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Nel 1954 (o 1957), per contrastare l'avvento massiccio della penna a sfera, la [[Aurora]] lanciò sul mercato la [[Duocart]], una penna economica con [[caricamento a cartuccia]] realizzata per il mercato studentesco usando materiali plastici. Le cartucce erano realizzate in polietilene su progetto di [http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta Giulio Natta], premio nobel per la chimica. La caratteristica distintiva della penna, ripresa dal nome, era la capacità di contenere al suo interno una seconda cartuccia di scorta, così da non doversi trovare senza inchiostro. Con lo stesso principio venne realizzata anche la [[Aurora 888|888]], che si può considerare la versione a cartucce della [[Aurora 88|88]].
 
Nel 1954 (o 1957), per contrastare l'avvento massiccio della penna a sfera, la [[Aurora]] lanciò sul mercato la [[Duocart]], una penna economica con [[caricamento a cartuccia]] realizzata per il mercato studentesco usando materiali plastici. Le cartucce erano realizzate in polietilene su progetto di [http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta Giulio Natta], premio nobel per la chimica. La caratteristica distintiva della penna, ripresa dal nome, era la capacità di contenere al suo interno una seconda cartuccia di scorta, così da non doversi trovare senza inchiostro. Con lo stesso principio venne realizzata anche la [[Aurora 888|888]], che si può considerare la versione a cartucce della [[Aurora 88|88]].
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Negli anni successivi la produzione di stilografiche risentì in maniera sempre più massiccia, come per le altre grandi aziende del settore, dell'avvento della penna a sfera. L'azienda venne ceduta alla famiglia Verona all'inizio degli anni '60, ma restò sempre attiva sul mercato, iniziando anche a produrre penne a sfera. Nel 1963 venne introdotto il modello [[Aurora 98|98]], sempre con caricamento a stantuffo, dotato di una riserva supplementare di inchiostro chiamata ''Riserva Magica'' che consentiva di ottenere qualche goccia di inchiostro anche serbatoio vuoto. Nel 1965 venne introdotta la linea economica [[Auretta]] con caricamento a cartuccia, prodotta in plastica dai colori vivaci e rivolta soprattutto agli studenti.  
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Negli anni successivi la produzione di stilografiche risentì in maniera sempre più massiccia, come per le altre grandi aziende del settore, dell'avvento della penna a sfera. L'azienda venne ceduta alla famiglia Verona all'inizio degli anni '60, ma restò sempre attiva sul mercato, iniziando anche a produrre penne a sfera. Nel 1963 venne introdotto il modello [[Aurora 98|98]], sempre con caricamento a stantuffo, dotato di una riserva supplementare di inchiostro chiamata ''[[Riserva Magica]]'' che consentiva di ottenere qualche goccia di inchiostro anche serbatoio vuoto. Nel 1965 venne introdotta la linea economica [[Auretta]] con caricamento a cartuccia, prodotta in plastica dai colori vivaci e rivolta soprattutto agli studenti.  
    
L'ultimo modello di rilievo storico è probabilmente la [[Hastil]], realizzata su progetto del famoso architetto [http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Zanuso Marco Zanuso], che riscosse un enorme successo internazionale, tanto che un esemplare di questa penna è esposto in permanenza al Museum of Modern Art di New York. Realizzata con un sottile corpo in acciaio lavorato di forma cilindrica, la penna è caratterizzata da un sistema di alimentazione molto raffinato (denominato ''Idrograph''), da un pennino montato in posizione centrale e da un cappuccio dotato di una peculiare clip a scomparsa che rientra nel cappuccio in posizione di riposo, ma si apre quando la penna deve essere inserita in una tasca.  
 
L'ultimo modello di rilievo storico è probabilmente la [[Hastil]], realizzata su progetto del famoso architetto [http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Zanuso Marco Zanuso], che riscosse un enorme successo internazionale, tanto che un esemplare di questa penna è esposto in permanenza al Museum of Modern Art di New York. Realizzata con un sottile corpo in acciaio lavorato di forma cilindrica, la penna è caratterizzata da un sistema di alimentazione molto raffinato (denominato ''Idrograph''), da un pennino montato in posizione centrale e da un cappuccio dotato di una peculiare clip a scomparsa che rientra nel cappuccio in posizione di riposo, ma si apre quando la penna deve essere inserita in una tasca.