Pelikan 100
Storia
La 100 venne introdotta sul mercato dalla Pelikan nel 1929, dopo due anni di lavoro di sviluppo iniziato da quando, nel 1927, l'azienda acquisì da Theodor Kovacs il brevetto del caricamento a stantuffo. Il lancio venne effettuato in grande stile, con una campagna pubblicitaria creata con l'ausilio di Lucian Zabel, un artista affermato dell'epoca.
La prima serie venne realizzata in una unica versione senza nessuna variante, con il corpo in colore verde ed il resto della penna in nero. Questo fu probabilmente di aiuto nella diffusione iniziale, perché essendo previsto un solo ed unico modello i rivenditori non necessitavano di mantenere un vasto campionario. Dopo pochi mesi venne comunque introdotta anche una variante di colore completamente nero. Nel 1930 venne introdotta una versione di lusso, identificata in seguito con il numero 111, realizzata con la banda decorativa sul corpo e le verette in oro.
Nel 1931 la penna venne rivista sia sul piano tecnico che stilistico, la testa del cappuccio assunse una forma conica, vennero cambiati i materiali, ed introdotti diversi nuovi colori, ad oggi molto rari perché poco apprezzati sul mercato tedesco, che avendo gusti molto tradizionalisti dimostrò di gradire solo le versioni nere o verdi e nere, disdegnando gli altri colori, che vennero sostanzialmente dismessi a partire dal 1937. Si aggiunsero poi le versioni di lusso 110 con corpo e cappuccio in metallo laminato e la 112 con corpo e cappuccio in oro. Infine sempre nello stesso anno venne introdotta la splendida e ricercatissima T111 Toledo.
Nel 1935 venne introdotto il modello 101, con cappuccio e banda decorativa colorati, destinato per lo più al mercato estero. Di particolare rilevanza è in questo caso il mercato portoghese, la cui produzione veniva a partire da questo anno veniva marcata con la sigla Emegê. Di questo nuovo modello venne anche realizzata una versione con la testina del cappuccio ribassata, per consentire di mantenere la penna più bassa nel taschino, in stile militare.
Nel 1937, con l'introduzione della nuova 100N molti colori vennero dismessi nella versione di base e nella 101. I vari modelli di lusso con decorazioni in metallo, con l'eccezione della T111 dismessa lo stesso anno, rimasero in produzione soltanto fino all'anno successivo, ma i modelli di base della 100 restarono in produzione affiancandosi alla nuova linea. Nel 1942, con l'appesantirsi delle difficoltà dovute alla situazione bellica, solo la produzione della 100 venne consentita per il mercato interno, ed inoltre venne vietato l'uso delle verette metalliche, sostituite da una incisione sul cappuccio.
Con l'aggravarsi della situazione bellica il 31 marzo del 1944 in Germania viene totalmente bloccata la produzione di stilografiche, questo segna la fine della produzione della 100 la cui produzione non verrà ripresa dopo la guerra. La penna non comparirà più su nessun catalogo, anche se pare accertata una produzione di pezzi di ricambio anche nel dopoguerra, in particolare pare dalla fabbrica di Milano dove erano stati trasferiti i macchinari per la lavorazione delle parti in ebanite.
Caratteristiche tecniche
La 100 costituisce una penna assolutamente rivoluzionaria sul piano tecnico, nettamente superiore a qualunque altro prodotto dello stesso periodo, sia per il suo caricamento a stantuffo che per la particolarità del corpo dotato di finestra trasparente per la visualizzazione del livello di inchiostro, il cui unico altro esempio precedente, è quello della poco nota e sfortunata Dunn.[1]
La penna era comunque dotata di un efficiente alimentatore ad alette, anche questo brevettato, con montaggio a vite nella sezione (come per le Personal Point della Eversharp). La una clip con montaggio ad anello, che poteva essere sostituita da un anello semplice nella versione da signore. Il cappuccio era realizzato con chiusura a vite, e nei primi anni subì diverse modifiche tecniche, in particolare per quel che riguarda le modalità di chiusura ed i fori di areazione.
La prima versione era realizzata con un solo foro di areazione nella parte superiore del cappuccio, che andava a chiudere sulla sezione di piatto sia nella parte superiore, che di lato, onde evitare che l'inchiostro filtrasse fino alla parte laterale della sezione su cui impugna la penna. La presenza del foro di areazione consentiva evitare la condensa sul pennino, ma non nello spazio chiuso compreso fra la parte laterale della sezione ed il cappuccio; per questo motivo nel 1930 venne aggiunto un secondo foro d'areazione sottostante il primo, per ventilare anche questa parte.
Con la revisione tecnica del 1931 venne modificata la parte anteriore della sezione ed il controcappuccio in modo di avere una chiusura obliqua verso l'interno sulla parte superiore per far sì che l'inchiostro residuo tornasse verso il pennino. Venne comunque mantenuta la chiusura laterale ed il doppio foro di areazione. Solo nel 1933, con una revisione ulteriore della sezione, si ritornò ad un unico foro di ventilazione dato che il problema di perdita di inchiostro verso la parte laterale della sezione era stato risolto con la chiusura obliqua; la sezione assunse una forma più curva che non veniva più chiusa lateralmente dal cappuccio (evitando così anche l'usura dello stesso).
Materiali
La 100 è caratterizzata da un complesso assemblaggio di materiali che vede, almeno inizialmente, l'uso dell'ebanite per sezione, cappuccio, fondello e meccanismo, della bachelite per la camera trasparente dell'inchiostro, e della celluloide per la banda decorativa del corpo, la cosiddetta binde che nelle versioni di lusso venne prodotta sia in diversi colori che in metalli pregiati. La testa dello stantuffo era realizzata in sughero, mentre la clip era in metallo dorato, ed il pennino in oro a 14 carati.
Le finiture introdotte successivamente prevedevano delle verette in metallo laminato in oro, e l'uso di diverse celluloidi per la realizzazione del corpo, con il passaggio alla celluloide anche per la camera dell'inchiostro avvenuto nel 1931. Le versioni di lusso 110 e 112 vennero realizzate rispettivamente con corpo e cappuccio in metallo laminato o oro massiccio, la versione 111 del 1930 aveva invece la banda decorativa in oro. In seguito anche l'ebanite venne progressivamente sostituita dalla celluloide per la sezione ed il cappuccio, anche se sono presenti penne col cappuccio in celluloide e la testina in ebanite.
Un discorso a parte merita poi il modello T111, realizzato, al contrario di quanto ritengono molti, con fascia in acciaio incisa e decorata con una tecnica di placcatura d'oro delle sezioni in rilievo, che pur portando ad un risultato simile a quelli della tecnica di decorazione a damascatura creata dagli artigiani di Toledo, è realizzata in maniera diversa.
Sistema di riempimento
La 100 costituisce una pietra miliare nella storia della stilografica perché è stata la prima penna dotata di caricamento a stantuffo. Il meccanismo adottato dalla 100, veniva chiamato nella pubblicità della stessa stantuffo differenziale in quanto consente, con poche rotazioni del fondello, che si solleva di qualche millimetro, di effettuare uno spostamento dello stantuffo lungo l'intero corpo della penna. La penna è realizzata con una camera per l'inchiostro leggermente conica allargata verso il fondo della penna, in modo che il sigillo in sughero assicuri la tenuta in posizione di riposo.
Riparazione e restauro
Versioni
La prima versione del 1929 venne realizzata in un unico modello, senza alcuna variante, né nelle dimensioni né nel colori. Il corpo era verde giada ed il resto della penna nera, a questa pare però che in seguito (non è nota una data precisa, ma si suppone qualche mese dopo il lancio) sia stata aggiunta una versione completamente nera. Il cappuccio era liscio e senza decorazioni, con la testa di forma cilindrica a sommità arrotondata, recante una incisione dello stemma del pellicano che nutre i suoi piccoli, nella versione con quattro pulcini.
Nel 1930 alla penna vennero aggiunte due verette in metallo dorato sul cappuccio, ed ad ampliare la gamma venne introdotta la 111, caratterizzata da verette e banda decorativa in oro a 14 carati. La banda era realizzata con decorazioni guilloché con motivi geometrici. L'anno successivo, in occasione della revisione della testa del cappuccio vennero introdotte le serie 110, con il corpo ed il cappuccio in metallo laminato e la 112, totalmente rivestita in oro, anche queste realizzate con decorazioni guilloché.
Venne introdotta nel 1931 anche la T111, considerato il modello più bello prodotto dall'azienda, con la banda decorativa realizzata in acciaio decorato a rilievo con motivi geometrici ed immagini di pellicani. Nonostante la T111 sia molto rara e pertanto estremamente ricercata dai collezionisti, non essendo realizzata in materiali preziosi al momento della sua uscita non costituiva il modello di punta, che era invece la 112.
Ma a parte le differenze relative alla banda decorativa, tutti questi modelli erano assolutamente identici nella forma e nei materiali (con la eccezione della 112) delle altre parti. Il fondello era zigrinato a strisce verticali per una presa migliore, con una sezione nera ed la parte finale del corpo trasparente scoperta per la visualizzazione del livello di inchiostro. Sulla testina del cappuccio inoltre, appena sopra l'anello della clip, era riportata una iscrizione in orizzontale, che rimase l'unica presente sul corpo della penna fino al 1935, quando la gradatura del pennino venne scritta sul bordo del fondello. Il testo ha subito diverse modifiche, e si trovano tre varianti, la cui sequenza temporale non è nota: la scritta Pelikan PATENT ripetuta due volte, la scritta Pelikan D.R.P. ripetuta due volte o la scritta GÜNTER WAGNER Pelikan.
Per tutti i modelli la clip era curva e ondulata con terminazione a goccia con una forma che ricorda il becco di un pellicano. La clip era realizzata in metallo laminato liscio e senza incisioni, come le verette decorative del cappuccio. Fa eccezione a tutto questo il modello T111 che presenta delle verette rigate verticalmente ed una clip intarsiata con l'immagine stilizzata di un pellicano nella parte superiore. Benché siano abbastanza rare si possono trovare delle versioni senza clip, in cui questa è sostituita da un anello. Pare che, almeno fino al 1934, questo fosse fornito ai rivenditori ogni sei penne acquistate per fornirlo come sostituto della clip a richiesta per i modelli da signora. Data la scarsità delle richieste è molto raro trovare una penna con questo montaggio.
Nel 1935 circa, con l'introduzione del modello 101 con il cappuccio colorato dello stesso materiale della banda decorativa, venne introdotta anche una variante della penna con una testina del cappuccio molto più corta con una posizione alta della clip in stile militare che consentisse la chiusura della tasca della camicia. La testina, anche se accorciata, mantenne sia l'iscrizione che il logo. Tutte le altre parti della penna restarono identiche, ma siccome anche la dimensione totale del cappuccio e quella della clip rimasero le stesse, la clip risulta molto più alta rispetto a prima, cosa che rende questi modelli, piuttosto rari e destinati al mercato estero, alquanto sproporzionati rispetto a quelli ordinari.
Sempre dal 1935 le penne prodotte in Portogallo iniziarono a portare la dicitura Emegê, il cui significato viene attribuito alla lettura estesa in portoghese delle iniziali del nome del concessionario generale, Monteiro Guimarães (eme-ge). Le ragioni per cui questa iscrizione venne fatta sulle penne non sono accertate con sicurezza ma contraddistinguono chiaramente la produzione destinata a Guimarães. Infine nel 1936 venne realizzata una ulteriore variante in cui il fondello dello stantuffo non era più zigrinato ma liscio che talvolta viene indicata come 100C.
Intorno al 1938 venne poi introdotto il nuovo logo sul cappuccio, con due pulcini. Con l'aggravarsi della situazione bellica tedesca vennero introdotte delle restrizioni, ed iniziarono a comparire prima modelli con il pennino in palladio, e poi in cromo/nickel, infine con il complicarsi della situazione bellica a partire dal 1942 la produzione venne realizzata senza le due verette metalliche, sostituite da un doppio giro di incisioni di sottili righe verticali.
Colori
Le prime versioni erano nere per tutte le parti del corpo, ad eccezione della sezione di serbatoio trasparente lasciata scoperta dalla fascia decorativa realizzata esclusivamente nel colore verde con celluloide verde giada. Una variante con anche la fascia decorativa nera sembra essere stata introdotta sempre nel 1929, ma qualche mese dopo il lancio della prima versione, anche se non sono note date precise. A partire dal 1930 i due colori principali erano il verde, che però divenne il tradizionale colore marmorizzato ed il nero, il verde giada venne sostanzialmente dismesso con la revisione del 1931.
Nel 1931, oltre alla revisione tecnica, vennero introdotti una serie di nuovi colori per la fascia decorativa mantenendo il colore nero per le altre parti; questi erano il grigio, il rosso corallo, il blu lapislazzulo ed il giallo, in indicativo ordine crescente di rarità, quest'ultimo fu anche il primo ad essere dismesso nel 1934. Nel 1935 vennero introdotti anche il marrone ed il tartarugato, dismesso pare nello stesso anno. Questi colori sono tutti rari, in quanto, come accennato, non vennero graditi da un mercato tedesco dimostratosi estremamente conservativo.
Nel 1935 alcuni colori vennero impiegati oltre che per la fascia decorativa anche per il cappuccio, dando vita al modello 101, questi erano il verde giada, il rosso corallo, il blu lapislazzulo, il tartaruga ed il pelle di lucertola grigio. Nel 1936 il pelle di lucertola venne abbinato anche ad un cappuccio marrone. Alcuni di questi colori (rosso, marrone/tartaruga e tartaruga) vennero dismessi nel 1937, in occasione della introduzione della 100N, lo stesso anno vennero dismessi anche i restanti colori della 100 (grigio, rosso, marrone e blu) che restò in produzione solo con il tradizionali verde e nero e nero completo. L'intera linea 101 venne dismessa l'anno successivo.
Pennini
Nella prima versione del 1929 la penna era dotata di un pennino con foro di areazione a forma di cuore, ma con la introduzione delle verette avvenuta a fine del 1930 questo venne sostituito con una versione con foro di areazione circolare, mantenuto in tutti i modelli successivi. I primi pennini vennero acquistati dalla Montblanc, mentre in seguito vennero autoprodotti, ma non si hanno dati certi riguardo questo cambiamento.
I pennini riportano l'incisione Pelikan e la caratura (con le scritte 14 e Kt) disposte su tre linee, fra il 1933 e il 1942 le incisioni relative alla caratura vennero modificate (con le due scritte 585 e 14Karat). Nel 1930 pare siano stati anche introdotti pennini in oro a 18 carati, destinati per lo più al mercato francese, che richiedeva questa caratura per poter parlare di pennino d'oro. Nel 1938 vennero introdotti i pennini in palladio, marcati PD e nel 1942 vennero introdotti i pennini CN in cromo e nickel.
L'assortimento dei pennini era estremamente vasto, e questi potevano essere facilmente cambiati grazie ad un alimentatore montato a vite nella sezione con sistema molto simile a quello presente sulle Personal Point della Eversharp. In particolare erano presenti versioni rigide di tutti i pennini (i cosiddetti Manifold) identificate dal suffisso H abbinato all'identificativo della misura stessa. Quelle note sono EF, F, M, O, B, BB.
Misure
Nella tabella seguente sono riportate le misure relative alle diverse varianti del modello, sia per quanto riguarda le lunghezze che il peso. La lunghezza fa riferimento alla lunghezza della penna da chiusa col cappuccio avvitato o calzato fino in fondo. La misura del fusto fa riferimento alla lunghezza del corpo penna compreso il pennino. I diametri per fusto e cappuccio sono misurati sul loro valore massimo, la sezione invece sul punto di presa, ed il diametro è quindi una indicazione molto approssimata. I pesi sono a penna scarica (o senza cartucce). Le misure sono state eseguite su esemplari singoli, pertanto sono comunque indicative, e sono possibili variazioni dell'ordine di uno/due millimetri sulle lunghezze, di qualche decimo di millimetro sui diametri, e del grammo sui pesi.
Versione | Lunghezza | Altre misure: lunghezze, diametri, pesi |
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-- | -- cm |
Riepilogo delle informazioni disponibili
Si riportano di seguito tutte le informazioni raccolte in riferimento ai modelli trattati in questa pagina, a partire dai relativi dati di cronologia, i vari riferimenti attinenti gli stessi trovati sul web e le immagini pubblicate sul wiki (fotografie, scansioni di pubblicità, di foglietti di istruzioni e garanzia, di documenti correlati, ecc.) disponibili al riguardo.
Cronologia
Anno | Avvenimento |
---|---|
1929 | l'azienda introduce le Pelikan 100 il primo modello con caricamento a stantuffo |
1930 | l'azienda introduce le due verette sul cappuccio della Pelikan 100 (novembre, o gennaio 1931?) |
1930 | l'azienda introduce la Pelikan 111 con corpo e verette in oro 14 carati |
1930 | l'azienda introduce il foro di areazione tondo sulla Pelikan 100 (novembre, o gennaio 1931?) |
1931 | l'azienda introduce sulla Pelikan 100 il serbatoio dell'inchiostro in celluloide e la sezione in ebanite (da giugno) |
1931 | l'azienda introduce la Pelikan 110 con corpo e cappuccio in metallo laminato oro |
1931 | l'azienda introduce sulla Pelikan 100 i colori grigio, corallo, lapislazzulo, giallo |
1931 | l'azienda introduce le Pelikan T111 più nota come Toledo |
1931 | l'azienda introduce una testina del cappuccio più affusolata sulla Pelikan 100 |
1931 | l'azienda introduce la Pelikan 112 con corpo e cappuccio in oro 14 carati |
1933 | l'azienda introduce un foro di ventilazione singolo sul cappuccio ed una sezione curvata sulla 100 |
1934 | l'azienda ritira il colore giallo della 100 |
1935 | l'azienda introduce le versioni della 101 con testina ridotta in stile militare |
1935 | l'azienda introduce i colori marrone e madreperla sulla 100, quest'ultimo dimesso poco dopo |
1935 | l'azienda introduce i colori rossa, blu, verde, tartaruga e pelle di lucertola sulla 101 |
1935 | la produzione portoghese della Pelikan reca l'incisione Emegê |
1935 | l'azienda stampa la dimensione del pennino sull'alimentatore |
1936 | l'azienda introduce il colore marrone/tartaruga per la 101 |
1936 | l'azienda introduce la variante della 100 con fondello liscio denominata 100C |
1936 | l'azienda stampa la dimensione del pennino sul fondello dello stantuffo |
1937 | l'azienda modifica l'alimentatore passando dalla lamella centrale corta alle tre lamelle lunghe[2] |
1937 | l'azienda dismette i colori rosso e marrone/tartaruga e tartaruga della 101 |
1937 | l'azienda dismette le Pelikan T111 |
1937 | l'azienda dismette i colori grigio, blu, rosso e marrone della 100 |
1938 | l'azienda dismette le Pelikan 11x |
1938 | l'azienda inizia l'uso generico dei pennini in palladio (marcati "Pd") |
1938 | l'azienda passa al logo con due pulcini (?) |
1938 | l'azienda dismette le Pelikan 101 |
1939 | l'azienda introduce su tutti i modelli i pennini in cromo-nichel (marcati "CN") come sostituti di quelli in oro o palladio |
1942 | l'azienda sostituisce il sughero dello stantuffo con materiale plastico nero (ottobre) |
1942 | l'azienda produce la Pelikan 100 senza verette metalliche per il mercato interno (giugno) |
1943 | l'azienda ferma totalmente la produzione per il mercato interno |
1944 | l'azienda dismette le Pelikan 100 |
1944 | l'azienda ferma totalmente la produzione in Germania |
Riferimenti esterni
- [1] Pagina del modello sul sito di Werner Ruettinger
- [2] Storia della ditta, prima parte
- [3] Storia della ditta, seconda parte
- [4] Una storia della ditta
- [5] Pagina sulle prime versioni del modello
- [6] Pelikan sulle versioni Toledo
Note
- ↑ in realtà esistono modelli della Parker in bachelite trasparente ancora più vecchi, ma in questo caso non si può parlare, essendo dotati di caricamento a pulsante di fondo di visualizzazione del livello di inchiostro.
- ↑ secondo Martin Lehemann, vedi questa pagina.
Materiale disponibile
Viene di seguito illustrato il materiale raccolto relativo a questo modello: le fotografie dello stesso, le pubblicità in cui compare o viene citato, le scansioni dei libretti di istruzione per il modello, ed tutte le altre scansioni contenenti informazioni ad esso attinenti.