Optima
Storia
La Optima venne introdotta sul mercato dall'Aurora nel 1938,[1] era la risposta dell'azienda alla moda delle penne con corpo semitrasparente che consentiva la visualizzazione dell'inchiostro, lanciata dalla Parker con il modello Vacumatic.
La prima serie era caratterizzata da una ampia vera grecata ed una clip diritta identica a quella montata sulla seconda serie della Novum. Per pochi mesi venne prodotta una versione con banda più ampia, che per questo risulta estremamente rara. Nell'anno successivo venne prodotta una seconda versione con una clip triangolare con terminazione a pallina simile a quella della Internazionale e veretta più sottile.
Infine intorno al 1940 venne realizzata una terza versione dotata di una clip di forma leggermente triangolare ma con una terminazione piatta, una decorazione sul cappuccio più semplice, con solo con tre anellini sottili, ed un fondello con una decorazione metallica (nello stile dei jewel della Vacumatic). Non è nota una data di terminazione precisa, assumeremo il 1945, ma l'assunzione è totalmente arbitraria, senza alcun riscontro fattuale ed eseguita ai soli fini della gestione della cronologia.
Caratteristiche tecniche
La Optima è una penna in celluloide semitrasparente dotata di caricamento a siringa rovesciata. Da questo punto di vista tecnico questa è la principale innovazione rispetto alla produzione Aurora precedente, ma la penna resta, per questa tipologia, piuttosto ordinaria e non si segnalano particolari innovazioni o variazioni rispetto a quanto realizzato da altri produttori. Il cappuccio era con chiusura a vite.
Materiali
La Optima venne realizzata esclusivamente in celluloide. Una delle caratteristiche delle serie iniziali è che la sezione è un tutt'uno con il corpo semitrasparente e non può essere smontata, cosa che ha provocato la rottura di molte penne da parte di riparatori non sufficientemente esperti. La penna era dotata di un pennino in oro a 14 carati e le finiture erano in metallo dorato, ma nella ultima serie era utilizzato anche il pennino in Platiridio e finiture cromate.
Sistema di riempimento
Tutte le versioni della Optima erano dotate di un sistema di caricamento a siringa rovesciata, sostanzialmente analogo a quello usato dalle altre aziende che adottavano questo sistema. La principale differenza risiede nel fatto che il fondello in questo caso non era solidalmente agganciato all'albero della siringa, ma serviva solo da copertura dello stesso.
Versioni
Il modello Optima venne inizialmente prodotto in una sola misura ed in due soli colori marmorizzati, utilizzando forme leggermente affusolate. La penna era dotata di una ampia vera sul cappuccio, decorata con un motivo a forma di greca, compresa fra due sottili anelli. La clip era dritta con lavorazione sagomata, identica a quelle della Novum della seconda serie. Testina e fondello erano nello stesso materiale del corpo e senza decorazioni.
La veretta ampia venne abbandonata quasi subito per una più sottile, e venne prodotto, non è chiaro se immediatamente o in seguito, anche una seconda versione con la veretta grecata più sottile, sempre compresa fra due anellini, ma dotata di fermaglio a pallina con il corpo a forma di "V" allungata e la cima a forma di trapezio, molto simile a quella già vista sulla Internazionale. Anche in questo caso il fondello era nello stesso materiale del corpo e senza decorazioni.
Le versioni tarde del modello prodotte negli anni '40 presentano invece una decorazione sul cappuccio più semplice costituita da tre anellini sottili ed un fermaglio rastremato analogo a quello della terza serie della Novum. A questo si aggiungono delle decorazioni metalliche per la testa del cappuccio ed il fondello, dotati di un jewel molto simile a quello delle Vacumatic.
Tutte le penne presentano la stampigliatura del nome del modello e della marca sulla sezione, all'interno del solito logo ovoidale, con la dicitura "AURORA OPTIMA" disposta su due righe.
Colori
Il modello Optima venne prodotto inizialmente in due soli colori, verde e grigio marmorizzato. I modelli degli anni '40 vennero prodotti in celluloide venata o con motivi geometrici a strisce incrociate simili a quelli adottati sulla Ink-Vue della Waterman, nei colori nero, grigio, azzurro e verde.
Pennini
Le penne della prima serie montavano pennini di misura 5, quelle della serie prodotta successivamente negli anni '40 montavano pennini di misura 6.
Misure
Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.
Versione | Lunghezza | Altre misure: lunghezze, diametri, pesi |
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5" ? | come è fatta |
Cronologia
Anno | Avvenimento |
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1938 | l'azienda introduce le Optima |
1939 | l'azienda introduce la seconda versione della Optima, con clip triangolare |
1940 | l'azienda introduce la terza versione della Optima, con fermaglio rastremato, tre anelli e decorazioni metalliche alle estremità |
1945 | gli stabilimenti della Aurora vengono distrutti da un bombardamento |
Materiale disponibile
Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.
Riferimenti esterni
Note
- ↑ la data non è del tutto sicura, si è usata quella indicata da Luca de Ponti, Letizia Jacopini indica invece il 1937, la penna comunque compare in un catalogo del 1938.