Omas 361

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Una Omas 361

Storia

File:1951-Omas-361.jpg
Pubblicità di una 361

Nel 1948 la Omas, per rispondere al successo della Parker 51 ed alla nuova tendenza stilistica dei pennini coperti introdusse sul mercato la 361, una penna dotata di un rivoluzionario e funzionale sistema di doppia scrittura (rigido e flessibile), che la rende, anche sul piano tecnico, una delle penne più interessanti che siano state realizzate in Italia. L'introduzione della nuova penna avvenne insieme ad una ristilizzazione completa di tutte le altre serie (con la sola eccezione della Extra Lucens).

La penna ebbe un notevole successo, e per le sue caratteristiche tecniche (costruzione in celluloide, caricamento a stantuffo, pennino a doppia scrittura), è superiore ad una Parker 51 da qualunque punto di vista, tanto che si vocifera che la stessa Parker abbia cercato a lungo di comprare il brevetto che la Omas deteneva su di essa.[1] La penna rimase in produzione fino almeno alla metà degli anni 60 (compare in un catalogo che presenta le novità del 1965); assumeremo arbitrariamente come termine della produzione il 1967, ai soli fini di gestione della cronologia, ed a partire dal 1954 venne realizzata anche in resina plastica.

Caratteristiche tecniche

Brevetto del pennino

Le penne di questa serie si caratterizzano per un rivoluzionario sistema di doppia scrittura, realizzato grazie ad un ingegnosissimo gruppo pennino montato centralmente sul corpo della penna, protetto da una carenatura aperta sul pennino con un taglio obliquo, con un pennino in grado di scrivere su entrambi il lati. La carenatura consente, quando la penna viene usata dal lato che copre completamente la parte superiore del pennino, lasciandone fuori solo la punta, di bloccare la flessione del pennino così da poter premere ed ottenere una scrittura completamente rigida. Se invece si effettua una rotazione di 180° della penna, usandola dal lato in cui la carenatura è aperta, la parte superiore del pennino viene lasciata libera e questo ha così lo spazio per potersi piegare, in modo da poter ottenere una scrittura flessibile.

Sezione di una 361

Benché siano stati fatti altri tentativi di realizzare sistemi che consentissero una diversa gradazione della flessibilità del pennino, fra cui il più noto è forse l'Adjustable Point della Eversharp, il vantaggio di questo sistema sta nella sua semplicità e nel fatto, tutt'altro che trascurabile, che a differenza degli altri, macchinosi e che davano luogo a risultati discutibili con problemi di usabilità e di fragilità generale, risulta invece essere efficace, facile da usare e robusto.

Le altre caratteristiche della penna sono una clip fissata con il controcappuccio ed un cappuccio con chiusura a vite per tutte le versioni, eccetto quelle realizzate con cappuccio metallico (o interamente in metallo) in cui la chiusura era invece a frizione. Versioni più tarde presentano anche una chiusura a scatto sempre su un anello metallico che separa fusto e sezione.

Materiali

La produzione iniziale delle penne di questa serie era realizzata in celluloide tornita dal pieno. A partire dal 1954 vennero utilizzate anche resine plastiche. Le finiture e la clip erano in metallo laminato oro, il pennino in oro 14 carati. La carenatura del pennino con le indicazioni delle posizioni di scrittura era realizzata in ebanite.

Sistema di riempimento

Le penne di questa serie erano tutte equipaggiate con un sistema di caricamento a stantuffo; da un libretto di istruzioni risulta un riferimento per lo stesso al brevetto nº IT-445846.

Versioni

Pubblicità di una 361

Le penne di questa serie vennero prodotte in tre misure, grande, media e piccola, ed in due versioni, tonda e sfaccettata. Le versioni tonde, denominate 361/T vennero realizzate usando la nuova forma affusolata a forma di sigaro denominata Ogiva, ed erano dotate di una clip rettangolare liscia e di una singola veretta sul cappuccio. Sul corpo era riportata l'incisione in stampatello della dicitura Omas 361 seguita dal riferimento al brevetto (brevetto 440022) disposto su due righe. Di questa versione vennero pure prodotti modelli con il cappuccio in metallo laminato oro, denominati 361/C, o completamente in metallo, denominati 361/R.

La serie delle 361/F

Le versione sfaccettata a 12 facce, denominata 361/F, era sempre prodotta in tre misure, ma della piccola esistono due versioni, una più corta e tozza ed una più lunga. Il cappuccio era decorato con una singola veretta liscia, mentre la clip era di forma rettangolare, ma decorata con sfaccettature della parte superiore. Il corpo era riportata su una faccia l'incisione in stampatello della dicitura Omas, seguita dalla scritta Extra Brev. su due righe ed infine dal numero del modello 361. Le versioni faccettate vennero prodotte soltanto nella versione con corpo e cappuccio in celluloide.

A seconda delle versioni la carenatura che protegge il pennino era dotata di incisioni per indicare la posizione da assumere per la scrittura flessibile e quella rigida, oppure di inserti in metallo dorato con la stessa funzione.

Versioni più tarde presentano una diversa stampigliatura, riportante la dicitura "OMAS · 361" / "BREV. 440022 - 520233" su due righe, che fa riferimento a due dei brevetti utilizzati nella produzione della penna.

Colori

Le penne di questa serie vennero realizzate sia in celluloide nera a tinta unita, che in celluloide marmorizzata, che nella peculiare lavorazione denominata arco (con motivi a venature di legno). A parte la tinta unita della versione nera sono presenti diversi colori, fra cui il grigio e il marrone ed il rosso. Vennero inoltre realizzate, in un periodo più tardo (a partire dal 1954), versioni in plastica a tinta unita (sono noti i colori nero, grigio e bordeau).

Pennini

Serie di 361

I pennini erano in oro a 14 carati, montati centralmente sul corpo della penna e coperti da una carenatura in ebanite. Si tenga presente che nonostante sia spesso riportato che questa deve essere ruotata per consentire la scrittura flessibile e quella rigida, in realtà non è così, il pennino è fatto per scrivere su entrambi i lati, e deve essere lasciato scoperto quello superiore in modo che possa flettere, per scrivere in maniera rigida basta girare la penna come indicato nelle istruzioni. Girare la carenatura non è previsto ed induce uno sforzo ed una usura della stessa che non erano previste nell'uso e che possono causarne la rottura.

Per quanto riguarda i pennini stessi questi vennero realizzati in due versioni, con foro circolare e con foro a "casetta". Non è nota una lista precisa delle misure.

Misure

Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.

Versione Lunghezza Altre misure: lunghezze, diametri, pesi
361 -- cm

Riepilogo delle informazioni disponibili

Si riportano di seguito tutte le informazioni raccolte in riferimento ai modelli trattati in questa pagina, a partire dai relativi dati di cronologia, i vari riferimenti attinenti gli stessi trovati sul web e le immagini pubblicate sul wiki (fotografie, scansioni di pubblicità, di foglietti di istruzioni e garanzia, di documenti correlati, ecc.) disponibili al riguardo.

Cronologia

Anno Avvenimento
1948 l'azienda introduce le Omas 361
1954 l'azienda produce la 361 anche in resina plastica

Riferimenti esterni

  • [1] Le quattro misure della 361 faccettata
  • [2] Presentazione sul forum di una 361 arco grigia
  • [3] Presentazione sul forum di una 361 arco marrone

Note

  1. il brevetto americano è il nº US-2565667, ottenuto nel 1951, ma richiesto negli USA nel marzo 1949 e fa riferimento a quello ottenuto in Italia nel marzo del 1948, al momento non disponibile, ma che secondo quanto risultante da questo foglietto di istruzioni e dalle stampigliature presenti sulle penne, risulta essere il nº IT-440022.

Materiale disponibile

Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.