e comunque risultano di norma piuttosto costosi.
Nel caso non se ne disponga può essere utilizzato questo metodo, semplice ed efficace, che presuppone però un minimo d'attrezzatura, anche se non specifica. Per prima cosa è assolutamente raccomandabile tenere a lungo il cappuccio a bagno; si può utilizzare acqua tiepida con qualche goccia di detersivo da piatti.
Con molta pazienza periodicamente si deve svuotarlo, cambiare l'acqua e lasciarlo ancora a mollo. Per favorire l'azione pulente dell'acqua si può battere senza troppa veemenza, per esempio col manico di plastica di un coltello da tavola, sulla superficie esterna in corrispondenza della zona occupata dal controcappuccio. Sciacquare sotto il rubinetto e proseguire con l'ammollo.
Se si possiede una vaschetta ad ultrasuoni, di quelle per pulire gioielli ed affini, può essere di grande aiuto per eliminare residui d'inchiostro e sporcizia dei quali la sottile intercapedine tra cappuccio e controcappuccio è spesso un vero ricettacolo. Ma è meglio non esagerare, gli ultrasuoni sono un metodo di pulizia insospettabilmente violento.
In seguito ciò che occorre fare è questo: serve un maschio per filettare di una misura che sia di poco superiore al diametro interno del controcappuccio, un bullone sufficientemente lungo dello stesso diametro e passo, dotato di un dado e di una rondella piana.
Si esegue la filettatura interna con il maschio; l'ebanite si lavora bene e sicuramente non s'incontrerà alcuna difficoltà. Se si sente forzare troppo, svitare il maschio liberarlo dai trucioli ed andare avanti. Normalmente non è necessario lubrificare o bagnare le parti, ma si può anche farlo.
Non serve andare in profondità: quattro/cinque giri sono più che sufficienti. Avvitare ora il dado nel bullone sino in cima, infilare la rondella ed avvitare il bullone nel controcappuccio per almeno tre o quattro giri. Avvitarlo a mano: non bisogna sforzare.
A questo punto si deve addossare la rondella ed il dado (svitandolo) al bordo del cappuccio. Nota bene: la rondella, rigorosamente piana, deve essere interposta tra bordo del cappuccio e dado.
Continuare a svitare il dado: forzerà un po' e lo deve fare, ma sarebbe molto positivo fare a meno di usare chiavi o pinze con le quali occorre molta sensibilità per non eccedere con la forza. Il sistema, è facile intuirlo, funziona come un estrattore.
Non si può esagerare con lo sforzo, ma anche se può sembrare fragilissimo, l'esile labbro del cappuccio, se sollecitato a compressione in modo uniforme su tutta la sua circonferenza, regge molto più di quanto si possa credere.
Comunque, è bene ripeterlo, è prudente lavorare con le sole mani, ma quasi certamente sarà sufficiente ed il cappuccio si sfilerà docilmente. Se così non fosse e si dovesse riscontrare una resistenza troppo elevata, non insistere e proseguire con i lavaggi e l'applicazione del calore.
Al limite si può spruzzare un po' di WD-40 (lubrificante spray che non danneggia la celluloide né tantomeno l'ebanite) indirizzandolo con il tubicino in dotazione nell'intercapedine. Il sistema è stato utilizzato numerose volte e funziona a dovere.
La filettatura che resta all'interno del controcappuccio non ha alcun effetto ed anche dal punto di vista estetico è quasi impossibile da vedere.
Accortezze
- Scegliere bene il diametro del maschio da usare: non troppo piccolo, altrimenti la filettatura resta troppo superficiale e non tiene. Non troppo grande, perché altrimenti le cuspidi della filettatura tagliano il controcappuccio trasformandolo in una sorta di buccia di patata pelata.
- Non utilizzare questo sistema nei controcappucci avvitati per l'ovvio motivo che non si lascerebbero mai estrarre per trazione. E anzi si farebbe un danno.
- I diametri da utilizzare generalmente vanno dagli 8 mm delle penne più piccole ai 10 mm delle più grandi.
Purtroppo nelle medie (Junior) spesso e volentieri il diametro giusto è il 9 mm. La difficoltà sta nel fatto che il maschio di 9 mm si trova facilmente ma ... bullone dado e rondella praticamente non esistono.
Il problema può essere aggirato premunendosi anche della relativa filiera e costruendosi un bullone, che in realtà può essere una semplice barra filettata con un estremità appiattita da due parti per essere all'occorrenza tenuta ferma. Per dado e rondella si può tranquillamente partire da pezzi da 8mm da allargare con lima o trapano e da filettare (il dado) col medesimo maschio che utilizzeremo per il controcappuccio.
Riferimenti esterni
- [1] La discussione che ha originato la pagina